Elmar Burchia, Corriere.it 25/5/2011, 25 maggio 2011
MILANO
Hamelin, cittadina della Bassa Sassonia. Qui sorge l’Hotel Stadt Hameln, un albergo quattro stelle a prima vista elegante e confortevole. Nulla farebbe presagire che un tempo questa struttura fosse un carcere nel quale venivano torturati e uccisi i prigionieri dei nazisti. Oggi i gestori seducono gli ospiti con un’offerta del tutto particolare: «party in prigione», con secondini e magliette a righe incluse. I turisti accorrono in massa, gli storici si dicono «indignati».
IL PROGRAMMA - Sentirsi per una volta prigioniero costa 44 euro. Nel prezzo è incluso il «menù del carcerato» con «bevande e pasti del prigioniero» e una t-shirt bianca a strisce nere. Quattro ore e mezza di «carcere prussiano come programma speciale», si legge sul sito web dell’ hotel. Qui viene descritto con dovizia lo svolgimento delle «Knastfeten», le feste di gruppo in prigione: «Ogni detenuto deve presentarsi sobrio e lavato»; «in fila per due si procede poi nella cella comune». E ancora: «Chi ha necessità di andare al bagno deve annunciarlo mettendosi sull’attenti». L’hotel, continua il sito, ha una «storia unica». Unica sì, ma per nulla innocua.
CARCERE NAZISTA - L’attuale edificio fu costruito nel 1827 come prigione. I nazisti lo trasformarono in istituto di pena nel 1935. Secondo gli storici almeno 474 persone lasciarono la loro vita dentro questa struttura. Morti per le fatiche; la fame; per la mancanza di riscaldamento e di cure mediche. In alcuni casi uccisi nel tentativo di evadere o pubblicamente impiccati. Dopo la guerra la prigione fu poi utilizzata dalle forze d’occupazione inglesi come luogo per le esecuzioni. Ristrutturato negli anni successivi l’albergo è stato aperto nel 1993. Ciò nonostante, riferisce Spiegel Online, sulla pagina Internet dell’hotel non vi è alcun riferimento a quegli anni, al terribile passato nazista.
PROTESTE - «Party in prigione» nell’ex carcere nazista? Per lo storico del posto, Bernhard Gelderblom, è semplicemente «grottesco». Arrabbiati anche i parenti delle vittime, degli ex carcerati, che si sentono «scioccati» da questa offerta «di cattivo gusto». In imbarazzo, nel frattempo, anche l’amministrazione locale. Per nulla impressionati da tanto clamore, invece, i gestori dell’hotel che «non vedono nulla di male» in questi singolari eventi. Per loro le feste in carcere sono da paragonare alle cene a tema, quali i banchetti medievali di ambientazione storica offerte nelle dimore d’epoca.
Elmar Burchia