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 2011  maggio 24 Martedì calendario

PREMI E WELFARE D’IMPRESA, I CONTRATTI DOPO MIRAFIORI

La sede, la Fiera di Bergamo, è la stessa delle Assise della Confindustria e da oggi ospiterà una manifestazione decisamente singolare: la mostra-mercato della contrattazione sindacale. A organizzarla è la Cisl della Lombardia e l’esistenza stessa di un evento come questo è la dimostrazione che siamo già in pieno dopo Mirafiori. Il conflitto in fabbrica perde molti dei connotati ideologici, i sindacalisti una volta l’anno presentano agli iscritti e all’opinione pubblica cosa hanno fatto di concreto e quali contratti hanno portato a casa, le imprese mandano i loro rappresentanti in Fiera per imparare qualcosa, prendere appunti e copiare le buone pratiche. È un doppio trionfo del pragmatismo perché: a) come sostiene Gianluigi Petteni, segretario generale della Cisl lombarda, «in questo momento storico non c’è un modello di relazioni industriali, siamo tutti alla ricerca di buone soluzioni» ; b) mentre a Roma vige il bipolarismo confederale (Cisl-Uil da una parte e Cgil dall’altra) la maggioranza degli accordi che si sottoscrivono sul territorio, compresi quelli che si fanno carico della produttività aziendale, porta tre firme. Ma vediamo come funzionano gli accordi di nuova generazione, quelli che si lasciano alle ortiche i modelli contrattuali del passato e cercano, seppur con evidenti limiti e contraddizioni, di delineare nuovi profili negoziali. Prendiamo il welfare aziendale, tema storicamente sottovalutato da Cgil-Cisl-Uil e che ha conosciuto un revival dopo che una delle più prestigiose multinazionali made in Italy, la Luxottica, lo ha somministrato ai suoi dipendenti e ne ha fatto addirittura una bandiera. La Tecnofar di Sondrio è un’azienda famiglia che produce acciai speciali, ha in tutto 90 addetti e ha negoziato nel gennaio 2011 la creazione di un fondo sanitario integrativo («Arcobaleno» ) che viene alimentato dall’azienda con un contributo mensile di 10 euro per ciascun dipendente. L’azienda ha previsto anche un’erogazione di 250 euro sotto forma di buoni acquisto per quei lavoratori che non abbiano fatto durante l’anno più di due assenze brevi (inferiori ai 5 giorni consecutivi), fatti salvi ricoveri ospedalieri e malattie contemplate nel contratto nazionale. Il Banco di Desio ha firmato un’intesa con i sindacati del credito per istituire borse di studio per i figli degli impiegati, che vanno dai 500 euro l’anno per gli universitari fino a 150 per la scuola media inferiore, e ha previsto anche un premio una tantum di 300 euro per il dipendente che consegua la laurea. Annota Pier Giorgio Caprioli, l’ex segretario nazionale della Fim-Cisl che ha coordinato il lavoro di preparazione della fiera: «La contrattazione del welfare è agli inizi e quindi stiamo sperimentando. Ma il futuro è promettente e insistiamo per inserire questa materia nelle piattaforme rivendicative. Anche perché molto spesso si tratta di interventi che si giovano di detassazione e decontribuzione» . Che in questo in quell’accordo lo scambio preveda clausole antiassenteismo non spaventa la Cisl. «Guardi che la gente è favorevole, gli operai conoscono i professionisti dell’assenteismo e non vogliono certo coprirli. Di conseguenza siamo favorevoli a premi legati in parte alla presenza effettiva sul posto di lavoro, ci garantiamo però che non venga intaccato il diritto alla salute» . La novità più pepata, tra quante contenute negli accordi sindacali che saranno discussi alla Fiera di Bergamo, riguarda le intese per la produttività. I casi più interessanti sono quelli della Tesmec (energia), del gruppo N&W Global (distributori automatici) della Chemisol (chimica fine). Alla N&W è stato istituito un nuovo premio di redditività collegato al raggiungimento dell’Ebitda di gruppo e sono stati introdotti dei correttivi nel calcolo dell’assenteismo. In parallelo sono stati incrementate le indennità per i turni e il notturno. Il sindacato ha accettato di introdurre il salario di ingresso con riduzione di paga scaglionata in 30 mesi ma in cambio l’azienda, per stabilizzare quanti lavorano con contratti a tempo determinato, ha istituito una nuova prassi: un «bacino delle professionalità» da cui l’azienda si impegna ad attingere al momento di assumere sine die. Se in dodici mesi il lavoratore non ha ricevuto offerte la N&W si impegna a erogargli un incentivo all’esodo pari a 90 euro per ogni mese di anzianità maturato con contratti a termine o interinali. Qui la Fiom non ha firmato, si è andato al referendum e ha perso. Alla Tesmec di Grassobbio (Bergamo), 300 dipendenti, che guarda alla Borsa e quindi ha necessità di affrontare il prossimo triennio «con accentuata attenzione alle dinamiche organizzative e produttive» , è stato ridefinito il premio di risultato che per il 40%è collegato all’Ebitda e ai ricavi di vendita del gruppo, per un altro 40%all’efficienza globale della produzione e per il restante 20%a un indicatore di qualità. Infine è stato istituito un indice di professionalità che rappresenta una forma di incentivazione individuale collegata a un percorso formativo e a una valutazione finale del singolo lavoratore. Commenta Caprioli: «Ci troviamo di fronte alla volontà delle imprese di erogare superminimi unilateralmente e quindi per evitare errori o discriminazioni abbiamo accettato di scrivere nero su bianco gli incentivi individuali. Un buon premio di produttività, comunque, deve essere flessibile. Deve pagare in tempi normali ma quando le vacche sono magre deve mettere in condizione l’azienda di spendere meno. Sarebbe un controsenso erogare premi e chiedere la Cassa integrazione!» . Anche alla Chemisol di Castellanza, infine, è stato negoziato un premio di partecipazione legato ai risultati di produttività, qualità, certificazione e professionalità. E quest’ultimo parametro risulta condizionato al superamento di un percorso formativo che porta al raggiungimento di piena autonomia operativa. La terza novità riguarda gli accordi sugli esuberi a fronte di crisi di mercato. Sull’esempio dell’accordo Electrolux ora il sindacato punta a coinvolgere attivamente le imprese nella ricollocazione dei propri dipendenti e nella reindustrializzazione del territorio. E accordi in questa direzione sono stati raggiunti con il gruppo Indesit ma anche con la Tamoil per la raffineria di Cremona. «Presentiamo queste intese con l’idea che anche in una fase di forti difficoltà economiche si possa fare della buona contrattazione— conclude Petteni —. E vogliamo che dalla crisi si esca non usando tonnellate di ammortizzatori sociali ma inventando soluzioni più razionali» . Dario Di Vico