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 2011  aprile 18 Lunedì calendario

LA LOTTA ALL’OBESITÀ IL DIRITTO DI ESSERE GRASSI

Un recente servizio televisivo mostrava alcune cantanti che ebbero successo «nonostante fossero grasse» . Mi sembra abbia fatto insulsamente passare ancora una volta l’imperativo, per le donne, del dimagrimento a tutti i costi per essere accettate e avere successo evidenziando un inspiegabile stupore se qualche grassona dalla bella voce «osa» presentarsi in pubblico e riscuotere consensi.
Lucio Tauro
taurol@libero. it
Caro Tauro, il melodramma non è soltanto musica. È anche teatro ed è naturale che chieda ai cantanti di essere verosimili, vale a dire fisicamente adatti al ruolo che devono interpretare. Nelle regìe moderne l’ambientazione e i costumi sono spesso strampalati, ma la qualità della recitazione è andata progressivamente migliorando. Ho visto recentemente su «Classica» , l’ottimo canale televisivo di Piero Maranghi, una rappresentazione della «Medea in Corinto» di Giovanni Simone Mayr in cui la parte di Medea è recitata da Nadja Michael, una affascinante soprano tedesca, magra, asciutta, un po’ ossuta e terribilmente credibile nella parte della donna che uccide i figli nati dal suo matrimonio con Creonte. È certamente vero tuttavia che l’obesità è sempre più bersaglio di critiche che rasentano una sorta di disprezzo razzista. La tendenza è nata negli Stati Uniti, vale a dire nel Paese dove il fenomeno ha assunto, anche per ragioni economiche, proporzioni inquietanti. Si calcola che la somma spesa ogni anno in America per la cura di malattie collegate all’obesità ammonti a 150 miliardi di dollari. Le forze armate constatano che i candidati al reclutamento sono sempre più grassi e che il loro peso è ormai un «problema di sicurezza nazionale» . Come ha scritto Massimo Gaggi (Corriere del 15 aprile), la governatrice dell’Arizona, Jan Brewer, ha addirittura proposto che gli obesi, se la loro condizione non dipende da una patologia, paghino un ticket di 50 dollari a Medicaid, l’istituto di sanità pubblica per gli indigenti. Michelle Obama, moglie del presidente, ha invece lanciato una campagna contro l’obesità dei bambini e si vale della collaborazione di due famosi tennisti, André Agassi e Stefanie Graf, per promuovere una dieta sana e un’ora al giorno di esercizi fra cui, in particolare, il tennis. La missione della signora Obama piace all’America salutista e democratica, ma suscita l’ironia dei repubblicani e gli sprezzanti commenti di Sarah Palin, ex governatore dell’Alaska e candidata alla vice-presidenza con John McCain durante le ultime elezioni per la Casa Bianca. Non basta. Mentre l’opposizione prende in giro i coniugi Obama e li accusa di volere instaurare il «Nanny State» (lo Stato-bambinaia), le grandi lobby degli industriali dolciari e dei fabbricanti di bevande zuccherate sono scese in campo per difendere i propri affari. Quando è stato proposto di eliminare dalle scuole le macchine che vendono merendine, gli industriali si sono difesi, tra l’altro, sostenendo che un tale provvedimento sottrarrebbe al bilancio delle scuole i benefici derivanti dal contratto di locazione. Nel frattempo, tuttavia, l’obesità sta diventando politicamente scorretta e la campagna assume toni di crociata razzista. Su questo punto, caro Tauro, sono interamente d’accordo con lei. Tutti abbiamo il diritto, anche se è irragionevole, di essere grassi.
Sergio Romano