Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2011  aprile 20 Mercoledì calendario

NEI CONTI DEL MILAN AUMENTA IL ROSSO

Tornano in profondo rosso i conti del Milan. C’è una perdita netta di 64,8 milioni di euro nel progetto di bilancio al 31 dicembre 2010 della squadra di calcio di proprietà al 99,99% della Fininvest di Silvio Berlusconi.

Questo dice la bozza di bilancio approvata dal consiglio di amministrazione guidato da Adriano Galliani, vicepresidente vicario, che oggi viene sottoposto all’assemblea dei soci. I conti anticipati dal Sole 24 Ore si riferiscono all’Ac Milan Spa, non al bilancio consolidato del gruppo, che tiene conto integralmente delle risultanze delle società controllate, in particolare la Milan Entertainment, la società cui è stato trasferito il marchio, oltre alla Milan Real Estate. I valori dei due bilanci non coincidono, anche se sono simili.

Nell’esercizio 2009, l’anno della vendita di Kakà al Real Madrid che generò una plusvalenza di 63 milioni, la perdita netta di bilancio del Milan Spa era di 18,95 milioni. Nel bilancio consolidato di gruppo del 2009 il rosso era inferiore, 9,84 milioni.

È indubbio quindi che nell’anno solare 2010 c’è stato un forte peggioramento dei conti rossoneri. Le plusvalenze da cessione di calciatori si sono ridotte a 25,5 milioni, rispetto ai 74 milioni del 2009, dato che comprendeva oltre all’effetto Kakà la vendita di Yoann Gourcuff con un guadagno di 11,2 milioni. Le minusvalenze da calciomercato sono di 1,51 milioni, rispetto a 24.979 euro del 2009. Il valore della produzione del Milan Spa, escludendo le plusvalenze da calciomercato che impropriamente alcuni club, Milan compreso, ma anche Inter e Juventus, inseriscono nel giro d’affari, si è ridotto l’anno scorso a 193,7 milioni, da 215 milioni circa del 2009 (-9,9%). I diritti televisivi hanno generato entrate per 109,5 milioni, in calo dai 116,45 milioni del 2009 (-6%).

È aumentato invece il costo del personale, pari a 186,23 milioni rispetto ai 172,3 del Milan Spa nel 2009 (+8,1%). Segno che i proclami di riduzione degli ingaggi dei calciatori fatti periodicamente dalla dirigenza sono solo teorici. Per il costo del personale il bilancio consolidato, che sarà reso pubblico in assemblea, dovrebbe esprimere per l’intero gruppo un valore di 6-7 milioni più alto rispetto al Milan Spa. Nel 2009 il consolidato indicava un costo del personale di 178,81 milioni.

Le perdite della società avrebbero potuto essere più alte se, oltre a plusvalenze nette da calciomercato per 24 milioni, non ci fossero proventi da partecipazioni per 22,5 milioni e imposte attive per 24,4 milioni. La perdita prima delle tasse è di 89,24 milioni (-12,74 nel 2009) e si riduce a 64,8 milioni perché sono contabilizzate imposte attive per 24,4 milioni. Senza queste voci il Milan avrebbe chiuso con una perdita superiore a 100 milioni.

Nello stato patrimoniale sono esposti debiti complessivi per 450 milioni e crediti per soli 130 milioni. Il patrimonio netto della società a fine anno è positivo per 7,26 milioni, ma durante l’esercizio ci sono stati versamenti in conto capitale per 26,1 milioni dalla Fininvest. Forse sarà una consolazione per i milanisti, che sono comunque in testa al campionato, sapere che l’Inter nel bilancio al 30 giugno 2010 ha fatto peggio di loro, con un rosso di 69,05 milioni.