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 2011  aprile 20 Mercoledì calendario

IL RISPARMIO OLTRE IL LOW-COST, PER VOCE ARANCIO

«Quando si sente la parola low-cost, il pensiero corre spontaneamente ai mobili Ikea, ai voli Ryanair e alla auto Dacia. Ma questi prodotti a prezzo contenuto sono solo la parte più visibile di un new deal che sta cambiando l’economia e la società occidentale e che corre su due binari paralleli: la neosobrietà e la nuova economia low-cost» (Filippo Astone e Rossana Lacala, Italia low cost, Aliberti editore, 2011).

Per economia low-cost non s’intende solo prezzo basso, ma una filosofia produttiva aziendale che si fonda sull’innovazione e sull’ottimizzazione dei processi di produzione. Sicuramente vendendo su internet, ma anche lavorando su economie di scala, risparmiando in aree non direttamente attinenti alla qualità (distribuzione, packaging, logistica) e facendo svolgere al cliente alcuni servizi che prima erano compiuti dall’azienda (vedi il montaggio fai-da-te di Ikea).

L’associazione Assolowcost, in collaborazione con Databank e Boston Counsulting Group, ha provato a mettere insieme tutti i dati del settore low-cost in Italia. Eccoli: nel 2009 il valore del low-cost di qualità era di 67,729 miliardi di euro, pari al 4,45% del Pil nazionale, con un incremento rispetto al 2008 del 12%. Per il 2010 è stimato un ulteriore aumento dell’8%. Gli occupati sono tra i 700 e gli 800mila.

Se il low-cost fosse un’unica azienda, sarebbe la seconda in Italia dopo l’Eni e prima di Fiat, Finmeccanica e Assicurazioni Generali.

La sociologa Monica Fabris, presidente della Gpf e associati: «Grazie al low-cost centinaia di migliaia di italiani hanno riscoperto la cura della propria casa, scatenando la loro creatività e introducendo cambiamenti che in passato sarebbero stati impensabili. Per non parlare delle generazioni che hanno scoperto la possibilità di visitare le capitali europee a poco prezzo o di gestire direttamente investimenti e risparmi attraverso il Conto Arancio» (da Italia low cost di Filippo Astone e Rossana Lacala).

Cosa diversa dal low-cost è il cheap, parola che in inglese ha il doppio significato di “economico“ e “scadente”. Tradotto: prezzo basso a qualunque costo, senza tenere conto della qualità, della legalità, dei diritti dei lavoratori, dell’impatto sull’ambiente.

Nel 2009 la società di consulenza strategica Boston Consulting Group ha realizzato uno studio intitolato The Consumer Sentiment Barometer. I ricercatori hanno condotto 8.000 interviste su consumatori di cinque Stati europei (Germania, Francia, Spagna, Italia e Gran Bretagna) e hanno stilato un decalogo dei nuovi consumatori occidentali:

1. Less is more. Meglio poche cose ma funzionali.
2. Lusso addio.
3. Professionisti dello shopping. Prima di acquistare cercare sempre le offerte.
4. Verde e conveniente.
5. Il piacere della rinuncia.
6. La marca si può tradire.
7. Alla ricerca di nuovi brand e di nuove avventure.
8. Viva la casa. Meglio i prodotti e servizi legati alla propria abitazione.
9. Abbasso debiti e spese.
10. Non fidarsi è meglio.

Seguendo i consigli e le indicazioni del saggio Italia low cost, ecco una piccola guida per ottenere gli stessi prodotti e servizi spendendo quanto basta in tutti gli ambiti della vita. Qui ci siamo concentrati su quattro settori (telefonia, spesa, arredamento, salute), tralasciandone altri (come i viaggi, l’abbigliamento, la cultura) altrettanto importanti ma già trattati da noi di VoceArancio.

Telefonia. La telefonia mobile italiana è una delle più costose del mondo. Due i motivi principali: la scarsa concorrenza del mercato e l’assenza di una normativa che imponga trasparenza e confrontabilità delle tariffe.

Per uscire da questo caos si possono seguire tre strade:

1. Avere un atteggiamento da consumatore critico, che valuta con attenzione quello che gli viene proposto e non abbocca alle sirene della pubblicità.
2. Utilizzare i motori di ricerca online che comparano le tariffe applicate dai vari gestori. Il più completo è quello di Altrocunsumo, che si può utilizzare solo iscrivendosi (due mesi di prova gratuita e poi 13 euro a trimestre). C’è poi Supermoney (l’unico autorizzato dall’Autorità Garante per le comunicazioni) e Sos Tariffe. Questi tre motori funzionano allo stesso modo: occorre compilare un questionario dettagliato sulle proprie abitudini telefoniche (ci si impiega in media una mezz’ora). La risposta che si riceve indica quali potrebbero essere, in teoria, il gestore e la tariffa ottimali per le proprie abitudini telefoniche.
3. Ricorrere agli operatori virtuali o Mvno, che offrono tariffe più basse e semplificate.

