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 2011  aprile 19 Martedì calendario

SIM SALA SILVAN

Silvan, i suoi giochi di prestigio vanno ancora di moda?
«Gli spettacoli riempiono ancora i teatri, anche in un momento di crisi come questo le tournée vanno benissimo. Con il pubblico ho un feeling straordinario. Potrei fare uno spettacolo di dodici ore senza interruzione. I biglietti dovrebbero costare cento euro per quello che vale lo show».
Il trucco non ce lo svelerà mai. Almeno ci dica la ricetta di tanta longevità.
«Mi sento un quarantenne. Studio sempre, mi alleno almeno quattro ore al giorno. Anche quando guardo un film in televisione ho sempre le carte in mano».
Quante ne tiene in una sola mano?
«Centoquaranta».
Quanti giochi ci sono nel suo repertorio?
«Mille e ottocento».
Taglia ancora le donne?
«Altroché, adesso le faccio in otto pezzi. Ho cominciato dividendo Loretta Goggi in tre, piano piano sono arrivato a otto».
Ha mai sbagliato?
«Una volta sì. Ero al Sistina di Roma, dovevo tagliare in tre pezzi la nipote di Jean Harlow. Per un errore l’ho ferita leggermente, lei è svenuta. Ho dovuto interrompere lo spettacolo, spiegando tutto al pubblico. È un numero difficile, non basta dire “Et voila!” come sembra dalla platea».
Silvan per chi vota?
«Sono apolitico. Mi sono esibito nelle feste dell’Unità, dell’Avanti e del Popolo. Al G7 di Versailles ho indovinato quanti soldi aveva in tasca Reagan. In Vaticano ho fatto dei giochi e il cardinal Sodano mi ha detto “lei è un diavolo”. Qualche mese fa ho allestito anche uno spettacolo privato per Berlusconi ad Arcore».
Non dica che anche lei è andato alle feste di Arcore
«Ma cosa c’entra? Il premier mi ha chiamato per fare uno spettacolo, lui si è seduto in prima fila e si è divertito molto. È un uomo simpaticissimo e affascinante».
Quando svelerà i trucchi?
«Mai. Lo facessi, finirebbe lo spettacolo. Ho ricevuto anche proposte milionarie e assegni in bianco per rivelare i segreti, non ho mai ceduto».
Lei fa premonizioni nei suoi spettacoli. Perché allora si scaglia contro il paranormale?
«Le faccio sul palcoscenico, fa parte dello show. Poi basta. Un conto è un illusionista, un altro l’imbroglione».
Le hanno mai chiesto di predire il futuro?
«Una volta il direttore di un giornale mi offrì cento milioni di lire per autorizzarlo a vendere un medaglione contro la sfortuna con il mio nome sopra. Lo mandai via, la mia dignità non è in vendita».