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 2011  maggio 26 Giovedì calendario

OTTO PENSIONI SU DIECI SOTTO QUOTA MILLE EURO —

Alle 10 il presidente della Covip, Antonio Finocchiaro, conclude la relazione annuale sulla previdenza integrativa con un pensiero ai giovani, avvertendo: «L’incertezza nel rapporto di lavoro produce riflessi indesiderati sul sistema. Esiste il rischio che generazioni di futuri pensionati non riescano a far fronte ai propri bisogni» , scandisce nel grande salone di Palazzo della Cancelleria. Alle 11.30, non molto lontano, nella sala della Lupa alla Camera, il presidente dell’Inps, Antonio Mastrapasqua, apre la relazione annuale anche lui pensando ai giovani, ma con un messaggio opposto: «Sui giornali, in tv, sul web rimbalza sempre più spesso la domanda: "Noi giovani avremo la pensione?"Sì, i giovani avranno la loro giusta pensione» . Dovranno però, «lavorare più a lungo» , conclude. Ad ascoltare, sia Finocchiaro sia Mastrapasqua, il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi. Che assicura: il sistema previdenziale è stabile e non ci sono in vista altri interventi. E ai giovani dice: «Non rimanete intrappolati nella retorica della precarietà, non attendete il lavoro dallo Stato e superate il pregiudizio verso il lavoro manuale» . Accenti diversi anche negli altri autorevoli interventi. Più preoccupato il presidente della Camera, Gianfranco Fini, che ricorda come nel 2050 ogni lavoratore dovrà contribuire con 62%del proprio reddito per finanziare le prestazioni pensionistiche e sanitarie degli ultra sessantacinquenni. Più ottimista il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, che sottolinea invece come oggi l’Italia sia un modello in Europa per quanto riguarda il sistema previdenziale: «Si guarda a noi e non più alla Svezia» . «Il Paese non è allo sfascio» aggiunge, respingendo le strumentalizzazioni di chi ha voluto «intonare il de profundis» sulla base del rapporto Istat dell’altro ieri, che certo ha indicato che in Italia «la realtà è difficile» , ma anche che ci sono «immense potenzialità» . La realtà delle pensioni, secondo il rapporto Inps, è fatta di 16 milioni di assegni, la metà dei quali, il 50,8%per la precisione, sotto i 500 euro al mese, Sotto i mille euro sta invece il 79%delle pensioni (12,6 milioni). Considerando le sole donne, le due percentuali salgono rispettivamente al 61%e al 91%. Ovviamente non tutte le pensioni sono uguali. Quelle di vecchiaia e di anzianità danno in media 12.750 euro all’anno, quelle di reversibilità 7.282, quelle di invalidità 8.142 euro. E ci sono 3,6 milioni di anziani che prendono più di una pensione. Così, considerando non l’importo delle singole prestazioni, ma il reddito pensionistico dei singoli pensionati, la media per gli ex lavoratori dipendenti è di 1.186 euro al mese, per gli ex artigiani e commercianti di 923 euro e per gli ex lavoratori dei fondi speciali (trasporti, telefonici, elettrici) di 1.926 euro. La spesa pensionistica complessiva dell’Inps nel 2010 è stata di 190,453 miliardi di euro (+2,3%rispetto al 2009). L’istituto ha comunque chiuso la gestione in attivo di 1,397 miliardi e con un patrimonio netto di 40,931 miliardi. Nel 2010 c’è stato un boom delle pensioni di anzianità liquidate, circa 175 mila, il 73%in più del 2009, ma si tratta dell’ «effetto quota» : non sono saliti i requisiti per la pensione (scattati nuovamente nel 2011) e quindi molte più persone, rispetto al 2009, hanno lasciato il lavoro. Ancora oggi il 93,4%delle pensioni in pagamento è calcolato col vecchio e generoso metodo retributivo. Ai giovani toccherà il calcolo contributivo, cioè pensioni più basse. Di qui la necessità di integrarle con la pensione complementare. Ma ai fondi pensione, dice la relazione della Covip, l’autorità che vigila sul settore, risultano aver aderito finora 5,3 milioni di lavoratori, solo il 23%della platea potenziale. E si tratta, per la gran parte, di lavoratori dipendenti a posto fisso. Le adesioni tra i giovani, che avranno pensioni pubbliche più basse dopo le riforme degli ultimi 15 anni, sono poche. Un po’ è naturale per loro non pensare alla vecchiaia. E per questo Sacconi, insieme con il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini, ha promosso la «Giornata della previdenza» nelle scuole, che da ieri si terrà ogni anno. Ma la scarsa adesione dipende anche dal fatto che i giovani hanno spesso rapporti di lavoro instabili e retribuzioni troppo basse. Infine, più di 500 fondi, sono troppi per garantire una gestione efficiente, ha detto Sacconi.
Enrico Marro