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 2011  aprile 18 Lunedì calendario

Parigi può bloccare i treni italiani? - Per la prima volta tutti i treni italiani diretti in Francia sono stati bloccati alle frontiere per non far entrare gli immigrati con permesso di soggiorno rilasciato per motivi umanitari

Parigi può bloccare i treni italiani? - Per la prima volta tutti i treni italiani diretti in Francia sono stati bloccati alle frontiere per non far entrare gli immigrati con permesso di soggiorno rilasciato per motivi umanitari. E’ legittimo? L’accordo di Schengen prevede l’opposto: la libera circolazione per i cittadini degli Stati firmatari, ma anche degli altri Stati membri della Comunità o di Paesi terzi. Come funzionano i controlli? Da anni non esistono più controlli tra Italia e Francia. L’accordo prevedeva proprio la nascita tra i Paesi che aderivano di un’area dove chiunque potesse circolare senza dover mostrare documenti di identità. Soltanto i cittadini di Paesi terzi, cioè esterni alla Ue, hanno bisogno di un visto e devono sottostare ai controlli. La Francia ha firmato l’accordo? Cinque anni prima dell’Italia, il 14 giugno 1985 insieme con il Belgio, la Francia, la Germania, il Lussemburgo e i Paesi Bassi. Come spiegano allora a Parigi il blocco dei treni? Negando che vi siano modifiche nella politica dell’immigrazione del governo di Parigi e, comunque, avvertendo che si tratta di un blocco temporaneo, non permanente. Secondo un funzionario dello staff del ministro degli Esteri, Claude Gueant, la decisione è infatti esclusivamente legata alla protesta organizzata a Ventimiglia. I manifestanti non avevano richiesto la necessaria autorizzazione alla prefettura di Nizza. In quali casi gli Stati membri possono chiudere le loro frontiere? E’ un tipo di eventualità che si crea con le persone degli Stati terzi. L’Unione Europea sta iniziando solo ora a dotarsi di una politica comune per l’immigrazione, sulla base del principio di solidarietà, ma può capitare che gli Stati decidano di difendersi. La Francia lo ha già fatto nel luglio 2005, dopo gli attentati a Londra. L’Italia ha sospeso l’applicazione dell’accordo nel 2001 durante il G8 a Genova e nel 2009 durante il G8 dell’Aquila. Che valore ha il permesso di soggiorno temporaneo a scopo umanitario? Dopo le resistenze dei primi giorni, sabato la Francia ha iniziato ad accogliere gli immigrati in arrivo con il permesso rilasciato dal commissariato di Ventimiglia. Sulla decisione del blocco temporaneo presa ieri si attendono chiarimenti. Finora né l’Italia né la Francia hanno fatto qualcosa di illegale, ha precisato il presidente del Consiglio Europeo, Herman Van Rompuy. Ma ha anche avvertito che esiste il pericolo che il trattato di Schengen non venga rispettato per quel che riguarda la libera circolazione delle persone. Su che base allora la Francia si sta opponendo alla libera circolazione degli immigrati? Parigi ha avvertito che si muoverà all’interno dell’accordo, ma chiedendo l’applicazione dell’articolo 5 nella parte in cui si prevede il possesso, da parte degli immigrati, di risorse finanziarie e documenti. In realtà, se questi argomenti non dovessero bastare, resterebbe sempre da giocare la carta dell’approvazione di norme proprie per difendersi dal fenomeno migratorio incontrollato, come ha fatto l’Italia dotandosi del reato amministrativo di clandestinità. La Francia chiede che siano rispettati i requisiti necessari per il rilascio dei permessi. Quali sono? L’articolo 5 del Trattato prevede che per un soggiorno non superiore ai tre mesi nell’arco di sei mesi devono essere in possesso di uno o più documenti di viaggio validi, di un visto valido se viene richiesto in base al Paese di provenienza. Devono anche giustificare lo scopo e le condizioni del soggiorno previsto, disporre dei mezzi di sussistenza sufficienti sia per la durata prevista del soggiorno sia per il ritorno nel Paese di origine o per il transito verso un Paese terzo nel quale l’ammissione è garantita. Oppure devono essere in grado di ottenere legalmente questi mezzi. Infine non devono essere segnalati nel Sis, il Sistema di informazioni di sicurezza, né essere considerati una minaccia per l’ordine pubblico, la sicurezza interna, la salute pubblica o le relazioni internazionali di uno degli Stati membri dell’accordo. Il Sis è l’unica garanzia per evitare che entrino soggetti pericolosi. Come funziona? E’ una banca dati per permettere di individuare soggetti pericolosi anche fra i cittadini Ue. Ci sono i nomi di ricercati e gente inseguita da una richiesta di estradizione, terroristi o comunque sospetti tali perché in contatto con terroristi. E ancora: trafficanti di braccia e di droga, pedofili, minorenni scomparsi. Ma spetta in realtà ai singoli Stati definire poi nei dettagli le liste degli «indesiderabili», nella cornice dei principi fissati dall’Unione.