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 2011  aprile 29 Venerdì calendario

MORRICONE: "UNISCO L´ITALIA MISCHIANDO VERDI CON MAMELI"

Ci voleva l´arte del maestro Ennio Morricone per mettere d´accordo il Va´ pensiero verdiano e l´Inno di Mameli. E azzerare così, grazie ad un sorprendente scambio di parti tra orchestra e coro, anni di polemiche, di azzardi e strappi in chiave separatista e di conseguenti, piccati richiami all´Unità. Saranno solo tredici minuti verso le nove di sera, ma quando il maestro Morricone salirà sul palco del Concertone del primo maggio per dirigere (in diretta su RaiTre e su Radio 2) l´Orchestra Roma Sinfonietta nella sua inedita Elegia per l´Italia, lascerà di sicuro un segno forte nella piazza della festa sindacale solitamente destinata al rock. «Ho pensato di mettere insieme nella prima parte della mia Elegia il coro verdiano e i Fratelli d´Italia» spiega Morricone, «e i due brani saranno contemporaneamente ascoltabili dal pubblico».
Maestro, come c´è riuscito visto che, per ritmo e andamento della melodia, i due brani sono molto diversi tra loro?
«Con qualche compromesso nell´armonizzazione e alcune licenze musicali. Che però non si sentono, anzi i brani restano del tutto riconoscibili. Quando l´orchestra suonerà Fratelli d´Italia, che nella mia versione rinuncia al tempo di marcetta per diventare più pensoso e riflessivo, il coro canterà il Va´ pensiero; viceversa, quando l´orchestra suonerà Verdi allora il coro intonerà Mameli».
Una scelta ricca di significati non solo musicali.
«Direi soprattutto un significato morale contro l´appropriazione indebita che la Lega ha tentato negli ultimi anni, un tentativo di scippo che considero però temporaneo. Il canto di Verdi è un canto del Risorgimento italiano e dell´Unità d´Italia».
Ci saranno altri riferimenti nella sua Elegia?
«Sì, in apertura si ascolta anche "Addio mia bella addio", un canto della prima guerra mondiale anch´esso molto significativo per l´Unità d´Italia».
Anche in musica l´elegia è di solito un pezzo triste.
«In questo caso c´è una festa e io l´ho scritta per la ricorrenza. Ma se penso al futuro, io mi aspetto un´Italia migliore».
Lei non ha mai suonato in una piazza così rock e tanto gremita.
«Sì, mi preoccupa solo che l´amplificazione, sistemata per il rock che ci anticipa e che segue, sia giusta anche per l´orchestra, speriamo che il suono e le voci non siano trascurati. Se poi l´Elegia piacerà o no è un altro conto, ma io spero che piaccia».
Ultimamente ha definito il rock «suono primordiale», eppure lei ha frequentato anche il pop, a suo tempo.
«Certo, ero arrangiatore alla Rca insieme a Luis Bacalov. Sono passato attraverso il pop, il twist, il samba, la bossa nova, anche il rock, e credo che abbiamo dato moltissimo alla musica leggera, conferendogli un suono italiano, arrangiamenti sempre autonomi dalla melodia. Quando però il direttore artistico della Rca cominciò a pretendere l´imitazione dei modelli americani, allora ho smesso».