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 2011  aprile 30 Sabato calendario

PIONATI, IL DECIMALE VINCENTE: «IO SALVO IL GOVERNO DI B.»


Recita l’inno dell’Alleanza di centro: “Noi vogliamo difendere l’onore di chi non ha più santi da pregare/ di chi, espropriato da ogni suo diritto, si sente oppresso dal dovere tutto/ di chi non ha uno straccio di lavoro/ raccoglieremo voci in un sol coro”. Il leader dell’Adc, una delle sei sigle della galassia dei Iniziativa Responsabile, è Francesco Pionati, ex vicedirettore del Tg1. I Responsabili salvarono B. il 14 dicembre scorso, giorno della fiducia. Da allora, il nome di Pionati compare nel toto-rimpasto.

Pionati, il vostro inno è diventato un cult.

Vero, è una marcetta paramilitare di facile ascolto. Siamo stati fortunati, io credo nella Provvidenza.

La Provvidenza ha mandato nell’Adc anche Debora Caprioglio.

È una persona straordinaria, che fa teatro serio. Purtroppo è prigioniera del cliché dell’attrice che ha fatto i film di Tinto Brass. Così come io mi porto dietro il cliché del demitiano.

Ma lei ormai è un avellinese berlusconiano.

A differenza di De Mita, Berlusconi si disinteressa del potere. De Mita, invece, pur di sistemare i nipoti in Campania è passato da Bassolino a Caldoro.

Giudizio un po’ ingrato.

Io per rimanere nel centrodestra sono uscito dall’Udc, è De Mita che è immorale.

Faccia la nota come ai tempi del Tg1. Tema: la Lega rompe.

In questi giorni si fanno le scelte per il futuro sistema politico.

Tremonti complotta coi leghisti?

Che loro abbiano una preferenza per Tremonti ci credo. Ma così lo danneggiano. Il titolo del Giornale (“Tremonti aizza la Lega”, ndr) è stato un segnale chiaro. Rischiamo un clima di diffidenza permanente.

Libia suolo di divisioni.

Le minacce della Lega sono a scopo elettorale. Vedremo la prossima settimana.

Il berlusconismo sta finendo?

Berlusconi deve capire che fin quando parlerà al cuore degli italiani vincerà. Il problema è chi sta attorno a lui e usa il pallottoliere. Quando si circonda di persone così si indebolisce.

La matematica conduce al triumviro Verdini, il grande regista del rimpasto che ancora non c’è.

Niente nomi e polemiche personali. Però non capisco.

Cosa?

Se la Destra prende un sottosegretario il nome lo fa Storace, capo di quel partito. Se tocca ai Responsabili sono gli altri a selezionare.

Aspettate dal 14 dicembre.

La fiducia non è stato un giocherello. C’è stato il tentativo di decapitare Berlusconi.

Una ghigliottina azionata anche dalla libdem Melchiorre, aspirante sottosegretaria.

Se Cesare fosse sopravvissuto a Bruto, dubito che si sarebbe ripreso Bruto in casa.

Il rimpasto langue.

È stato scavalcato da un’emergenza più grande, causata dalle minacce di Bossi.

Però il suo nome è sempre al centro di polemiche. Sul rimpasto, ovviamente.

Perché sono un personaggio. Dicono che aspirerei alla Comunicazione . Una pura sciocchezza. Lo dicono perché sono un giornalista. Se fossi un campione di nuoto mi metterebbero nella casella dello Sport.

Entra o non entra, allora?

Non è un problema di poltrone, ma di dare dignità e forza alla terza gamba della coalizione. Quando sono andato via dall’Udc, il Pdl mi ha offerto di tutto. Invece ho fondato un partito. Io faccio politica.

Quindi?

Ci sono tutte le condizioni per cui possa entrare.

I Responsabili diventeranno un partito, pare di capire.

Ci sono due progetti paralleli. Da una parte noi dell’Adc, dall’altra una formazione meridionalista.

Per fare cosa?

Sono un bipolarista convinto. Il mio schema è un nuovo pentapartito: Pdl, Lega, Storace, i meridionalisti e noi. Vorrei che l’Adc fosse come il Pri, che con il suo due per cento influenzava il 40 della Dc.

Al momento i numeri dell’Adc sono più bassi.

I decimali sono decisivi. Con lo 0,7 in più si vincono le elezioni. Noi siamo stati determinanti alle regionali in Lazio e Piemonte.

Oggi?

Corriamo nelle 23 principali città in cui si vota. A Chioggia andiamo con la Lega.

Si sente ancora democristiano?

Sì, perché democristiano nel senso buono significa moderazione.

Un democristiano contro: Casini. Lei ostacola il ritorno a destra dell’Udc.

È Casini che si ostacola da solo. Non sa che cosa fare e ha subordinato un partito alla sua ambizione personale di guidare uno dei due poli.

Tra vent’anni i Responsabili verranno ricordati per Scilipoti?

Forse l’apparenza a volte lo danneggia, ma è una persona di passione profonda. Ha messo da parte le sue ambizioni personali per il gruppo. Un vero regista.