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 2011  maggio 25 Mercoledì calendario

Conticello Vincenzo

• 1961 (~) Proprietario col fratello Fabio dell’Antica Focacceria San Francesco di Palermo, noto per il suo impegno contro il racket delle estorsioni • «“È lui, lo riconosco. È lui che è venuto a chiedermi il pizzo per conto della mafia”. Non ha avuto esitazioni [...] Vincenzo Conticello a indicare in aula, pubblicamente, l’emissario mandato dai boss a imporgli il prezzo del “quieto vivere”. “È lui, sono sicuro”, ha detto Conticello puntando il dito contro Giovanni Di Salvo, un tipo slanciato con occhiali e capelli brizzolati, alla sbarra con l’accusa di estorsione assieme a due personaggi di primissimo piano del firmamento mafioso: Francesco Spadaro detto Francolino, figlio di don Masino, ex re del contrabbando e della droga del quartiere Kalsa, e Lorenzo D’Aleo. “È lui”. Parole coraggiose, destinate a restare scolpite nella storia giudiziaria siciliana perché spezzano la legge del silenzio seguita di regola anche dalle vittime delle estorsioni. Rispondendo alle domande del pubblico ministero Lia Sava e del suo avvocato Stefano Giordano, Conticello ha ricostruito senza tentennamenti le tappe della vicenda, a partire dal quel fatidico 25 novembre del 2005, quando Di Salvo si presentò per la prima volta nella focacceria con l’atteggiamento baldanzoso tipico di chi lavora per Cosa nostra: “Cinquecento euro al mese e così ti metti in regola”. Mettersi in regola, nello slang mafioso, significa pagare e porsi sotto la protezione dei boss. Conticello, invece, andò dai carabinieri. Che piazzarono telecamere e microspie nel locale, riuscendo a registrare le visite di Di Salvo. Da qui l’inchiesta e gli arresti. La testimonianza di Conticello, che dalla sua storica focacceria situata nel cuore di Palermo ha sfamato a “pane e milza” Garibaldi qualche giorno dopo lo sbarco a Marsala, ha rifocillato Pirandello e ha visto sfilare molti personaggi del jet set internazionale, giunge in una fase nuova della vita siciliana, segnata da una rivolta antimafia che coinvolge operatori economici di vario spessore. [...]» (Enzo Mignosi, “Corriere della Sera” 19/9/2007).