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 2011  aprile 19 Martedì calendario

LA GRECIA A UN PASSO DAL CRAC.IL MERCATO CREDE ALLA BANCAROTTA —

Parla sotto il vincolo dell’anonimato. Ma i suoi interlocutori sono giornalisti tedeschi, gente solitamente con i piedi per terra, e inoltre giornalisti di un’autorevole testata come «Die Welt» . Per questo l’annuncio che giunge da un ministro greco senza nome e senza volto, nell’anticipazione di un’intervista che verrà diffusa in queste ore, viene preso molto sul serio, a Berlino come ad Atene e nel resto d’Europa. Perché dice che il «fallimento» della Grecia, cioè la ristrutturazione del suo debito ormai insostenibile, è imminente, dietro l’angolo. Non è più un’ipotesi teorica. C’è gente che vi sta lavorando su, carte alla mano. Anche se «non è nelle carte, questa opzione» — glissa con curioso contrappunto il ministro delle Finanze Georges Papaconstantinou. Il suo collega anonimo la pensa diversamente: «Era chiaro fin dall’inizio» che a una ristrutturazione si sarebbe arrivati e «la questione adesso non è più se ristrutturiamo, ma solo quando» . Le voci che circolano ormai da settimane riprendono dunque vigore, sempre più negate, o anche smentite anticipatamente, e tuttavia sempre più forti. Proprio quando decolla fra Lisbona, Bruxelles e Washington il negoziato sui fondi per il salvataggio del Portogallo. E proprio quando, a Helsinki, rintocca un’altra campana inquietante con la vittoria elettorale della destra populista che si oppone al salvataggio «comunitario» del Portogallo e di qualsiasi altro Paese Ue (meno la Finlandia, si presume). La ridda delle voci ha sui mercati il risultato di sempre, cioè fa schizzare all’insù i rendimenti dei titoli di Stato del Paese in difficoltà. Ieri quelli decennali della Grecia hanno raggiunto un nuovo primato storico: 13,8%(dopo aver lambito il 14%), cioè i rendimenti più alti dai giorni in cui fu introdotto l’Euro. Il governo e le altre fonti ufficiali continuano a dire che sì, la crisi c’è, ma è ancora sotto controllo. E smentiscono di aver già chiesto ufficiosamente la ristrutturazione del debito durante l’ultima riunione dei ministri finanziari europei, l’Ecofin, a Budapest. La Commissione europea è sulla stessa lunghezza d’onda: nessuna ipotesi di ristrutturazione, e la strategia anti-crisi del premier George Papandreou è «molto ambiziosa» . Un giudizio più articolato verrà espresso fra un paio di settimane quando una commissione di esperti volerà da Bruxelles ad Atene per valutare la situazione. E quando, fra pochi giorni, Papadopoulos svelerà il suo piano di medio termine per ridurre il deficit (diversi sindacati già preannunciano altri scioperi). Intanto, però, uno solitamente prudentissimo come George Provopoulos, governatore della Banca centrale, si sbilancia fino ad ammettere che la Grecia è oggi «a un punto critico» , ma esorcizza ogni prospettiva di ristrutturazione del debito: non è «necessaria né auspicabile» . Ma l’ex primo ministro socialista Costas Simitis lancia il monito opposto: «La Grecia deve procedere il prima possibile alla ristrutturazione del proprio debito. Che, se preparata bene, può avere effetti tali che in 15-20 anni il Paese potrà ricostruire con ottimismo un’economia stabile» .
Luigi Offeddu