Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2011  maggio 25 Mercoledì calendario

Kalmanovich Shabtai

• Kaunas (Lituania) 18 dicembre 1947 (?), Mosca (Russia) 2 novembre 2009 (?) • «[...] sulfureo e misterioso [...] re della pallacanestro russa [...] audace spia del Kgb che operava negli anni Ottanta in Israele e che fu scoperta dal Mossad [...] ammazzato mentre transitava con la sua Mercedes S-600 blindata [...] davanti al Centro del Commercio Internazionale di Mosca, al 12 della Krasnopresnenskaja, il lungo fiume della Casa Bianca, la sede del governo russo. I killer hanno affiancato la vettura di Kalmanovich e gli hanno scaricato addosso venti proiettili, sparati da un vecchio kalashnikhov AK-S calibro 7,45 e da un fucile a pompa, di quelli in uso tra i mafiosi ceceni. L’autista dell’oligarca, pur ferito, ha cercato di inseguire l’auto degli assassini ma si è schiantato contro un albero dalle parti del bellissimo monastero di Novodevicij, accanto al cimitero più importante di Mosca. Insomma, una morte da film, degna conclusione di una vita da intrighi internazionali. Nessuno, oggi come oggi, può affermare di conoscere tutti i particolari della sua vita rocambolesca, compresa la sua data di nascita. La versione ufficiale è che Kalmanovich sia nato il 18 dicembre 1947 a Kaunas, in Lituania. Per il quotidiano Vedomosti, la data cambia: diventa 1948, per le agenzie di stampa il 1949. Laureato al Politecnico di Kaunas in ingegneria nel campo dell’automazione dell’industria chimica, nel 1971 era riuscito ad emigrare con la famiglia ebrea (di simpatie sioniste) in Israele. Un refuzniki che era diventato uno degli uomini più ricchi della diaspora russa in Israele. Una fortuna pilotata dal Kgb? Radio Eko di Mosca afferma che era stato arruolato dal Kgb. “Agente dormiente”. O, come dicono i russi, “agente congelato”. A “scongelarlo” sarebbe stato Putin, allora ufficiale del Kgb. Kibbutz, università di Gerusalemme, Cancelleria del governo: il cammino di Kalmanovich è impetuoso. Si occupa degli emigranti sovietici. Entra nel partito laburista, allora forza egemone in Israele, stringe amicizia con Golda Meir. Organizza tournée di artisti sovietici, investe nel settore immobiliare. Nel 1987, però, il controspionaggio israeliano lo incastra: spionaggio industriale. Rimedia nel 1988 una condanna a 9 anni, nel 1993 è graziato. Torna in Russia e di nuovo accumula ricchezze: costruisce e gestisce centri commerciali, si occupa di edilizia, farmaceutica, show-business. Porta in Russia Michael Jackson, Liza Minnelli, José Carreras. Si sposa tre volte, l’ultima moglie è la campionessa di basket Anna Arkhipova. La pallacanestro è la sua grande passione. Nel 2003 compra l’Ugmk di Ekaterinenburg e conquista l’Eurolega femminile. Due anni dopo, idem con lo Spartak, campione di Russia 2007 e 2008, più vittoria nella Eurolega. Kalmanovich, sempre nel 2008, è manager generale della nazionale femminile russa. Chi l’ha ammazzato dunque? Non certo gente dei servizi: Putin gli era amico e poi ha servito l’Urss. [...]» (Leonardo Coen, “la Repubblica” 4/11/2009).