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 2011  maggio 25 Mercoledì calendario

CASA, SALUTE E AMBIENTE IL "PIL DELLA FELICITÀ" PUNISCE ANCORA L´ITALIA - PARIGI

Se domani il G8 dovesse essere convocato non più in base alla ricchezza prodotta ma al grado di benessere dei paesi membri, l´Italia sarebbe tagliata fuori. L´esclusivo club potrebbe essere composto da Australia, Canada, Svezia, Nuova Zelanda, Norvegia, Danimarca, Stati Uniti e Svizzera. Sono infatti loro i vincitori del "Better Life Index", il nuovo indicatore per valutare il "Benessere interno lordo". Presentato ieri dall´Ocse, il Bli è un´alternativa al vecchio e controverso Pil che, come diceva già Robert Kennedy, «misura tutto, eccetto ciò che rende la vita veramente degna di essere vissuta».
Un combinato di statistiche e percezioni. Per realizzare il "Pil della felicità" sono stati scelti undici parametri, dalla casa al reddito, dalla salute all´ambiente. Non mancano criteri più personali come la vita comunitaria o il sentimento di insicurezza. L´idea di un indicatore nazionale anche qualitativo anziché solo quantitativo non è nuova. Nel 2008 il presidente francese Nicolas Sarkozy aveva avviato una missione sul tema guidata dagli economisti Joseph Stiglitz, Amartya Sen e Jean-Paul Fitoussi. «Pubblicheremo l´indice con regolarità per poter fare confronti nel tempo» ha spiegato Martine Durand, la direttrice della sezione statistica dell´Ocse. L´Ocse ha evitato una classifica generale, invitando tutti ad utilizzare l´indice interattivo per comporre una propria graduatoria finale. «Non è l´Ocse a decidere che cosa rende la vita migliore. Sei tu a decidere per te stesso»: così promette il sito dell´organizzazione. Chi giudica importante la sicurezza potrà mettere sul podio l´Islanda, con un tasso di omicidi che rasenta lo zero, chi sogna il verde sceglierà la Svezia dove l´inquinamento è ai minimi, chi preferisce starsene a casa, incoronerà il Canada dove c´è il maggior numero di stanze per persona (2,5).
Ma limitandosi a dare lo stesso valore ai vari parametri, su 34 paesi l´Italia arriva al ventiquattresimo posto, dopo la Repubblica Ceca e subito prima della Polonia e della Corea. L´unico dato favorevole per noi sono le condizioni economiche delle famiglie: un reddito medio disponibile di 24.383 dollari (nel 2008) superiore alla media Ocse, ma sempre lontano dai cittadini del Lussemburgo, al primo posto con 44mila dollari. Il responso degli altri indicatori è meno positivo. L´occupazione è debole (solo 57% della popolazione attiva), chi lavora lo fa di più della media Ocse (1773 ore annue). Per le donne la conciliazione tra famiglia e carriera è un miraggio: appena il 49% di mamme lavora dopo che il figlio ha raggiunto l´età scolare.
In Italia manca la partecipazione civile (solo il 34% dice di avere aiutato un estraneo nell´ultimo mese) e c´è invece troppa sfiducia nelle istituzioni: sulla migliore governance il primato spetta all´Australia. Il rendimento del sistema scolastico in Italia declina, a questo proposito il record spetta alla solita Finlandia ma anche ai coreani: i bambini del paese asiatico hanno il punteggio di lettura più alto al mondo nella scala di valutazione Pisa. Anche nell´ambiente abbiamo un livello di polveri sottili nell´aria allarmante. La percezione dell´insicurezza è alta (35%, contro il 26% della media Ocse). Risultato: solo il 54% degli italiani, secondo il Bli, è soddisfatto della propria vita, sotto alla media Ocse (59%). Ci superano persino i messicani, anche se la palma della felicità spetta ai danesi. Consoliamoci con la vecchiaia: gli italiani vivono in media fino a 81,5 anni, due in più rispetto del livello Ocse. Forse è per questo che siamo degli inguaribili ottimisti: sette italiani su dieci sono convinti che le condizioni di vita miglioreranno nei prossimi cinque anni. Sognare non costa nulla.