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 2011  maggio 24 Martedì calendario

CINEMA IMAX, PER VOCE ARANCIO

Chi entrerà in questi giorni nella sala cinematografica Uci Cinemas di Pioltello, cittadina a 15 km da Milano, per vedere Pirati dei Caraibi 4 – Oltre i confini del mare si troverà davanti a un’esperienza completamente nuova, ultima evoluzione di una tecnologia che viene da molto lontano.

La tecnologia Imax ha una discreta storia alle spalle. Tutto comincia alla fine degli anni Sessanta, quando quattro trentenni canadesi, facendo credere di avere molte più risorse di quanto non fosse nella realtà, riuscirono a trovare finanziamenti per un sistema cinematografico di nuova concezione, del quale non erano affatto sicuri che funzionasse. Invece funzionò benissimo nell’Expo di Osaka, in Giappone, nel 1970. E l’anno dopo il sistema, ormai denominato Imax, fu montato nell’Ontario Place di Toronto, dove continua ancora oggi a svolgere il suo lavoro.

Imax significa una proiezione di altissima qualità su schermi enormi e avvolgenti. La versione classica di questa tecnologia usa una pellicola larga 70 millimetri, mentre quella dei cinema normali è da 35. A differenza dei comuni proiettori, poi, la pellicola scorre in senso orizzontale e, a causa delle sue maggiori dimensioni, deve essere trascinata a tre volte la normale velocità. Un sistema estremamente complesso, con qualche curiosità. La lampada che fornisce la luce per la proiezione, per esempio, contiene gas xeno a una pressione di 25 atmosfere. Quando il tecnico deve cambiarla, a causa del pericolo di esplosione, deve indossare una protezione simile a quella degli artificieri. E duro lavoro per i proiezionisti lo danno anche le pizze per alloggiare la voluminosa pellicola: un film di due ore e mezza arriva pesare 250 chili.

Il risultato è la visione di immagini ad alta risoluzione su schermi che possono andare da 22x16 metri fino ai 36x30 metri del cinema di Sidney, il più grande Imax esistente. Oltre mille metri quadri di immagini da vedere, per intendersi. Lo spettatore non assiste più a una scena: ci vive praticamente dentro.

Mentre la maggior parte delle 528 sale Imax del mondo (compreso quella del Parco Oltremare di Riccione, fino ad oggi l’unica in Italia) continua a usare la tradizionale pellicola, nel cinema di Pioltello si scrive una storia diversa, che abbandona la celluloide. Due proiettori digitali, costantemente controllati dal computer per evitare qualsiasi imperfezione, disegnano immagini tridimensionali su uno schermo largo venti metri e alto dieci. Leggermente curvo, lo schermo è molto più vicino alle poltrone di quanto non accada in un cinema ordinario. Grazie all’altissima risoluzione anche agli spettatori delle prime file vedono immagini perfette.

Il film finisce per invadere tutto il campo visivo, facendo letteralmente scomparire la sala e lasciando solo lo spettacolo. Aggiungendo il 3D, come nel caso di Pirati dei Caraibi 4, in proiezione dal 18 maggio, l’effetto coinvolgente è completo. Anche grazie al suono, da sempre altro punto di forza della tecnologia Imax. Nella sala UCI vengono sparati 12.000 watt di potenza, ma distribuiti su un sistema avvolgente, anche questo monitorato da computer, dove i diffusori sono allineati tra loro dal laser e dove le condizioni vengono adattate continuamente grazie ad undici sensori sparsi in sala.

Ovviamente, tanta tecnologia ha un costo. Per trasformare in Imax una delle sale del suo multiplex di Pioltello, Uci Cinemas ha speso 600.000 euro solo in ristrutturazioni, cui va aggiunta la somma investita per proiettori, schermo e diffusori. Ma questo non ha fermato il primo gruppo italiano come numero di schermi, che sta pensando a realizzare un’altra sala Imax nella zona di Roma. Del resto il rapporto di biglietti acquistati per sala è molto vantaggioso per l’Imax. In meno di una settimana di prevendita a Pioltello sono stati venduti 1144 biglietti per I pirati dei Caraibi 4 in Imax, contro i 233 della sala 3D normale. Anche il prezzo del singolo biglietto è più alto: 13 euro (11 per bambini e over 65).

I 340 posti della sala di Pioltello non rappresentano solo un avanzamento tecnologico, ma anche una scommessa dal punto di vista dei film proposti. Molte sale Imax sono infatti dedicate principalmente alla proiezione di documentari, e non di film commerciali. Spesso ospitate in musei e centri di divulgazione scientifica, hanno avuto il loro punto di forza nel proporre avventure naturalistiche o spaziali impressionanti. Ma per un film commerciale i costi di produzione interamente in tecnologia Imax sono enormi, e questo rischia di frenare la diffusione di questi prodotti. Due sono i trucchi per superare le difficoltà: girare film con tecnologia tradizionale tenendo quella Imax solo per alcune scene oppure impiegare il sistema Dmr (digital media remastering), che permette di riadattare film convenzionali allo standard Imax.

La scommessa parte con i Pirati, ma sono in programma altre storie in versione Imax. Come Cars 2, dal 22 giugno; Trasformer 3, dal 29; la seconda parte di Harry Potter e i doni della morte, dal 13 luglio e Kung Fu Panda 2, dal 26 agosto. Nei prossimi mesi, l’afflusso di pubblico nel cinema alle porte di Milano sarà cruciale per determinare strategie future, magari di apertura di nuove sale nel resto d’Italia.