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 2011  aprile 19 Martedì calendario

I conti della Lega euro per euro: ecco le ricchezze del Senatùr - Un partito in piena cresci­ta, e che guadagna

I conti della Lega euro per euro: ecco le ricchezze del Senatùr - Un partito in piena cresci­ta, e che guadagna. La Lega Nord ha chiuso l’ultimo anno con un utile netto di oltre 7,5 mi­lioni di euro, e mentre le segrete­rie territoriali sono alle prese con la chiusura dei rendiconti dell’anno fiscale in corso,le pre­visioni sembrano già conferma­re il trend molto fruttuoso per il partito di Bossi. «Roma ladrona riempie le casse della Lega» tito­la il giornale on line Linkiesta che ha spulciato le 30 pagine del bilancio 2010 della Lega Nord, trovandoci diverse voci interessanti. In effetti siamo passati dal folklorismo in canot­tiera e Lancia Delta, alla gran­deur padana, a volte nemmeno così spartana (vedi l’Audi A8 che scorta il capo). Restando in tema automobilistico si trova metro eloquente per il cambio antropologico vissuto dalla Le­ga Nord, da movimento orga­nizzato a partito di potere con annessi e connessi. La spesa per il parco auto è cresciuta nel­l’ultimo anno censito, il 2009, di ben 848.500 euro, arrivando a quota 1.315.928 versati per tra­sportare i leghisti in giro per l’Italia (anzi, per la Padania). Questo perché aumenta il nu­mero delle sezioni, soprattutto nelle terre vergini del leghismo, l’Emilia Romagna,e le spese lie­vitano. Ma con l’aumentare del­le uscite, radicandosi il partito, crescono anche le entrate, che per buona parte sono costituite dai rimborsi elettorali, propor­zionali ai voti. La Lega è riuscita a portare in cassa, tra politiche e amministrative, circa 18 milio­ni di euro di contributi pubbli­ci, essenziali per fa funzionare la macchina. E nel prossimo bi­lancio, quello 2011, i leghisti si leccheranno i baffi perché rien­treranno i contributi delle ele­zioni di maggio, dove si preve­de un bel botto (elettorale e quindi economico) per Bossi e commilitoni. «L’ultimo partito leninista» lo definisce Maroni, e in verità il bilancio racconta quanto il par­tito chieda ed ottenga dalle ta­sche dei suoi eletti. Uno sforzo economico non paragonabile ai 1.000-1.500 euro che le altre segreterie pretendono dai loro parlamentari. Per deputati e se­natori della Lega si parla di cir­ca 3-4mila euro mensili passati al partito, per un conto totale di 8.129.705 euro all’anno, parec­chio di più degli 857.817 euro raccolto dalle donazioni dei simpatizzanti. Valori variabili però, quelli dei versamenti ono­revoli, perché c’è una classifica dei parlamentari più generosi col partito. Il primo è Matteo Bri­gandì, avvocato, consigliere (decaduto) del Csm, che ha gira­to 103mila euro alla Lega. Mol­to più dei 29mila euro di Rosy Mauro, fedelissima di Bossi, o dei 36mila del capogruppo al Senato Federico Bricolo. Danno ma prendono pure. Il totale dei rimborsi spese chiesti dagli uomini della Lega alla Le­ga è stato di 1.137.997 euro, più altri 570mila euro di «collabora­zioni » e altri rimborsi, con in più il costo degli affitti, in au­mento di 500mila euro. Costa anche mantenere il variegato mondo dell’associazionismo padano,le realtà tipo l’Automo­bil club padano, la Padania cal­cio (quella gestita dal Trota), i Volontari verdi, i Musicisti pa­dani, i Padani nel mondo. Tra tutti si bevono 3.633.271 euro del partito, ma senza nessun rimpianto. Alcuni di loro han­no finanziamenti ulteriori, co­me è successo per la scuola Bosi­na, cara a lady Bossi (che la diri­ge), e che nel 2010 ha preso 800mila euro dallo Stato. Un po’ più controverso è il mondo delle società collegate al partito, e riassunte nella hol­ding padana, la Fin Group, cas­saforte del leghismo insieme al­la Pontida Fin, che gestisce le proprietà immobiliari del parti­to, valutate in 12 milioni di eu­ro. La Fin Group (di cui ha quo­­te Bossi in persona) ha come og­getto sociale l’assunzione di «partecipazioni a scopo di stabi­le investimento». Ma nell’ulti­mo anno censito le partecipa­zioni sono calate 128mila a 85mila euro. Due delle società partecipate e finite maluccio so­no la Padania Viaggi, cancella­ta nel 2010 dal registro imprese, e la Check-up, società di son­daggi leghisti, cancellata l’anno scorso. Vanno male le cose an­che per un’altra controllata, la Media Padana Srl, mentre risul­tano attive la Bicicletta padana (promozione del ciclismo e ven­dita on line della «bici padana» a 250 euro) e la Celticon Srl, proiezioni di film e programmi tv (che però ha chiuso il 2009 con un debito verso Equitalia di 270mila euro). Si spende anche in promozione: un milione in manifesti e propaganda, 2.445.431 euro in pubblicità. Con un mistero nel bilancio. Au­mentano i depositi bancari ma diminuiscono i proventi finan­ziari. Cambiare banca, magari? Visto che quando si è trattato di farsene una, padana, non è an­data benissimo.