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 2011  maggio 25 Mercoledì calendario

Eduardo DosReisCarvalho

• Mirandela (Portogallo) 19 settembre 1982. Calciatore. Portiere. Nel 2010/2011 al Genoa, fu «[...] protagonista di incertezze da prima pagina [...]» (Benedetto Ferrara, “la Repubblica” 3/2/2011) • «[...] è un abbaglio, uno di quelli che si prendono sotto i riflettori dei Mondiali. [...] Esce imbattuto dal girone di qualificazione. È il migliore in campo nell’ottavo di finale contro la Spagna, perso 1-0. Nella circostanza, attenzione, dimostra rapidità di riflessi, ma fragilità di carattere. Alla fine, accovacciato nell’area deserta, piange. Ha subito un trauma, non in quei minuti, sedici anni prima. Eduardo era un bambino che giocava in porta nei campetti di Mirandoleta. Di famiglia povera, doveva sempre farsi prestare i guanti, finché il padre risparmiò abbastanza da annunciargli: “Andiamo a comprarteli!”. Salirono in auto e non arrivarono mai al negozio. Ebbero un incidente. Eduardo volò dal finestrino, il padre morì sul colpo. Il resto è aneddotica di una malinconia perversa: l’allenatore gli regalò i guanti dicendo “te li manda tuo papà dal cielo”, la mamma gli affidò un rosario. Lui conserva ancora entrambe le cose e a loro si affida come amuleti. Oddio. Nell’estate post-mondiale [...] è un oggetto del desiderio. Lo vuole il Bayern, ma lui sceglie il basso profilo: Genova gli sembra più alla sua portata. Ci si trasferisce con la moglie Jessica, campionessa di atletica, che fa ogni mattina 10 chilometri di corsa tra Arenzano e Voltri. Lui è monumentale e felice. Quando, in ritiro, una cameriera lo incontra a un piano buio, in bermuda e infradito, si spaventa, ma quello accende il sorriso e lei capisce di che pasta è fatto. Che sia un po’ frolla non viene in mente a nessuno. Le tv locali trasmettono filmati di repertorio in cui Eduardo para tre rigori in una finale di Coppa o vola a togliere un pallone dal sette. [...] È successo qualcosa su quel prato di Città del Capo, come se [...] non si fosse mai rialzato. Come se tutti gli incubi rimossi fossero tornati a popolare i pomeriggi del portiere bambino. E avessero portato con sé i loro inseparabili amici: gli errori. [...] In nazionale il suo tracollo comincia con Portogallo-Cipro 4-4 (e 4 in pagella su tutti i giornali). [...] Contro la Norvegia incespica durante un rinvio e regala il gol del definitivo 0-1. Ma i tifosi del Genoa spengono l’eurovisione e si concentrano sul canale locale. Non va molto meglio. Dopo Genoa-Inter 0-1 “il Giornale” titola: “Benitez ha un goleador: Eduardo”. In effetti la rete di Muntari è tutta sua: s’inchina davanti a un tiro innocuo e lo fa passare. Con la Juventus fa il miracolo: resuscita una categoria dimenticata, l’autogol del portiere. [...] Manopalotestagol, cose da suicidio al fantacalcio: -3. C’erano segnali? Durante il riscaldamento il preparatore gli lanciava spioventi da prendere al volo. Risultato: 3 su 7. Poi si era messo a respingere di pugno. Con il Milan prende un gol da Ibra che fa dire al presidente Preziosi: “Questo lo cambio”. Come il resto, d’altronde. Ma aspetta troppo. [...]» (“la Repubblica” 18/1/2011).