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 2011  aprile 18 Lunedì calendario

LETTERA SU «AVVENIRE» CONTRO MORETTI. LUI: PRIMA VEDETE IL FILM —

LETTERA SU «AVVENIRE» CONTRO MORETTI. LUI: PRIMA VEDETE IL FILM — «Mi dà fastidio, tutto qua. Per me il Papa è il Vicario di Cristo e non si tocca. Rappresentarlo in una farsa, come fa Moretti, mi sembra una cosa brutta» . Salvatore Izzo, vaticanista dell’agenzia Agi con vent’anni di esperienza, pare quasi stupito della eco che ha avuto il suo invito al boicottaggio di Habemus Papam, «un giudizio personale» . Di certo, nella lettera inviata ieri ad Avvenire, non l’ha mandata a dire: «Non fidiamoci dei critici cattolici, anche se preti, che lo assolvono. Bocciamolo al botteghino. Saremo noi cattolici a decretare il successo di questo triste film, se ci lasceremo convincere ad andare a vederlo» . Lui non lo ha visto né lo vedrà: «Perché dobbiamo finanziare chi offende la nostra religione?» . Nanni Moretti, ospite di Fabio Fazio a Che tempo che fa, non si è scomposto: «Sul mio lavoro c’è libertà di opinione, chiunque può dire qualsiasi cosa, ma io non commento. Dopo averlo visto possono boicottarlo» . Nel mondo cattolico, peraltro, non tira aria di campagne contro il film. Avvenire ha pubblicato la lettera ma la posizione del quotidiano, espressa dall’editorialista Marina Corradi, è ben diversa: un film «ben fatto» e «intelligente» ma «senza la fede» , dove «anche i cardinali sono raccontati con simpatia affettuosa» da uno sguardo «acuto» nel quale però «Dio è il grande latitante» . Un giudizio lontano da ogni boicottaggio: «Abbiamo pubblicato una lettera tra le altre, come una posizione legittima e argomentata di chi si sente indignato, ma non è la linea del quotidiano» , spiega il direttore Marco Tarquinio. Che aggiunge: «Il film andrò a vederlo e per quanto mi riguarda non esiste che si facciano boicottaggi sulle opere d’arte. Una cosa diversa sono le operazioni blasfeme come le rane crocifisse, ma quella non è arte» . La Radio Vaticana, del resto, ne ha parlato bene («Nessuna ironia, nessun macchiettismo. Tutto molto umano» ) e dalla Cei fanno notare che la commissione per i film «non ha mai proposto boicottaggi» . Solo il vescovo di Mantova, Roberto Busti, ha parlato di «ruffianata» . Boicottaggio? Giuliano Ferrara, direttore del Foglio, si mostra esterrefatto: «Ma come, la Chiesa non è mai stata così fragile nell’opinione internazionale, la si attacca e si cerca di infangarla per limitarne le prerogative, ed ora che esce un film che rappresenta un Papa umano e cardinali giocosi, una lezione di tolleranza e ironia, lo si vuole boicottare? È un sintomo di incapacità politica e culturale grave…» . Lo dice anche il regista Franco Zeffirelli, che pure non sopporta Moretti: «Guardi, da ragazzo sono cresciuto sotto un regime e non amo i boicottaggi. In privato dirò tutto ciò che penso di questa operazione spregevole, ma pubblicamente no: si fa solo pubblicità. Lo lasci dire a chi è stato criticato aspramente e ingiustamente: mi hanno avvantaggiato» . Vittorio Messori sorride: «Come diceva Fouché: soprattutto mai troppo zelo. E poi, quanto a Moretti, non ne vedo la ragione: mi è parso un film agnostico ma tutt’altro che anticlericale, la visione della Chiesa è bonaria: si vede che Moretti è un romano doc, cresciuto accanto al Vaticano, ed è ingiusto prendersela perché non ha fede» . E il vescovo Domenico Mogavero: «Mi riservo di dare un giudizio quando andrò a vederlo, ma non vedo con favore le preclusioni, guai ai roghi!, e rispetto la libertà creativa» .
Gian Guido Vecchi