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 2011  aprile 20 Mercoledì calendario

E IL MESSIA VENNE SU UN DISCO VOLANTE

Incontri ravvicinati del terzo tipo; ma stavolta direttamente in chiesa. Succede, a voler accostare il muso grinzoso di E.T. a certe pagine dell’AT (sta per «Antico Testamento»)... Eppu­re l’argomento è accattivante: «Il mito extraterrestre sembra oggi volersi pre­sentare sempre più come vera e pro­pria nuova religione, o meglio ancora una parodia della religione, fortemen­te connotata in chiave messianica dall’attesa della figura dell’alieno co­me possibile (o prossimo?) salvatore di un’umanità ormai tragicamente in cri­si ». Il marziano al posto di Cristo; o più precisamente: come un cristo laico, materialista, scientificamente accetta­bile, immanente e tuttavia – proprio come il Figlio di Dio – disceso dal cielo, da un’entità intellettualmente evoluta e forse moralmente superiore, per por­tare un messaggio di progresso e pa­ce... Sì, è accattivante questa lettura delle «radici occulte di un mito moder­no », compendiata da Enzo Pennetta e Gianluca Marletta nel loro Extraterre­stri (Rubbettino, pp. 136, euro 11): un lavoro che – soprattutto nella parte dovuta a Marletta – offre una bella mo­le di spunti di riflessione sui rapporti tra l’ormai ultra-decennale boom (let­terario, cinematografico, fumettisti­co...) della cultura ufologica e l’evolu­zione della sensibilità religiosa o co­munque spirituale contemporanea. La tesi, detta con le parole degli autori, è la seguente: «Il mito extraterrestre, nei suoi aspetti para-messianici e para­mistici, sembra offrire un formidabile punto d’arrivo per quello spirituali­smo moderno che, a partire dallo spi­ritismo del XIX secolo, giunge fino al più recente New Age». Dunque vedia­mo – riprendendo il classico schema degli «incontri ravvicinati» tra terrestri e alieni – in quali stadi si articolerebbe tale presunto contatto tra E.T. e le figu­re del sacro.

Incontri del primo tipo: l’«esegesi extraterrestre»
E se il carro di fuoco che rapì in cielo il profeta Elia fosse stato un disco volan­te? Non c’è nulla da ridere: un inge­gnere austriaco ha persino disegnato il veicolo spaziale di cui parlerebbe la Bibbia... Difatti per gli ufologi, anzi più correttamente i cultori di paleo-astronautica, non c’è dubbio che persino i libri sacri possano fornire prove di contatti con esisten­ze d’altri pianeti. Elia è il caso più patente, ma si citano spesso anche la visione di Ezechiele e l’episodio dei «gigan­ti » che al dire della Ge­nesi abitarono sulla Terra dei primordi: secondo ipotesi di esperti diventati celebri a suon di mi­lioni di copie dei loro libri, Eric Von Daniken e Zacharia Sitchin, i «giganti» biblici sarebbero appunto alieni che – congiuntisi con le «figlie degli uomini» – generarono lo scatto evoluzionistico fondamentale dai primati all’ homo sa­piens...
Ovviamente la teoria è assai più complessa, e viene spesso condita dal sospetto che l’esegesi tradizionale cattolica abbia volutamente occultato il vero senso dell’episodio veterotesta­mentario per nascondere una «verità» scomoda. Ma questo è un corollario «complottista», su cui – anche a parere dei nostri autori – non val la pena di soffermarsi troppo.

Incontri del secondo tipo: l’«ipotesi parafisica»
La teoria è stata elaborata da John Keel dopo aver studiato numerosissime te­stimonianze di persone che avrebbero avuto contatti con gli Ufo e aver con­cluso che non si può trattare solo di casi psichiatrici. Piuttosto, per la for­ma fantasmatica e immateriale assun­ta da tante presunte manifestazioni a­liene, egli propende a considerarle co­me l’equivalente moderno dei folletti delle fiabe medievali o degli spiriti evocati dai medium ottocente­schi (non a caso, vari ufologi della prima ora erano anche spiriti­sti...). In questo caso, dunque, il contatto dell’uomo con gli alie­ni – attraverso mezzi diversi, fino al rapi­mento – indica in mo­do «moderno» il lega­me antico e insopprimibile con una dimensione ultraterrena. Insomma, come se i marziani colmassero il vuoto lasciato dalle religioni nell’ansia di so­prannaturale dell’uomo ormai ateo.

Incontri del terzo tipo: l’«angelo di tenebra».
Col che si va un passo oltre: gli esserini verdi che scendono dai dischi volanti altro non sarebbero se non inviati dall’aldilà, dal cielo oppure dagli infe­ri. Alcune correnti della Chiesa orto­dossa, ad esempio, propendono per un’interpretazione demoniaca, secon­do la quale gli Ufo sono espressioni sa­taniche da cui difendersi con i classici mezzi della fede (esorcismi compresi).
La medesima visione è condivisa da u­na corrente esoterista cristiana, per cui i marziani farebbero parte di un pro­getto che si può avvicinare alle profe­zie apocalittiche: secondo il francese Jean Robin, per dire, gli Ufo sono uno di quei fenomeni («forse il più impor­tante di tutti») che indicano l’avvento degli ultimi tempi. E «quale forma po­trebbe essere più efficace – scrive Mar­letta – di un Anticristo che si mostrasse come salvatore giunto dallo spazio?».
Comunque, conclusa la disamina dei fenomeni in cui si manifesta il lato re­ligioso degli Ufo, i due autori esprimo­no un’ipotesi interessante: «Il mito ex­traterrestre potrebbe concretizzarsi in una forma di parodia del religioso for­se ancor più ’perfetta’ di quella rap­presentata dalle ormai vecchie ideolo­gie politiche (dai marxisti ai marziani, ndr.)... Al pari delle religioni, d’altron­de, esso possiede una sua ’storia della salvezza’ (l’idea che gli extraterrestri si siano manifestati e rivelati progressi­vamente durante le varie fasi della sto­ria umana), i suoi profeti, il suo ’mito della creazione’, i suoi miracoli». È la religione di 2001: Odissea nello spazio, il film di Stanley Kubrick non a caso intessuto di simbolismi: l’«uomo nuo­vo » che si libera dai condizionamenti del computer Hal 9000 – insieme tec­nologia e divinità – per acquistare la conoscenza definitiva e divinizzare se stesso. A mezz’altezza tra lo spirituali­smo di un paradiso troppo lontano, e il materialismo arido della tecnologia, si libra insomma un disco volante che lancia il suo richiamo di sirena: extra­terrestre, portami via...