Stefano Vecchia, Avvenire 25/5/2011, 25 maggio 2011
INDIA, 12 MILIONI DI BIMBE MAI NATE
Dopo i dati preliminari del censimento in corso diffusi poche settimane fa, uno studio pubblicato online dalle prestigiosa rivista scientifica The Lancet ha rilanciato il dibattito sulla “strage silenziosa” delle neonate e gli aborti selettivi che riguardano soprattutto e con ritmi crescenti le figlie dell’India. Fino a 12 milioni di bambine sono state eliminate prima della nascita dagli aborti selettivi in India negli ultimi tre decenni, rivela la rivista, che sottolinea come il crescente squilibrio demografico sta avendo e ancor più avrà in prospettiva enormi conseguenze dal punto di vista dell’ordine sociale.
I risultati del censimento mostrano che il rapporto tra i due sessi è sceso a 914 femmine ogni 1.000 maschi, riducendosi ulteriormente rispetto al dato del censimento 2001 che mostrava un rapporto 927-1 .000. Nonostante le campagne governative a tutela delle bambine e il divieto di determinare il sesso del feto o del nascituro secondo una legge del 1994, attualmente nel Paese asiatico – che ha raggiunto 1,21 miliardi di abitanti –, si registra un saldo positivo di 32 milioni di maschi. Oltre ai dati numerici, due altri elementi sono messi in risalto dalla ricerca di The Lancet, affidata a Prabhat Jha, docente di Scienze della salute all’Università di Toronto, in Canada. Il primo è la diffusione geografica, il secondo la penetrazione sociale. Il professor Jha ha infatti sottolineato ai mass media indiani come negli ultimi anni il fenomeno si sia esteso dall’India settentrionale e centrale alle sue regioni orientali e meridionali, dove prima era un fatto raro.
Ancora oggi, gli Stati orientali del Bengala Occidentale e del piccolo Mizoram cristianizzato, come pure i meridionali Kerala e Tamil Nadu, sono quelli col più alto livello economico e di istruzione de Paese e, a lungo, sono stati quelli con il minore numero di aborti selettivi. Proprio qui, però, come nelle grandi città, va invece diffondendosi ora la selezione sessuale. Questo smentisce la visione comune secondo cui il fenomeno sarebbe causato dalla necessità di perpetuare la discendenza familiare o di contribuire al sostentamento familiare, soprattutto in ambito rurale o tra i gruppi meno favoriti. Anche perché gli aborti selettivi si diffondono sempre più tra i ceti urbani. Come sottolinea la ricerca di The Lancet, nella crescente classe media «i genitori vogliono che almeno un figlio sia maschio e tendono a sopprimere una seconda figlia». Dunque, paradossalmente, il fenomeno si allarga anche ai gruppi più elevati socialmente in cui, a dispetto della crescita dell’istruzione, la cultura arcaica e maschilista continua ad essere forte. E a impregnare anche le stesse donne. Tanto da arrivare a un assurdo: oggi gli aborti selettivi sono praticati di più da madri istruite che da quelle analfabete, ha precisato Jha.