Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2011  aprile 18 Lunedì calendario

RISCATTARE LA LAUREA HA UN ALTO COSTO: IN AIUTO ARRIVANO GLI INCENTIVI FISCALI

Sono state oltre 20mila le domande di riscatto laurea nel 2010, poche però se si considera che in Italia ogni anno si laureano 300mila persone. La ragione sta probabilmente nei costi dell’operazione. Basti pensare che per una persona che ha preso la laurea nel 1996 (anno in cui è entrato in vigore il sistema contributivo), e che guadagna 30mila euro lordi l’anno, per ogni anno riscattato deve pagare 10mila euro. L’importo si riduce sensibilmente se si è all’inizio della carriera e si guadagna poco. Per esempio, se un neolaureato comincia con un part- time di 10mila euro lordi l’anno, i contributi da versare per ogni anno di studio riscattato sono pari a 3.300 euro (il 33% dell’importo), ma se ancora non si lavora, l’importo cresce a 4.800 euro per anno, dato che in questo caso l’Inps utilizza come riferimento lo stipendio minimo per artigiani e commercianti, pari a 14.500 euro (lordi) l’anno. E’ invece difficile calcolare l’importo da versare per coloro che si sono laureati prima del 1996. Infatti l’Inps ricorda che in questi casi sono tanti i fattori che incidono nella quantificazione: l’età, il periodo da riscattare, il sesso (in quanto le donne hanno una vita attesa più lunga), l’anzianità assicurativa, le retribuzioni percepite negli ultimi anni. Comunque, pur a fronte di importi che possono essere elevati, vi sono interessanti incentivi. Il primo consiste nella possibilità di dedurre dal reddito l’intero importo dei contributi versati per il riscatto della propria laurea, e nel caso di giovani neolaureati senza reddito, vi è la possibilità per i genitori che li hanno fiscalmente in carico di detrarre dalle imposte il 19% dei contributi pagati per conto dei figli. La seconda facilitazione è data dalla possibilità di pagare l’importo in 10 anni con 120 rate mensili, senza interessi. «Questi incentivi che esistono dal 2008 — spiega Domenico Proietti, segretario confederale della Uil con delega per la previdenza— sono il risultato del protocollo sul welfare del 2007 firmato da governo e parti sociali, ma per aumentare il numero degli utenti del riscatto, che è un istituto che giudichiamo positivamente, occorrerebbe informare di più i giovani al momento della laurea, e magari anche cercare di semplificare ulteriormente la procedura, che in realtà è già oggi abbastanza facile». In effetti, nel 2008, con l’introduzione degli incentivi vi è stato un picco delle domande, che avevano raggiunto le 60mila unità, scese però a 30mila nel 2009. Per quanto riguarda la procedura poi basta andare al sito www. inps. it per trovare tutte le informazioni necessarie. Il modulo per la domanda è scaricabile dal sito, e va poi inviato, insieme alla copia della laurea, alla sede Inps di competenza, oppure consegnata ai patronati. Non vi sono particolari condizioni per il riscatto, visto che può essere richiesto da qualsiasi categoria di lavoratori (dipendenti, parasubordinati, o autonomi), in qualsiasi momento, fermo restando che durante il periodo di studi universitari non si deve aver avuto una contribuzione (effettiva o figurativa). Tenuto conto di incentivi e facilitazioni, secondo il presidente dell’Inps, Antonio Mastrapasqua, lo scarso ricorso al riscatto della laurea è dovuto prevalentemente alla ridotta conoscenza dei meccanismi dell’istituto: «Ad esempio, sonopochiasapereche i contributi versati all’Inps per il riscatto della laurea possono essere poi trasferiti alla cassa previdenziale che si avrà per motivi professionali. Per questo motivo stiamo intensificando le iniziative di informazione, come quella del prossimo 25 maggio, in concomitanza con la presentazione in Parlamento del bilancio dell’Inps, quando tutte le scuole, nell’ambito di una "giornata per il futuro", dedicheranno qualche ora al tema dellaprevidenza». Per 0 futuro si conta di realizzare iniziative specifiche di informazione nelle università, anche in adempimento al dovere di educazione previdenziale che ricade sull’Inps. Ma sono in arrivo anche importanti novità per la procedura del riscatto, come anticipa il presidente dell’Inps Mastrapasqua: «Nelle prossime settimane, con la conclusione dei test, sarà possibile inviare online la domanda di riscatto, possibilità che si aggiunge a quella già operativa di pagamento online dei contributi, e stiamo definendo un protocollo con il Miur, per avere da loro la conferma dell ’ esistenza della laurea del richiedente, dispensandolo così dalla presentazione della copia del titolo».

----

Mio figlio ha richiesto all’INPS i conteggi per il riscatto della laurea. Ha 28 anni e lavora in banca. Per 87 settimane sono stati richiesti 18.700 euro rateizzabili e deducibili in 10 anni. Alla luce delle attuali normative pensionistiche è un’operazione che ha un senso?
ENRICO C. e-mail

Le «attuali normative pensionistiche» potranno di sicuro cambiare nei prossimi 30-40 anni. E’ probabile che andranno nel senso di pensionamenti a età più alta, in linea del resto con la longevità che cresce (quasi 80 anni per gli uomini e 84 per le donne, all’ultima rilevazione). Gli anni riscattati ora, soprattutto a un costo contenuto poiché calcolato sulla paga di un ventottenne, potranno essere usati per il conteggio degli anni necessari a maturare l’anzianità lavorativa, che sarà sempre comprensiva degli anni di lavoro più quelli «riscattati». Lo Stato non tradirà chi acquisisce diritti ufficiali. Se ci sono i soldi per pagare (di fatto è una forma di risparmio previdenziale), per me l’operazione ha senso.
Glauco Maggi, La Stampa 18/4/2011