Giovanna Gabrielli, il Fatto Quotidiano 24/5/2011, 24 maggio 2011
IL FATTO DI IERI - 24 MAGGIO 1976
IL FATTO DI IERI - 24 MAGGIO 1976 - “Arriva prima di partire” era lo slogan-choc del Concorde, il jet dei miracoli capace di volare a due volte la velocità del suono e di atterrare davvero, grazie al gioco dei fusi orari, due ore prima del decollo, come fu per i passeggeri a bordo di quel volo Parigi-Washington del 24 maggio ’76, il primo, senza scali, sulla rotta per gli States. Quando, a pochi mesi dal lancio ufficiale, era già per tutti “la magnifica macchina del tempo”, in giro per la stratosfera a sfidare le leggi fisiche e a sbriciolare record. Costosissimo gioiello della tecnologia anglo-francese, 9 mila miliardi di lire per 20 esemplari in tutto il mondo, con un tocco di francesità in più anche per via di quella “e” finale imposta da De Gaulle, in stile grandeur, al collega McMillan. Per l’avveniristico supersonico, fusoliera stretta, ala a delta, finestrini grandi quanto un pacchetto di sigarette, traversate leggendarie, immaginate per far volare star, sceicchi, capitani d’industria, tutti elettrizzati dal brivido della velocità e dall’ebbrezza di aragoste e champagne serviti a 18 mila metri di quota. Un sogno finito con lo schianto del 2000, al decollo da Parigi, quando l’aquila d’argento chiuderà definitivamente le sue ali.