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 2011  aprile 30 Sabato calendario

FONTANE DIVINE. IN UN LIBRO I GIOCHI D’ACQUA DEDICATI AI PAPI

Giovanni XXIII, il «Papa buono», era solito concludere le sue passeggiate presso la fontana della Capanna Cinese, chiamata così perché sorge accanto a un padiglione orientale donato dai cattolici cinesi nel 1933. La fontana di Benedetto XVI è invece in fase di costruzione. Dedicata a san Giuseppe, nome di battesimo di Ratzinger, e progettata dagli architetti Giuseppe Facchini e Barbara Bellano, sorgerà tra il palazzo del Governatorato e l’ abside della basilica di San Pietro. Voluta dal cardinale Giovanni Lajolo e donata dai Patrons of the Arts in the Vatican Museums, la fontana di Giuseppe sarà la centesima di quelle che si incontrano all’ interno dei quarantaquattro ettari del territorio vaticano. L’ occasione è stata presa al volo per celebrare le cento fontane con un restauro generale e la pubblicazione di tre corposi volumi che ne raccontano la storia, illustrandola con immagini fotografiche e disegni ad acquarello. Il primo volume, curato da Pier Carlo Cuscianna, è uscito in questi giorni e raccoglie le fonti dislocate nei viali e nel bosco del Vaticano. Gli altri due usciranno nei prossimi due anni. I libri offrono una visita virtuale inedita: non tutte le fontane sono infatti accessibili al pubblico, anche se Lajolo ha annunciato che in futuro potrebbero essere organizzate delle visite guidate «purché vengano rispettati la segretezza e il silenzio di questa Città». Libri anche belli da leggere e da sfogliare. «Che glorificano Roma come regina delle acque», commenta l’ architetto Paolo Portoghesi. «I papi hanno realizzato nel corso dei secoli una specie di rete sanguigna di acquedotti punteggiata da fontane, creando un sistema che, svincolato dalle funzioni pratiche diventa gioco, arte, godimento estetico». E, per i credenti, nella sorgente d’ acqua zampilla anche la vita eterna. In attesa di una possibile visita dal vivo si può seguire dunque un percorso guidati dalle pagine del primo volume, «Le cento fontane (99+1) del Vaticano», ed. Città del Vaticano. Un viaggio attraverso trenta monumenti (più il progetto della centesima fonte) che parte dalla fontana delle Api, la prima che si incontra all’ ingresso di Sant’ Anna proseguendo in salita verso il cortile del Belvedere, e termina con la fontana del Mappamondo, sormontata da un grande globo con le insegne araldiche di papa Gregorio XVI che la fece costruire nel 1833. In mezzo, vasche d’ acqua di tutti i tipi, da quelle naturalistiche, con rocce e piante esotiche, a quelle impreziosite da reperti antichi come la fontana del sarcofago, ai piedi della facciata anteriore della Cappella Sistina, che raccoglie l’ acqua in un reperto romano del III secolo d.C., decorato con una frenetica scena di caccia magistralmente scolpita sulla parete frontale. C’ è la fontana della Scogliera, rinverdita da una collezione di piante tropicali importate da Africa e Sud America, fino a poco tempo fa piena di pesci e ora disabitata a causa dei gabbiani famelici che hanno svuotato tutte le vasche del Vaticano tranne un paio dotate di rete di protezione. La più rumorosa è la fontana delle Cascatelle, che si annuncia da lontano con il suo concerto di acque ruscellanti tra le rocce in mezzo al bosco. Le più silenziose sono la fontana del Fungo, che non lancia zampilli, ma lascia filtrare l’ acqua da piccoli fori che alimentano la verzura del cappello, e la fontana del Laghetto, contornata da grandi lecci. Ci sono la fontana dell’ Aquila, quella delle Aquile e quella dell’ Aquilone, la più grande della serie, con un volume di ottocento metri cubi d’ acqua. Voluta da Paolo V. è anche la più spettacolare, costruita ad imitazione di un ampio antro boschivo, con fragorose cascate e grotte che ospitano draghi e altre creature fantastiche, oltre a un tritone che cavalca un delfino, scolpito nel 1611 da Stefano Maderno.
Lauretta Colonnelli