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 2011  maggio 24 Martedì calendario

MISSERI Cosima

MISSERI Cosima (Serrano) Avetrana (Taranto) 6 gennaio 1955. Moglie di Michele e madre di Sabrina, il 26 maggio 2011 fu arrestata per il delitto della nipote Sarah Scazzi, uccisa ad Avetrana (Taranto) il 26 agosto 2010 (secondo l’accusa «Sabrina la strangolò mentre lei guardava poi portarono insieme il corpo in garage. Michele stava dormendo, lo svegliarono e gli ordinarono di aiutarle»). Michele era stato arrestato il 6 ottobre 2010 (si dichiarò colpevole dell’omicidio), Sabrina il 15 ottobre 2010 (innocente). Vedi anche MISSERI Michele, MISSERI Sabrina, SCAZZI Sara • «[...] Secondo la Procura, quindi, Cosima ha mentito raccontando di dormire e non aver sentito nulla, quel 26 agosto, quando Sarah fu ammazzata. Dicono gli investigatori che la donna non solo avrebbe coperto sua figlia Sabrina e suo marito Michele [...] ma che avrebbe anche partecipato all’omicidio di Sarah e all’occultamento del cadavere. [...] Il delitto sarebbe avvenuto casa e non in cantina, davanti a Cosima, probabilmente al termine di una lite di famiglia. Tramonta quindi l’ipotesi del garage con il raptus di gelosia di Sabrina o l’istinto sessuale di Michele. A fare cambiare rotta agli investigatori una serie di nuovi risultati raccolti negli ultimi mesi di indagine: si tratta di nuove testimonianze, in particolare quella di un vicino di casa. E soprattutto dall’ascolto di una serie di intercettazioni telefoniche e ambientali [...]» (g. fosch., “la Repubblica” 24/5/2011) • «[...] la donna in nero, la mamma e la moglie ferita, la donna impassibile che passa dai sospetti dell’opinione pubblica (“Cosima, Cosima sa tutto” ripetono nei talk show televisivi, sui forum Internet, come se fosse il Cluedo, il giallo da tavola) a quelli dei magistrati. [...] Esibisce la sua innocenza come un trofeo: “Io non ho niente da nascondere e non sono quella che voi descrivete: io sono una donna, una mamma che sta soffrendo”. Ecco se c’è una differenza con la figlia e il marito lei non racconta di sognare Sarah. “Per me è come se non fosse morta: è come se fosse sempre in casa, la vedo mentre passa veloce in corridoio, in cucina, in camera di Sabrina. È dietro il cancello che dice: ‘Sono io zia, apri, apri’” [...]» (Giuliano Foschini, “la Repubblica” 24/5/2011).