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 2011  aprile 30 Sabato calendario

Se il lupo torna a fare paura: «In Liguria ora sono troppi» - Il lupacchiotto Ormea si è guardato intorno, diffidente, poi si è allontanato silenzioso nella neve, lontano dagli uomini che per quasi cinque mesi lo hanno curato

Se il lupo torna a fare paura: «In Liguria ora sono troppi» - Il lupacchiotto Ormea si è guardato intorno, diffidente, poi si è allontanato silenzioso nella neve, lontano dagli uomini che per quasi cinque mesi lo hanno curato. Ma non sarà mai più un lupo libero. La sua caccia troverà i confini del recinto degli otto ettari riservati a Entraque nel parco delle Alpi Marittime. Era un lupacchiotto di pochi mesi quando si è presentato il 24 ottobre del 2010 affamato, malato, con una zampa fratturata e malamente saldata, davanti al panificio pasticceria di un paesino del cuneese quasi al confine con la Liguria, Ormea. Il nome gli è rimasto. Il pasticciere, Fabio Lanfranco, gli ha dato qualche panino e qualche dolce. Il piccolo lupo, che il giorno prima era stato avvistato vicino al paese ma non si era lasciato avvicinare, li ha mangiati, quella mattina era troppo solo e troppo spaventato per fuggire ancora come il suo istinto gli avrebbe suggerito. Ormea è un animale selvatico, la diffidenza non l’ha mai abbandonato anche se gli uomini lo hanno curato, sistemato la zampa e restituito ai boschi il marzo scorso: «Non potrà tornare completamente libero — dice Francesco Giraudo del centro di Entraque — era molto piccolo quando è stato trovato e non ha avuto l’imprinting della caccia, non saprebbe sopravvivere» . Nel parco c’è Giulia, una lupa di una decina d’anni. Ormea e Giulia potrebbero, forse, diventare branco. «Uomini e lupi» , così si chiama il progetto del parco delle Alpi Marittime. Un grande ritorno del predatore nel nostro territorio, per chi lo studia e lo segue, iniziato una ventina di anni fa e ormai consolidato. Il lupo dalle zone centrali dell’Italia, soprattutto l’Abruzzo, ha cercato nuovi terreni di caccia verso il nord, arrivando in Liguria e in Piemonte, o verso sud, ad esempio in Calabria. Un centinaio di lupi sono censiti fra Liguria e Piemonte. Animale leggendario, animale dell’oscurità e della ferocia, simbolo dell’inconscio e della natura ferina di ogni essere vivente, il lupo di nuovo fra noi suscita sentimenti contrastanti. Dagli anni Settanta è una specie protetta. Ma negli ultimi mesi gli attacchi dei lupi nelle vallate liguri e del basso Piemonte contro le greggi, anche molto vicino alle case dei pastori, si sono fatti più frequenti e gli allevatori hanno lanciato un allarme: «A estinguerci saremo noi» . Ma branchi di pochi individui, possono davvero fare tanto danno? «L’ultimo attacco— dice Aldo Lomanto, allevatore di oltre 1.400 pecore — ha lasciato sul terreno quindici animali, macellati. Altre volte ne ho trovati dieci, dodici. Uno spettacolo orribile. Qualche pecora era ancora viva nonostante le ferite. Ma in tanti anni che aspetto di notte l’arrivo del lupo non sono mai riuscito a vederne uno. La mattina trovo le pecore sgozzate e so che c’è stato. Il lupo non è solo un grosso danno, è uno stress continuo per chi come me alleva pecore» . Alla fine, a Lomanto imbracciare quel fucile vietatissimo anche da norme europee non spiacerebbe: «Lo so che è protetto. Ci sono sanzioni pesantissime, non mi sognerei mai di toccarne uno. Però dico che hanno iniziato a attaccare prede più grandi, come i vitelli di qualche giorno. E prima o poi arriveranno all’uomo» . Gli esperti negano questa eventualità: «Da quando è tornato— dice Giraudo— non si è registrato un solo episodio che coinvolgesse l’uomo. Il lupo caccia solo per mangiare» . Piero Fossati, assessore alla provincia di Genova, ha appena varato un programma di risarcimenti per gli allevatori che hanno perso animali uccisi dal lupo. «Ci sono i mezzi per contrastare le sue scorribande. Ma poi dico una cosa: ho avuto occasione di vedere un branco di cani inselvatichiti. Hanno attaccato due grandi struzzi in un agriturismo e li hanno fatti letteralmente a pezzi. Non credo che i lupi avrebbero fatto un simile scempio».