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 2011  aprile 19 Martedì calendario

LODIGIANI UCCISA DA MANI PULITE

Questa è la storia di un’azienda italiana massacrata da Mani Pulite, schiacciata sotto il peso di 63 inchieste, ma senza una condanna. Tramortita, ma senza una crepa nell’«onorabilità». È la storia dell’ex azienda di costruzioni Lodigiani. Piccola storia italiana, ma istruttiva.
Lodigiani, made in Italy ante litteram, nata nel 1905 a Piacenza, costruisce ponti, dighe, strade ai quattro angoli del pianeta. Il suo nome è legato a Impregilo (società formata da Impresit (Fiat), Girola e la Lodigiani). Ai vertici dell’azienda si susseguono i vari discendenti del fondatore Vincenzo Lodigiani. La svolta negli anni Novanta con l’inchiesta «Mani pulite»: in Italia non si guarda in faccia a nessuno. «Era inevitabile che la Lodigiani Spa fosse coinvolta nell’inchiesta», dice, inevitabile «perché aveva sede a Milano ed era la più rilevante nel settore delle costruzioni a conduzione familiare e preceduta per fatturato solo dalla Cogefar appartenuta alla Fiat», raccontata l’ingegnere Vincenzo Lodigiani a un cronista de La Cronaca di Piacenza. L’impresa è come una barca in un mare in tempesta, sballottata da decine di inchieste, impossibile resistere «se i lavori non vengono più pagati e le banche chiedono il rientro dei prestiti erogati». La famiglia Lodigiani decide di difendere l’onorabilità dell’impresa, pagando tutti i debiti con le banche e fornitori e ricollocando i dipendenti. Come? Mettendo a disposizioni «i propri mezzi personali», l’occupazione viene garantita «con il confluire in Impregilo che, non avendo lavori in Italia, non era stata coinvolta in inchieste giudiziarie», aggiunge Lodigiani. Diverse procure e diversi tribunali intanto infilano il naso nella Lodigiani, 63 inchieste, 63 procedimenti che si concludono con l’archiviazione o con l’assoluzione in tribunale. Tredici anni all’inferno, dai quali la Lodigiani risale senza una condanna, senza un giudizio universale. Magra soddisfazione. «L’azienda, la mia famiglia ed io siamo usciti con le ossa rotte da questa vicenda e certamente l’avere superato questo periodo senza condanne non è un’adeguata compensazione». Alla fine la certezza di non aver compreso che dopo la caduta del muro di Berlino la Lodigiani è rimasta vittima di «quell’insofferenza in Italia al sistema politico che aveva guidato il paese nei 50 anni del dopoguerra».