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 2011  febbraio 12 Sabato calendario

MERIDIANA IN CRISI SI DIMEZZA: 900 POSTI IN MENO

Chi sperava in un atterraggio d’emergenza, una planata dolce tra le nubi della crisi, è stato clamorosamente smentito. Meridiana è a corto di carburante e per evitare il disastro lascia a casa la metà del personale. Zavorrata da perdite, debiti e una gestione non esattamente brillante, la seconda compagnia aerea italiana dopo Alitalia ha recapitato ieri le lettere di messa in mobilità, anticamera di un possibile licenziamento, a 910 dei circa 2000 dipendenti.
C’era da aspettarselo dopo che un mese fa i vertici della società guidata dall’amministratore delegato Massimo Chieli, in carica da meno di un anno, avevano presentato un nuovo piano industriale definito “lacrime e sangue”. Più della metà dei tagli sono concentrati in Sardegna, nella zona di Olbia, sede storica del gruppo. I guai di Meridiana si abbattono quindi su una regione già in grave difficoltà sul fronte dell’occupazione. E tra i sindacalisti c’è chi, come Marco Bardini, segretario della Uil in Gallura, arriva a definire i licenziamenti annuncia-ti ieri come il prologo della “più grave crisi industriale di tutti i tempi in Sardegna”. La procedura di mobilità riguarda 84 piloti, 520 assistenti di volo e 306 lavoratori di terra. Nei prossimi giorni i sindacati incontreranno i vertici aziendali per i primi passi di un negoziato che si preannuncia a dir poco impegnativo.
Meridiana, che è controllata da Karim Aga Khan, il principe ismailita che mezzo secolo fa ha inventato il business turistico della Costa Smeralda, è in forte crisi ormai da anni. I tentativi di rilanciare il business si sono scontrati prima con la recessione, poi con l’offensiva delle compagnie low cost e infine con la formidabile concorrenza della nuova Alitalia, rimessa in piedi a spese dello Stato dalla cordata dei patrioti dei cieli.
Con il senno di poi si è rivelata ben poco azzeccata anche l’acquisizione di Eurofly. Grazie a questa operazione varata all’inizio del 2007, Meridiana puntava a inserirsi nel ricco mercato dei charter verso le mete turistiche della Grecia e dell’Oceano Indiano. Tre anni prima Eurofly era stata venduta in tutta fretta da Alitalia al fondo lussemburghese Spinnaker, che a sua volta l’ha poi girata alla compagnia di base a Olbia. Ma con la recessione alle porte che ha pesantemente colpito il settore delle vacanze, l’azienda appena acquisita non ha dato l’apporto sperato. Anzi. I conti sono andati in rosso e l’anno scorso è partita la giostra dell’ingegneria finanziaria.
In sostanza, le attività cosiddette aviation, cioè il trasporto aereo, di Meridiana sono state conferite alla Eurofly quotata in Borsa. Ne è nato un gruppo con circa un giro d’affari potenziale ben superiore ai 600 milioni, ma sono rimaste le perdite. Nel frattempo alla guida della società è approdato il nuovo amministratore delegato Chieli, con una lunga carriera alle spalle tutta in Alitalia. Dopo il crac, il manager non è stato ingaggiato dai nuovi proprietari ma è rimasto a collaborare con la procedura di liquidazione, da dove è infine approdato a Meridiana. Nei primi nove mesi del 2010, ultimo dato disponibile, la compagnia dell’Aga Khan ha perso 16 milioni su circa 500 milioni di ricavi. Un risultato deludente, anche perchè l’anno scorso il traffico aereo ha ripreso vigore un po’ in tutto il mondo, dando fiato ai conti delle maggiori aziende del settore. Meridiana invece è rimasta ai margini e neppure l’aumento di capitale varato l’estate scorsa è bastato a finanziare un nuovo decollo. Per di più la Consob ha inserito la società nella lista nera dei titoli sotto-posti a sorveglianza speciale per via dei bilanci a rischio dissesto. Intanto le quotazioni cadevano in picchiata: meno 50 per cento nell’ultimo anno tra scambi al lumicino.
Tutti i piani di rilancio hanno dovuto fare i conti con i debiti. Per mesi il gruppo ha negoziato nuovi prestiti con le banche e poco prima di Natale è stato siglato l’accordo con Intesa, Unicredit e Bnl per estendere fino al 2013 la linea di credito in scadenza per 15 milioni di euro, mentre Bnl e Unicredit hanno garantito un ulteriore finanziamento di 7,5 milioni. Aerei pronti al decollo grazie al nuovo carburante cash? Macchè. Anzi, giusto un mese dopo, a gennaio, è arrivata la mazzata del nuovo piano industriale “lacrime e sangue”. Non ci sono alternative, hanno fatto capire i vertici aziendali. Tra l’altro, oltre ai licenziamenti, è previsto un drastico ridimensionamento della flotta, con la messa a terra di ben 9 aerei Md80 sui 17 della flotta attuale. Mentre verranno cedute all’esterno del gruppo le attività amministrative, di information technology e il call center. Il rischio concreto è che Meridiana si trasformi in una piccola compagnia low cost, sempre più lontana dalla Sardegna.