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 2011  maggio 25 Mercoledì calendario

GLI XMEN AI TEMPI DELLA GUERRA FREDDA

XMen. L’inizio . Alla fine hanno fatto il prequel. Quando è cominciato tutto? Quando è stato che l’illuminato Charles Xavier, il Professor X, e il tormentato Erik Lehnsherr, Magneto, hanno incrociato i loro destini dando ufficialmente il via alla saga dei fumetti Marvel? Sheldon Turner e Bryan Synger - due tipi abbastanza geniali, va detto - si sono messi a tavolino e hanno riscritto per il cinema questa storia eterna di amicizia, dolore, potere e diversità, inventata da Stan Lee e Jack Kirby nel 1963. Non troppo sofisticata. Però bella, proprio perché facilmente leggibile. L’hanno ambientata negli Anni 60, nel momento esatto in cui russi e americani si puntano addosso le testate nucleari ed evitano il disastro all’ultimo secondo aggrappandosi a quel fragile filo di buon senso che ancora rimane nel cervello degli uomini. Va da sé che a definire il confine impalpabile che divide la vita dalla morte sono i supereroi mutanti in lotta tra loro e non i governi ottusi dei due Paesi. «Volevamo che fosse chiaro che non capivano nulla di ciò che stava succedendo. Eppure il mondo non sarebbe più stato lo stesso», spiega Synger passandosi una mano sui capelli da marine. «Siamo sempre appesi a un filo. Ma ci sfugge chi può tagliarlo». Ha una faccia da Happy Days ma dice cose di un buonsenso che mette paura.
Il cast Per incastrare i tasselli hanno chiamato Matthew Vaughn e gli hanno consegnato la regìa. Poi hanno scelto il cast. Nicholas Hoult è Hank la Bestia, una January Jones meravigliosamente sexy è Emma Frost, Rose Byrne è la scienziata Moira Mc Tagger e Jennifer Lawrence è Raven-Mystique. Poi ci sono i tre pilastri del racconto: Michael Fassbender (Magneto), James McAvoy (Professor Xavier) e Kevin Bacon (Sebastian Shaw). Perfetti. «Avevamo bisogno di personalità forti, capaci di reggere il confronto con attori dei film precedenti come Patrick Stewart e Ian McKellen. Il risultato è esaltante». E’ venuto fuori un filmone a metà tra James Bond e Guerre Stellari che in Italia esce l’8 giugno. Funziona? Abbastanza.
Le origini del male Si parte con un flash back. Polonia. Un campo di concentramento. Il cinico Sebastian Shaw, un specie di dottor Mengele con devastanti superpoteri, costringe un bambino capace di piegare i metalli con la forza del pensiero ad assistere alla morte della madre. «Vieni dalla mia parte, domineremo il pianeta». Il bambino si ribella, eppure rimane in qualche modo affascinato dal suo carnefice. Lo vuole morto ma allo stesso tempo ne percepisce la forza.
Molti anni più tardi, ad Oxford, incontra Charles Xavier, un giovane insegnante col dono della lettura del pensiero. I due diventano amici. L’obiettivo comune è sconfiggere Shaw. Ma se il Professor X vuole difendere i mutanti dal mondo aggressivo che li circonda, Magneto li vuole riunire per radere al suolo quello stesso mondo che li guarda con diffidenza che sconfina nell’odio. «Ascoltami, amico mio: uccidere non ti darà la pace» dice il primo. «La pace non è mai stata un’opzione - risponde gelido l’altro - o noi o loro». Perché le ferite non sono necessariamente male o bene. Ci sono e basta. A volte guariscono. A volte rimangono ferite. Nel caso di Magneto non se ne vanno. Restano lì, come un dolore permanente che serve a ricodargli quanto la gente sia crudele. E ora anche lui.