Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2011  maggio 26 Giovedì calendario

Blake Quentin

• Sidcup (Gran Bretagna) 16 dicembre 1932. Illustratore • «[...] ha illustrato più di 300 libri per l’infanzia, disseminando le migliori pagine di letteratura per ragazzi, di un universo allegro, morale, anarchico. La sua collaborazione con Roald Dahl — dal Coccodrillo enorme a Matilde, alla Fabbrica di cioccolato ci ha regalato forse il livello più alto mai raggiunto dagli adulti nel cercare di condividere il mondo magico dei bambini. “I disegni possono essere belli o brutti— afferma Blake convinto — ma non esistono disegni che non siano interessanti”. I suoi, che si tratti di animali fantastici, anziani appollaiati sui rami degli alberi o ragazzini dagli occhi sempre molto aperti sulla vita, lo sono senz’altro. “[...] quando devi disegnare un coccodrillo non è importante la sua forma o la verosimiglianza dell’immagine, è importante riuscire a cogliere la coccodrillitudine”. Semplice, no? Allora perché stupirsi se il coccodrillo di Blake di denti ne ha centotrentadue. “È il minimo, visto che nella storia di Dahl il nostro eroe è un gran mangiatore di bambini. Cosa importa quanti sono davvero i denti? Sono quelli che immaginiamo nella bocca dei nostri coccodrilli di fantasia. [...] Io disegno in piedi. Mi sembra che lo renda più urgente, più importante. Poi mi allontano e dopo un po’ torno a guardare cosa sta succedendo sul tavolo, se il disegno si è mosso [...] ci sono disegni molto irrequieti”. Qualche critico ha definito il suo stile “rude”. “Non so cosa voglia dire. La verità è che ho cominciato a disegnare per i giornali (i suoi primi disegni furono pubblicati nella rivista “Punch” quando aveva 16 anni, ndr) molto prima di imparare a disegnare e ancora oggi ho molti ripensamenti [...] Io non disegno quello che ho di fronte, ma quello che immagino. È sulla carta che nasce il mondo fantastico. Una volta mi ha chiamato la National Gallery per una iniziativa che si chiamava Tell me a story. Ogni illustrazione doveva essere il motore di ispirazione per un racconto. Così ho cominciato a disegnare sui muri... [...]”» (Paolo Fallai, “Corriere della Sera” 16/5/2010).