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 2011  maggio 16 Lunedì calendario

Fmi: che cos’è e come funziona? - Che cos’è l’Fmi, ora colpito dallo scandalo sessuale di Strauss-Kahn? Il Fondo monetario internazionale è forse la più importante delle branche specializzate dell’Onu (a parte le competenze politiche generali del Consiglio di sicurezza): a differenza di tante istituzioni che operano a margine dei problemi globali, o che si limitano a formulare auspici, l’Fmi esercita un potere immenso e diretto di controllo sull’economia mondiale e su quella dei singoli Stati in preda a dissesto finanziario

Fmi: che cos’è e come funziona? - Che cos’è l’Fmi, ora colpito dallo scandalo sessuale di Strauss-Kahn? Il Fondo monetario internazionale è forse la più importante delle branche specializzate dell’Onu (a parte le competenze politiche generali del Consiglio di sicurezza): a differenza di tante istituzioni che operano a margine dei problemi globali, o che si limitano a formulare auspici, l’Fmi esercita un potere immenso e diretto di controllo sull’economia mondiale e su quella dei singoli Stati in preda a dissesto finanziario. Come è nato e come funziona il Fondo? È stato tenuto a battesimo nel 1945 dalla conferenza di Bretton Woods, che ha gettato le basi dell’economia globale del dopoguerra. Ora aderiscono 186 Paesi, però nell’Fmi non vale il principio «uno Stato, un voto»: ogni Paese dispone di un numero di voti proporzionale alla sua quota di partecipazione (capitale versato). Per esempio gli Stati Uniti hanno il 17,68% e l’Italia il 3,36%. La figura del direttore (come Strauss-Kahn) è importante o solo d’onore? È essenziale. Il Fondo ha una struttura complessa (Consiglio dei governatori, Consiglio esecutivo e altri organi) che fa capo al direttore come massima autorità operativa. Quali sono le competenze specifiche dell’Fmi? La sua funzione è di correggere gli squilibri economici di breve periodo, mentre degli squilibri strutturali si occupa un’istituzione sorella (ma molto meno potente), cioè la Banca mondiale (che promuove lo sviluppo a lungo termine dei Paesi arretrati). Il Fondo monetario concede prestiti a breve termine per raddrizzare gli squilibri della bilancia dei pagamenti, e nei casi più gravi sovrintende alla ristrutturazione dei debiti esteri. L’Fmi impone di solito ai Paesi piani di risanamento molto pesanti, in stile lacrime e sangue: taglio delle spese pubbliche, quasi a prescindere dai costi sociali, privatizzazioni e liberalizzazioni, apertura al capitale estero ecc. Da qui l’accusa di essere il braccio armato dell’ultraliberismo e del neoimperialismo economico. Qual è la giustificazione di interventi così drastici e controversi? Innanzitutto il Fondo crede a quello che fa, cioè che la promozione del libero mercato sia la soluzione migliore ai problemi dei Paesi poveri o in gravi difficoltà. E poi sul piano pratico l’Fmi ha necessità di rientrare in tempi prevedibili dei soldi che concede in prestito (non li dà mai in regalo) in modo da ricostituire il capitale disponibile per gli interventi futuri in altri Paesi. L’intervento è una specie di commissariamento? Sì, in molti casi si è rivelato così invasivo da compromettere (temporaneamente) la sovranità dei Paesi interessati, oltre a scuotere l’autorità dei governi, costretti a imporre ai loro cittadini sacrifici impopolari. Le ricette del Fondo sono vissute da chi le subisce come affronti alla sovranità nazionale, e ogni volta chi le mette in pratica rischia di perdere le elezioni (dove ci sono elezioni libere) o di perdere il posto in modo più cruento (se al potere è un dittatore incapace di controllare le sommosse popolari). Allora perché molti Paesi accettano imposizioni così pesanti dall’Fmi? Perché l’alternativa è fra bere e affogare. Se uno Stato dichiara bancarotta puramente e semplicemente nessuno compra più le obbligazioni di quello Stato, per anni o per decenni, perché la fiducia è distrutta, e a niente vale recriminare che il fallimento è stato colpa di politici corrotti o che i soldi del Paese sono stati portati all’estero. Se vuole tornare a chiedere prestiti sui mercati finanziari (ma è un «se» teorico, di fatto senza alternative) uno Stato deve accettare di mettersi sotto la tenda a ossigeno del Fondo monetario, incassandone i prestiti (cioè gli unici soldi disponibili al momento) e le relative condizioni. Le politiche del Fondo sono auto-giustificate da una logica economica infallibile? No, l’Fmi ha molti critici. Come minimo gli si imputa di aggravare le crisi congiunturali con le sue politiche restrittive; un po’ più di indulgenza con i Paesi che ricevono i prestiti, viene sostenuto, sarebbe d’aiuto. A volte gli stessi funzionari dell’Fmi riconoscono come giustificate queste critiche, ma dicono che di fronte all’emergenza non ci sono alternative. Come mai Strauss-Kahn, un socialista francese, si trova alla guida dell’Fmi? In effetti Strauss-Kahn sembra inadatto alla guida di un’istituzione così «americana» nell’ideologia, caso mai sarebbe tagliato per la Banca mondiale, che ha una prassi molto più attenta alle esigenze sociali e meno rigida nelle richieste economiche ai Paesi beneficiari dei prestiti. Ma una regola non scritta vuole che per smussare le asperità ideologiche alla guida dell’ultraliberista Fmi sia sempre un europeo e a quella della morbida Banca mondiale un falco americano.