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 2011  aprile 19 Martedì calendario

LICENZIAMENTI FACILI IN GERMANIA

In un supermarket di Bonn, l’ex capitale, un dipendente ha mangiato due Krapfen, o bombe come le chiamano a Roma, già scaduti e buttati nella pattumiera. Scoperto dalle telecamere di controllo, è stato licenziato in tronco. Meglio che accetti il provvedimento, gli ha consigliato il direttore, per non macchiare il suo curriculum.

Il ladro goloso, un giovane di 24 anni, invece è andato da un avvocato, ma non è detto che il giudice gli dia ragione. Basta poco in Germania per perdere il posto: una telefonata privata durante l’orario di lavoro, o una email dal computer dell’ufficio inviata alla fidanzata.

A Oberhausen il pakistano Mohammed Sheikl è stato licenziato per aver caricato il cellulare alla presa dell’ufficio. Il costo per l’azienda è stato di 0,014 cent, ha calcolato la Süddeutsche Zeitung, ma sempre di furto si è trattato. A Hamm, in Westfalia, un fornaio ha perso il posto per aver voluto provare un panino appena sfornato: valore 10 cent. Il giudice, in entrambi i casi, ha dato ragione al datore di lavoro. Come a Colonia, dove ha confermato il licenziamento di un architetto cinquantenne «perché il suo sudore aveva un cattivo odore». Il suo avvocato, Reinhard Bauer, ha presentato ricorso: la sentenza lede la dignità umana del suo cliente.

Christina Pommerl guidava un bus a Monaco, ma si è fermata per far attraversare una rana che rischiava la vita nel traffico cittadino. Ha provocato un ritardo di 20 minuti, i passeggeri l’hanno denunciata e l’amore per la natura non l’ha salvata. Licenziata.

Il caso Emmely, tempo fa, ha diviso i tedeschi. Cassiera in un supermercato, trova un buono da un euro e 30 cent per il Pfand, il deposito per le bottiglie di plastica, dimenticato da un cliente. E che fa? Lo usa per la sua spesa personale. Scoperta e licenziata, dopo 31 anni di onorato servizio senza macchia. Lei si appella. È attiva nel sindacato. «È una vendetta della proprietà», protesta. Il giudice le dà torto: la signora ha tradito la fiducia tra dipendente e datore di lavoro. Protesta anche Wolfgang Thierse, socialdemocratico, ex presidente del Bundestag. Non gli sembra bello, commenta. L’associazione magistrati denuncia anche lui per offese alla categoria. Un politico deve stare al suo posto, non intralciare la giustizia. La legge è legge, cose del genere. Solo in appello Emmely, nome di fantasia, ha ottenuto giustizia e il suo vecchio posto, tra gli applausi degli affezionati clienti.

Il dipendente di una ditta di riciclaggio rifiuti a Mannheim ha scovato nella spazzatura un lettino per bambini. Il padre di tre figli l’ha portato a casa per restaurarlo. E si è ritrovato disoccupato.

Hanno cacciato l’infermiera in un Heim, un istituto per anziani, per aver mangiato sei Maultauschen, che sarebbero i ravioli della Svevia. La sua assistita era inappetente, li avrebbe comunque dovuti buttare. Le scuse non sono valse.

Una segretaria, 59 anni, è stata licenziata dopo 34 anni di fedele lavoro per aver gustato una polpetta. Dopo aver preparato il buffet per una riunione dei dirigenti, aveva ceduto all’appetito. Tanto, quel che restava veniva sempre offerto dopo ai dipendenti, si è difesa.

Un danno irreparabile alla mia fiducia, ha dichiarato il suo capo. La notizia è finita in prima pagina sulla Bild Zeitung. La signora è stata invitata alla tv e 4,8 milioni di spettatori hanno seguito la sua storia. Un bel danno per la ditta. Il capo severo ha chiamato il conduttore: mi scuso, ha detto, però non ritiro il licenziamento, ormai fra noi e lei, la segretaria di una vita, qualcosa si è incrinato.