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 2011  maggio 26 Giovedì calendario

Bayer Sebastian

• Aachen (Germania) 11 giugno 1986. Saltatore in lungo. Medaglia d’oro agli Europei indoor di Torino (2009) e Parigi (2011) • «Sebastian Bayer, chi è costui? La domanda legittima se la sono posta tutti gli addetti ai lavori dopo aver visto il saltatore tedesco, 22 anni, di Aquisgrana, personale di 8,15 prima di venire a Torino, nessun risultato eclatante in carriera, atterrare a m 8,71 al suo ultimo tentativo nella finale del lungo. Un volo incredibile, nuovo record europeo, realizzato con una tecnica quanto mai semplice, ma straordinariamente efficace, dalla lunga rincorsa effettuata in assoluta decontrazione con progressivo incremento della velocità alla delicatissima fase di stacco, quando occorre saper trasformare la velocità orizzontale in verticale, abbassando il baricentro, alla pedana impattata quasi al centimetro, scaricandovi sopra una grande forza esplosiva. Quindi la veloce fase di volo, ridotta quasi all’osso, circa 1’’50/100 nello spazio, con le gambe a squadra, senza nessun altro movimento complementare, fino all’atterraggio sulla sabbia. Ai più anziani dotati di buona memoria, il volo di Bayer è sembrato una riedizione del salto di Bob Beamon, all’Olimpiade di Città del Messico nel ’68, quando il campione americano realizzò un fantascientifico m 8,90, migliorando il proprio personale di oltre 60 centimetri. Ebbene, anche [...] a Torino, Bayer ha fatto qualcosa di straordinario: si è migliorato di ben 56 centimetri. Per dare le dimensioni della sua impresa, basta sottolineare che nella lista mondiale indoor di sempre c’è solo un salto migliore, quello di Carl Lewis, m 8,79, una storia di 25 anni fa. Bayer credeva nell’impresa, lo si è visto anche dal comportamento nella gara [...]: messo in cassaforte il titolo europeo con il primo balzo a m 8,29, ha poi rinunciato ai tre successivi turni, concentrandosi per dare il massimo negli ultimi due tentativi; prima un nullo millimetrico vicino agli 8,50, quindi, alla sesta prova, il gran volo direttamente nella storia della specialità. [...]» (Giorgio Rondelli, “Corriere della Sera” 9/3/2009) • «Saltato fuori dal nulla, Sebastian Bayer riappare a Berlino [...] Si porta dietro una misura invece di un nome: nessuno sa chi è, ma di certo ha saltato 8,71 metri: primo atterraggio fuori quota in una stagione destinata a rivoluzionare la pedana del lungo [...] Bayer ha vinto gli Euroindoor di Torino, si è piazzato nella classifica dei migliori dieci di sempre e giusto dietro il record del mondo di Carl Lewis (8,79), per restare ai numeri registrati al coperto. Poi è arrivato il duello Saladino (8,63) contro Phillips (8,74) e persino il record francese di Sdiri (8,42), noto per essere stato trafitto da un giavellotto nel bel mezzo di un meeting e improvvisamente resuscitato. Nascosto tra questi atleti che da anni sgomitano per un centimetro in più, c’è un punto interrogativo, Bayer [...]nato ad Aachen, nella Germania che confina con l’Olanda e si muove tra le due nazioni dietro al suo mentore, il tecnico Joachim Schultz, giusto per usare l’ultimo nome conosciuto. È il quarto che cambia, ai tempi della Ddr si faceva chiamare Guhlmann che in realtà è il cognome della prima moglie e il caos all’anagrafe non è la sola stranezza che caratterizza questo allenatore. Si è costituito come “dopatore”, cioè uno di quelli che a 30 anni somministrava e provava steroidi e ora che ne ha 55 vuole chiudere i conti. Non è semplice fotografarlo, ci riusciva poco anche la Stasi che, a ragione, sospettava la sua voglia di fuga verso la Germania Ovest. Schultz-Guhlmann ha studiato il piano a lungo poi ha salutato la sorella capace di passare il confine nascosta nel baule di un auto e si è arreso. Al suo lavoro, al suo dovere - anche lui fatica a ricostruire le motivazioni - ma in un modo contorto cercava correttezza persino dentro al doping di stato. Testava le pillole su di sé prima di passarle agli atleti e segnava i miglioramenti nello sprint e nei chili alzati, soprattutto: “Mi assicuravo che tutti fossero coscienti, i campioni sapevano bene cosa prendevano”. [...] “Io e Sebastian eravamo in macchina, un lungo viaggio e gli ho detto tutto, anche che lui non ha nulla da temere. È pulito e resterà così”[...] Bayer ha iniziato da decatleta e si è dedicato al lungo solo quando ha capito che non sarebbe mai riuscito a fare punti in una gara di salto con l’asta. Da sempre considerato promettente, ha perso gli anni migliori per un grave infortunio al piede: un incidente in fase di stacco ai Mondiali junior del 2005. Uscito dal giro dei giovani talenti, si è trasferito nella città della fidanzata, a Brema. [...] Dopo il salto da 8,71, Bayer è scomparso. Ha preso tempo, impreparato a gestire le aspettative poi è stato risucchiato dal maggio nero. L’influenza, un piccolo problema alla gamba e un’infezione all’orecchio, troppo iella per uno che ha avuto un solo attimo di gloria. Ha interrotto gli allenamenti nel momento più delicato e indispettito la federazione internazionale che lo aveva inserito nell’elenco delle facce da far emergere nel 2009 e non lo ha mai avuto a disposizione. Silenzio e rifiuti perché Bayer sa di non avere ancora un nome. Vive all’ombra di una misura ed è difficile starle dietro» (Giulia Zonca, “La Stampa” 14/6/2009).