Spesa. In Italia riempire dispense e frigoriferi costa l’8% in più rispetto alla media europea (dati Eurostat). Ma come si può coniugare il risparmio con la qualità dei cibi? Basta seguire lo slogan di Carlin Petrin, fondatore di Slow Food: quanto basta.

Ecco dieci regole d’oro del carrello low-cost, che abbina cioè buon senso, risparmio e rispetto dell’ambiente:

1. Non stipare di cibo frigo e dispensa, con il rischio di sprecare gran parte della spesa. Utilizzare meglio e di più il congelatore.
2. Avere sempre in dispensa molte spezie e aromi. Permettono di limitare l’uso di condimenti (spesso cari) e di grassi (dannosi alla salute).
3. Ridurre l’uso di carni rosse e di pesce (ricordiamoci che molte specie sono in via d’estinzione).
4. Attenzione alle scadenze. Spesso è possibili risparmiare acquistando quei prodotti a pochi giorni dalla loro “fine vita” a prezzi scontati del 25-50%.
5. Meglio perdere cinque minuti al banco per un prodotto fresco che comprarlo confezionato.
6. Per i detersivi conviene rifornirsi presso gli erogatori (si risparmia circa il 20%).
7. Basta 3x2. Non è vero che fa risparmiare, meglio piccole quantità.
8. Seguire sempre le offerte. Siti come www.spesafacile.com o www.klikkapromo.it permetoono un monitoraggio costante di tutte le promozioni in corso nei vari supermercati.
9. I prodotti “primo prezzo”, quelli con il valore più basso per ogni categoria e quelli che portano il brand del distributore, le cosidette private label, convengono sempre.
10. Per frutta, verdura, latticini e uova preferire gli acquisti a chilometri zero: il risparmio può non essere sempre significativo, ma una maggiore qualità è accertabile.

«Occorre ricominciare tutti a ridare valore al cibo. I prezzi accessibili, ma tutt’altro che low, hanno ingolfato carrelli e frigoriferi perché quei prodotti hanno perso il loro valore intrinseco. Nessuno sa più da dove arriva la lattina di pelati nell’era del private label» (Carlin Petrini).

Altri suggermimeti, più scontati, per risparmiare sono i gruppi di acquisto solidale (leggi qui gli articoli di VoceArancio). Il ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali ha poi attivato il servizio “Sms consumatori”, che informa 24 ore su 24 sui prezzi dei prodotti agroalimentari.

Casa. «La parola economia deriva da quella greca oikonomia, che indica la gestione della casa. Da questa dimensione tradizionale, di semplicità, bisogna ripartire» (Florence Noiville, scrittrice e giornalista di Le monde).

Della rivoluzione Ikea, delle sue proposte low-cost e di come abbia cambiato le nostre case si è detto e scritto fin troppo. Ikea non è l’unica soluzione, eccone altre, che possono essere più originali:

Per prima cosa, dalla Rete arrivano mille suggerimenti. Il portale AT Casa del Corriere della Sera offre una panoramica a tutto campo nel mondo dell’Abitare. Permette di accedere a un mondo di siti, tra cui:
• www.appartmentterapy.com. Un blog dove designer e architetti offrono consigli per trasformare oggetti ormai dimenticati in soluzioni creative, sruttare meglio spazio e mobili.
• www.dezeen. Appartamenti e oggetti spesso di alto valore economico offrono ottimi spunti da copiare. Dai colori degli interni al riutilizzo di vecchi oggetti.
• stylecourt.blogspot.com. Offre soluzioni d’arredo utilizzando scampoli di stoffa, vecchi decori da abito, bottoni ecc.
• www.clubdonny.com. Un sito specializzato nel recupero e nel verde. Migliaia di fotografie in arrivo da tutto il mondo permettono molti spunti per chi sogna un po’ di verde in città.


Girare per mercatini dell’usato permette di acquistare mobili e oggetti con poco e offre idee per reinventare i propri appartamenti. Tra le tantissime fiere le più interessanti sono la mostra-mercato Brocantage a Novegro, Mercanteinfiera a Parma. Modenantiquaria. Per i mercatini, una mappa completa la fornisce Guida ai mercatini antiquari d’Italia. Collezionismo, modernariato, curiosità di Vittoria De Buzzaccarini.

