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 2011  aprile 30 Sabato calendario

WEB ITALIANO VICINO AL BLACKOUT

Decine di migliaia di siti collassati, posta elettronica certificata fuori uso, internet a zero per alcune ore. Con una prima stima dei danni per le aziende che potrebbe sfiorare i 5 milioni di euro. È il blackout che ieri ha colpito la rete italiana, causato da un incendio divampato nel quartier generale di Aruba Spa, 1,65 milioni di clienti per 100 milioni di euro di fatturato, uno dei più importanti hosting provider colpito al cuore nella sua sede di Arezzo, dove si trovano circa 10mila server.

I fatti. Alle 4,30 della mattina di venerdì un corto circuito all’interno degli armadi batterie e dei gruppi di continuità (i così detti sistemi Ups) scatena le fiamme: «È immediatamente entrata in funzione la piattaforma di rilevamento incendi, che in sequenza ha spento il condizionamento e attivato l’estinzione – ha spiegato Aruba – ma poiché il fumo sprigionato dalla combustione della plastica delle batterie ha invaso i locali della struttura, il sistema ha interpretato il persistere del fumo come una prosecuzione dell’incendio e ha tolto automaticamente l’energia elettrica». Risultato: Internet giù, milioni di dati inaccessibili per alcune ore anche se «confermiamo che nessun danno è stato arrecato ai server e agli storage che ospitano i contenuti dei nostri clienti e alle persone. Non si è verificata alcuna perdita di dati».

L’azienda si è messa subito al lavoro per ripristinare i servizi, con l’amministratore delegato, Stefano Cecconi, sul campo a dirigere i lavori, anche se il blackout ha causato un iniziale effetto domino su tutta la rete. Alle 8 i vigili del fuoco riescono a domare l’incendio, alle 10,30 la prima delle tre sale server viene riattivata, la seconda intorno alle 12, l’ultima alle 15,30. E quindi il "giallo" delle batterie, gestite dal gruppo Eaton: «Sono da completare i lavori di sostituzione di tutte le 1.200 batterie e di tutti gli Ups con prodotti di altra marca – dice Aruba – e queste attività proseguiranno per tutto il fine settimana».

Ora l’attenzione si sposta sulla vicinanza tra i gruppi di continuità e le stanze dei server. L’azienda dichiara: «Nonostante sia consuetudine installare le batterie all’interno del data center, per evitare il ripetersi di quanto accaduto da oggi le batterie del data center di Arezzo e di tutti gli altri saranno installate in appositi locali, esterni e separati dalla struttura».

E mentre il Codacons annuncia una class action, è iniziata una prima conta dei danni. Tra i clienti di Aruba, anche grossi nomi come Mondadori e Vodafone, che interpellati hanno dichiarato di essersi affidati ai server aretini solo per «servizi davvero minimali», così come anche il Comune di Milano.

Ma quanto è costato questo black-out? Secondo Andrea Giuricin, economista dell’Istituto Bruno Leoni, «i danni diretti non superano il mezzo milione di euro, mentre quelli indiretti sono stimabili in 3-5 milioni».