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 2011  maggio 25 Mercoledì calendario

Barack e Michelle nel regno di Elisabetta - I primi a salutare gli Obama sono Carlo e Camilla, recandosi nella residenza dell’ambasciatore americano

Barack e Michelle nel regno di Elisabetta - I primi a salutare gli Obama sono Carlo e Camilla, recandosi nella residenza dell’ambasciatore americano. Pochi minuti dopo il corteo di auto attraversa una città imbandierata varcando il cancello di Buckingham Palace alle 11.54. Fuori una piccola folla acclama gli ospiti, dentro la regina Elisabetta II e il principe Filippo li accolgono sulle scale del palazzo su cui sventola il vessillo reale. Obama si porge verso la regina, prendendole la mano ma evitando di ripetere l’inchino che fece all’Imperatore del Giappone scatenando un putiferio di polemiche. Per un attimo entrambe le mani del presidente tengono la destra di Elisabetta II, che sorride e accompagna gli Obama a visitare il loro appartamento. Si tratta della stessa suite di sei camere dove il Duca e la Duchessa di Cambrige hanno passato la prima notte di nozze e un aiutante di corte precisa: «Forse non si tratta dello stesso letto ma è la stessa stanza». Al termine della visita alla suite sono proprio William e Kate a soffermarsi con Barack e Michelle: se il mancato invito al matrimonio causò qualche malumore alla Casa Bianca gli scatti immortalano gesti ed espressioni fra amici, quasi fosse un dopocena a Georgetown. Ma il cerimoniale non concede pause, è Elisabetta II a dettare i ritmi, affiancando Obama sulla West Terrace che dà sui giardini. Inizia la cerimonia di saluto con 41 salve di cannone a cui bisogna aggiungere le 62 sparate dalla Torre di Londra - che accompagnano la sfilata delle Guardie scozzesi che suonano l’inno nazionale americano (quello britannico sarà suonato a cena). Barack e Michelle con la mano sul cuore tradiscono sui volti un momento di emozione, poi il presidente passa in rassegna il picchetto d’onore con il principe Filippo. «La regina ha curato i dettagli della visita» precisa un portavoce, sottolineando il «genuino calore delle parole scambiate fra i reali e gli Obama». Lo scambio dei regali vede gli ospiti sorprendere la regina con una collezione di foto sulla visita dei genitori in America nel 1939, facendo dimenticare la gaffe del 2009 quando Obama, che non era in visita di Stato, le portò dei cd. Elisabetta II ricambia con alcuni scambi di lettere fra re e presidenti. Dopo pranzo la regina mostra di persona la «Portrait Gallery»: il diario in cui Giorgio III nel 1783 scrisse «L’America è perduta!» auspicando un «futuro di amicizia», la "Capanna dello Zio Tom" regalata alla regina Vittoria e la foto della nave «HMS Resolute» il cui legno è servito per la scrivania della Casa Bianca. «Quello è il mio tavolo!» esclama il presidente. Hillary Clinton descrive la giornata come una «festa degli occhi» prima del trasferimento nell’Abbazia di Westminster. Nel pomeriggio l’incontro con il premier Cameron serve per creare un clima disteso, testimoniato dalla partita a ping pong con due studenti. È la cena di Stato con i 170 vip a sugellare l’accoglienza con i brindisi sulla convergenza di valori fra regina e presidente. Inizia Elisabetta, rifacendosi al discorso di insediamento di Obama per descrivere i «valori comuni» e termina il presidente citando Churchill e Shakespeare parlando dell’«identità britannica degli americani come me».