varie, 24 maggio 2011
Andrea Callegari, 41 anni. Di Banchette d’Ivrea (Torino), tossico e alcolizzato, la madre ricoverata in clinica da due anni, viveva in un palazzone popolare col padre Arduino detto Tony, 73 anni, venditore di legname con un carretto, a cui di continuo chiedeva soldi per bucarsi e comprarsi da bere: se il vecchio glieli negava erano botte, e infatti i vicini, che per Tony provavano «una gran pena», lo vedevano spesso coi lividi in faccia
Andrea Callegari, 41 anni. Di Banchette d’Ivrea (Torino), tossico e alcolizzato, la madre ricoverata in clinica da due anni, viveva in un palazzone popolare col padre Arduino detto Tony, 73 anni, venditore di legname con un carretto, a cui di continuo chiedeva soldi per bucarsi e comprarsi da bere: se il vecchio glieli negava erano botte, e infatti i vicini, che per Tony provavano «una gran pena», lo vedevano spesso coi lividi in faccia. L’altro pomeriggio, siccome non riusciva a far funzionare un cd, Andrea prese a insultare il padre e poi gli mise le mani addosso, allora lui afferrò un coltello da cucina, gli infilò la lama nel petto e, «pallido e tremante», andò a bussare a una vicina: «Chiama un’ambulanza, ho accoltellato mio figlio». Qualche istante dopo, però, resosi conto che il figlio non respirava più, tornò da lei, le disse «adesso vengono a prendere Andrea con la cassa da morto», e s’andò a sedere su una panchina bianca di fronte a casa. Pomeriggio di lunedì 23 maggio in un appartamento al secondo piano di un palazzone popolare in via Roma a Banchette d’Ivrea (Torino).