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 2011  maggio 25 Mercoledì calendario

Papa Beatrice

• 1964 (~) Divenne popolare nel maggio 2010 in quanto ex proprietaria, insieme alla sorellla Barbara, dell’appartamento romano di via del Fagutale 2 che costò le dimissioni all’allora ministro dello Sviluppo Claudio Scajola • «La casa del ministro Claudio Scajola le due sorelle Papa l’avevano ereditata dalla mamma, Maria Fiamma Maione: una esuberante signora napoletana con esperienze nel cinema di cassetta morta il giorno dell’Epifania del 2003. Lì, a via del Fagutale 2, aveva sede la Mfm-cinetv srl società di doppiaggio, produzione ed eventi cinematografici, nata nel 1984 della Maione in società con le figlie Beatrice e Barbara. Il 31 gennaio del 2004 la società viene liquidata. A luglio l’incontro milionario con il cliente ministro e quel malloppo di assegni, 40 ciascuna, che le due versarono in banca facendo scattare l’allarme riciclaggio. Una decisione così lineare da sembrare naif in una storia ricca di scatole cinesi societarie, fondi neri e tante bugie. Il ministro ora è convinto che le Papa ricordino male. O mentano. Lo dice. Ma le due sorelle di quel rogito milionario hanno una memoria vivissima. E per tre volte mettono a verbale la verità imbarazzante per il titolare del dicastero dello Sviluppo economico: “Quegli assegni mi sono stati consegnati dal ministro Scajola”. La maggiore, Beatrice, è il motore immobile dell’operazione [...] “disoccupata” di lusso, un appartamento suggestivo alle spalle di Piazza Farnese dove vive con il suo compagno, è lei a curare la vendita. Sua sorella Barbara [...] anche lei “disoccupata” e residente in una delle vie più esclusive della Capitale, dirà ai finanzieri del nucleo tributario di Roma: “Ho firmato solo carte”. È Beatrice la prima ad essere sentita il 23 marzo. “Riconosco i 40 assegni circolari che mi vengono esibiti in copia emessi dalla Deutsche Bank il 6 luglio 2004. Mi sono stati consegnati dal ministro Scajola che ha acquistato la nostra casa di famiglia per 1 milione e 700 mila euro”. L’acconto, dice, “se non ricordo male mi fu versato nello studio del mio avvocato”. Il 25 aggiunge: “Fu il ministro in occasione della stipula davanti al notaio Napoleone, scelto da lui, a consegnarmi gli assegni che mi avete mostrato mentre la restante parte mi è stata data in contanti”. “Gli uffici dove ci siamo recati per la stipula erano in via della Mercede in una sala riunioni, penso, nella disponibilità del ministro”. Barbara conferma. Qualche giorno dopo Beatrice rettifica: “La somma a me consegnata dal ministro era tutta in assegni”. E cita come presente all’atto “anche il direttore dello sportello B della Deutsche Bank”. Tutto verificabile. Tutte menzogne?» (Virginia Piccolillo, “Corriere della Sera” 3/5/2010).