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 2011  aprile 19 Martedì calendario

Jonathan Goodluck

• Ogbia (Nigeria) 20 novembre 1957. Politico. Presidente della Nigeria. Eletto nell’aprile 2011, a gennaio 2010, a seguito di una lunga assenza del presidente eletto Umaru Yar’adua, aveva de facto assunto il potere • «Lo descrivono gentile, dai modi quasi umili, come quelli dei contadini e dei pescatori del Delta del Niger da dove proviene la sua famiglia, un universo fluttuante di mangrovie e imbevuto di oro nero. Ma è anche istruito- ha un dottorato in zoologia - appare accorto e, sicuramente, fortunato, come il suo nome. Goodluck, Buonafortuna [...] A prima vista però Jonathan sembra più una rock star che un politico: si presenta con il fedora, una sorta di borsalino calato sulla fronte, si addobba con ampi e caratteristici boubous impreziositi da spille dorate e spesso con occhiali scuri da rapper. La corporatura è imponente, lo sguardo sveglio e accattivante, da vero padrino nigeriano. La buona sorte ha baciato in fronte questo cristiano del Sud: nel 2007 era vice governatore del Bayelsa State e sostituì il suo capo quando questi venne rimosso per riciclaggio di denaro. Poche settimane dopo anche la moglie di Jonathan, Patience Faka, da cui ha avuto due figli, incappa in un’inchiesta per l’esportazione illegale di 13 milioni di dollari. Ma questo incidente di percorso non gli impedisce di essere scelto dal musulmano Yar’Adua del Partito democratico del Popolo come braccio destro nella corsa alle presidenziali. In Nigeria, terra di Big Men, non si va troppo per il sottile: Jonathan ha un patrimonio dichiarato di 8,5 milioni di dollari e nessuno nella capitale Abuja si fa troppe domande su come lo abbia accumulato. Nel suo primo discorso televisivo a una nazione di 150 milioni di abitanti ha promesso che darà un impulso alla lotta contro la corruzione, e non c’è motivo di dubitare della sua determinazione. Goodluck, poi, fortunato lo è davvero: due volte hanno tentato invano di fargli la pelle. È scampato miracolosamente alle pallottole poco dopo le elezioni dell’aprile 2007 e poi, qualche settimana dopo, quando hanno attaccato e distrutto la sua casa di Otu Eke. Episodi di gangsterismo politico che sono pane quotidiano in Nigeria, soprattutto sotto elezioni, e quelle del 2007 furono descritte dal britannico Economist, “una farsa, segnata da frodi così evidenti che sfidano ogni immaginazione, anche quella del più disincantato degli elettori nigeriani”. Nel 40% del paese non furono neppure collocate le urne mentre scintillanti rotative stampavano false tessere elettorali pronte per l’uso del candidato Yard’Adua, che come maggiore titolo di merito vantava di essere fratello del consigliere militare del presidente uscente Obasanjo. Parlando di queste elezioni lo scrittore nigeriano Wole Soyinka, premio Nobel per la letteratura, che ai tempi venne sbattuto in carcere dai generali, osservava: “In Nigeria la democrazia è corrotta fino al midollo, la politica è nauseante. Non andremo da nessuna parte fino a quando i padrini, che intascano le royalties petrolifere, decidono a loro piacimento quali leggi applicare” [...]» (Alberto Negri, Il Sole 24 Ore” 21/2/2010).