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 2011  maggio 25 Mercoledì calendario

Catella Manfredi

• Livorno 18 agosto 1968. Manager. Amministratore delegato della Hines Italia, la partecipata della texana Hines impegnata a Milano con il progetto Porta Nuova • «[...] Di lui si sa che ha vissuto a Parigi e a Chicago, dove ha lavorato in finanza prima di essere scelto, nel 2001, come testa italiana del colosso immobiliare Hines [...] genitori di Caltanissetta [...] si è fatto le ossa all’estero per poi ripresentarsi in patria, fresco e semisconosciuto al punto giusto da poter prendere le redini di quell’impresa titanica che fa discutere amministratori e cementieri da quasi 50 anni. “Sono semplicemente un combinatore” dice di sé Catella. “Questo progetto è la migliore sintesi fra eccellenza italiana e innovazione internazionale” [...] sta lavorando per trasformare quell’area centrale di Milano in un polmone verde dove far vivere bene quasi 30 mila persone. La sua missione: mettere in piedi, di qui al 2013, 400 appartamenti, in vendita sotto l’hollywoodiano slogan “Dolcevita”, e altrettanti uffici definiti di grado A: per capirsi, quelli un po’ più cari da costruire, ma meno da mantenere. E molto americani. [...] I suoi compagni di avventura sono Salvatore Ligresti e più o meno tutte le banche del Paese: dall’Intesa Sanpaolo alla Popolare di Milano, passando per Unicredit (si dice che a Porta Nuova trasferirà la sede centrale), Monte dei Paschi di Siena e Antonveneta. Che lo ammetta o no, il valore aggiunto dell’uomo dalle mani ben curate sembra stare proprio in quella sua allure vagamente cosmopolita e dunque neutrale, rimarcata dalla scelta di una bella e garbata moglie, Kelly Russell, made in Usa anche lei. Laureato in economia alla Cattolica di Milano e specializzato in pianificazione urbana al Politecnico di Torino, Catella proviene da una famiglia di costruttori. Al padre Riccardo, deceduto cinque anni fa, ha dedicato una fondazione che porta il suo nome. “Fu papà, nel 2001, a credere nell’idea”. A dare l’accelerata, poi, l’incontro tra Gerald D. Hines, “un innovatore solido nel panorama immobiliare internazionale”, e Salvatore Ligresti, “proprietario di quasi metà dei terreni, ma romanticamente pronto a reinventarsi su un progetto nuovo”. Al bel Manfredi, giovane e italoamericanizzato al punto giusto, rimane “il ruolo del combinatore”» (Lucia Scajola. “Panorama” 8/4/2010).