I veri mercatini delle pulci sono ormai virtuali. E, naturalmente, la migliore piazza del low-cost anche nel campoo dell’arredamento è eBay. I suoi cloni sono Subito.it, Bakeca.it, Prezzishock.it, Masebo.eu, tutti con una buona sezione di arredamento d’antiquariato.

Ci sono poi i veri e propi mercatini virtuali: Arredotutto.it, specializzato in mobili, piccoli e grandi elettrodomestici. Tuttospacci offre 37 indirizzi per l’arredamento, 44 per biancheria per la casa, 26 per casalinghi.

Altra cosa gli outlet virtuali, come SaldiPrivati-Born4shop, BuyVip, Privalia. Sono comunità alle quali ci si iscrive, gratis, e via mail si ricevono le offerte, con sconti fino al 60% su stock di brand nazionali e internazionali.

Archi Expo.it è invece il portale di riferimento per architetti e arredatori. Raccoglie oltre 20.000 cataloghi, 140mila prodotti, 2.000 video. È un vademecum da consultare per capire le tendenze del settore, scoprire oggetti e mobili per poi andare a caccia del prezzo migliore.

Salute. Anche in farmacia è possibili risparmiare, basta scegliere i farmaci generici o equivalenti, cioè quei medicinali non più coperti dal brevetto che garantisce alla casa farmaceutica che li ha prodotti l’esclusiva per i primi vent’anni. Vengono commercializzati direttamente con il nome del principio attivo. Per il resto, hanno caratteristiche di sicurezza, efficacia e qualità identiche alle specialità mediche di marca. Per legge hanno un prezzo inferiore almeno del 20%. In Italia al momento sono oltre 4.000.

Due esempi: la Tachipirina da 20 compresse costa circa 4,40, l’equivalente, che ha il nome di Paracetamolo, circa 4 euro. La scatola da 30 compresse di Aulin è in vendita a 4,43 euro, il generico Nimesulide a 2,28.

A oggi i farmaci generici rappresentano l’11 per cento del mercato italiano. Un mercato che nel suo complesso vale oltre 19 milioni di euro. E l’89% del mercato è dei farmaci con prescrizione, che acquistiamo di tasca nostra.

«È una caratteristica della cultura italiana, molto legata al concetto di marchio: se costa di più, allora è migliore. È una cosa sbagliata. E comunque ci sono degli standard da rispettare. Il principio attivo deve avere una certa purezza, che deve essere comparabile a quella del farmaco di riferimento» (Silvio Garattini, direttore dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri).

Il problema principale è districarsi nelle liste dei farmaci equivalenti. Perché con i nomi di molecole o principi attivi abbiamo poca confidenza e spesso gli stessi farmacisti propongono solo i farmaci di marca, senza informare sull’esistenza dei generici. Un aiuto ci viene da Farmaci-line, numero verde (8000571661) dell’Agenzia Italiana del Farmaco. Informazioni anche sui portali dell’Associazione nazionale industrie farmaci generici (www.assogenerici.org) e Il generico di qualità (www.genericodiqualità.it). Sulla home di quest’ultimo sono evidenziati anche i brevetti in scadenza.

Grazie al decreto sulle liberalizzazioni del 2007, i farmaci da banco (che non hanno bisogno cioè della prescrizione medica), possono esser venduti anche nelle parafarmacie, nei supermercati e negli ipermercati.

Secondo una ricerca del Mondo, il prezzo medio di un farmaco Sop (senza obbligo di prescrizione) è di 6,6 euro in farmacia, 6,3 euro in parafarmacia e 5,2 euro nei corner della grande distribuzione (Carrefour, Auchen, Coop).

Con i suoi più di cento Coop Salute, Coop Italia fa la parte del leone nella vendita di farmaci nella grande distribuzione (64% del totale). E da più di due anni produce l’acido acetilsalicilico e l’acido ascorbico Coop: la confezione da 20 compresse costa 2 euro, il 69% in meno del prezzo medio dell’equivalente di marca (VivinC).

«L’economia e la società si evolvono. Le multinazionali l’hanno capito in tempo e si sono attrezzate, costruendo un impero di proposte low-cost, fast fashion e quant’altro. Adesso, sta ai cittadini-consumatori attrezzarsi a loro volta per sfruttare con intelligenza l’evoluzione dell’economia [...] L’imperativo categorico è uno solo: ridare alle cose il giusto valore. Non è facile. Richiede tempo e conoscenza. Ma porta ottimi frutti, per chi lo fa, e per l’intero sistema economico» (da Italia low cost di Filippo Astone e Rossana Lacala).