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 2011  febbraio 12 Sabato calendario

SCHEDONE SBARCHI LAMPEDUSA


Consiglio dei ministri

• Oggi il Consiglio dei ministri (vertice straordinario) ha dato il via libera allo stato di emergenza umanitaria dopo l’eccezionale afflusso dei cittadini dai paesi del Nord Africa.

• La seduta del Cdm è stata una riunione lampo iniziata alle 13 e 35 e finita cinque minuti dopo.

• Il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, ha spiegato ai giornalisti che il governo italiano ha ufficialmente chiesto all’Unione europea di attivarsi per fronteggiare l’emergenza: «Ci siamo attivati con la Ue - ha assicurato il ministro - che mi sembra abbia finora proceduto "lento pede"».

• Nel comunicato ufficiale di Palazzo Chigi si legge che il Consiglio dei ministri, convocato in via d’urgenza, ha «deliberato lo stato di emergenza umanitaria a seguito dell’afflusso di numerosi cittadini nordafricani nel territorio meridionale. Tale delibera consentirà l’immediata adozione, con ordinanza della Protezione civile, delle misure necessarie per controllare il fenomeno e assistere i cittadini in fuga dai paesi nordafricani».

Secondo monsignor Giancarlo Perego, direttore generale della fondazione Migrantes, «va rafforzata la rete umanitaria, ancora troppo debole e legata solo all’occasione».

Barcone affondato

• Non si ferma l’ondata di sbarchi di immigrati clandestini sulle coste siciliane: un barcone carico di migranti è affondato nelle acque antistanti la città di Girgis, nel Sud della Tunisia.

• Le autorità tunisine hanno detto che nell’incidente è morto un giovane, un’altro è disperso, mentre dieci persone sono state tratte in salvo (alle 18.15, le squadre dei soccorritori sono ancora impegnate nella ricerca del giovane disperso).

• Tre migranti tratti in salvo sono stati ricoverati presso l’ospedale della città tunisina. Uno di loro è già stato dimesso.

• Secondo fonti locali, l’imbarcazione avrebbe dovuto raggiungere una nave sulla quale i clandestini si sarebbero dovuti imbarcare per poi salire, una volta nei pressi dell’isola di Lampedusa, su un’altra imbarcazione per raggiungere con questa l’isola.

• Secondo il quotidiano francofono in Tunisia La Presse, a Zarzis - città sulla costa - vi è la totale assenza dei doganieri, né va meglio per quanto riguarda la polizia che, in una città di quasi ottantamila abitanti, aveva ieri in servizio solo 38 agenti. Invece, ripreso - anche se in forma ridotta - il servizio di vigilanza in mare da parte delle motovedette, ma è risaputo che il fenomeno della migrazione clandestina è sempre stato contrastato a terra, cioè alla fonte.

• Intanto, verso Lampedusa si stanno dirigendo almeno dieci imbarcazioni piene di profughi. Lo ha riferito il comandante della capitaneria di porto dell’isola, Antonio Morana, sottolineando che la più vicina di queste si trova a circa 40 miglia che potrebbe arrivare in serata, prima di mezzanotte.

Il viaggio

• Negli ultimi tre giorni in Italia sono arrivati circa tremila extracomunitari, soprattutto tunisini scappati dal loro paese dopo i disordini delle ultime settimane.

• Uomini e donne fuggiti dai disordini e dalle violenze della Tunisia, raccontano di aver pagato tra i 500 e i 700 euro per la traversata verso il nostro paese. Appena arrivati in Italia, gli operatori italiani hanno fornito ai migranti assistenza sanitaria e sociale.

Lampedusa

• Sull’isola di Lampedusa sabato mattina (poco prima delle 8), sono arrivati 39 extracomunitari, tre dei quali minori. I clandestini sono stati avvistati all’alba e poi raggiunti da una motovedetta della Guardia costiera. Altri 44, che erano stati soccorsi a bordo della loro piccola imbarcazione a poche miglia dalla costa, sono giunti sull’isola intorno alle 15. Mentre altri tre barconi sono stati avvistati dall’aereo della Guardia di Finanza che da giorni sorvola il Canale di Sicilia.

• Nonostante la massiccia ondata di sbarchi, il Centro di permanenza temporanea di Lampedusa resta chiuso. Al momento (ore 18) il ministero dell’Interno non ha ancora dato indicazione di riaprire il centro d’accoglienza che potrebbe ospitare centinaia di clandestini in attesa dei trasferimenti.

• Venerdì scorso un migliaio di extracomunitari ha passato la notte sul molo del porto di Lampedusa in attesa di essere trasferiti - o in aereo o in traghetto - in altri centri italiani.

• Il parroco di Lampedusa, don Stefano Nastasi, ha chiesto al ministero dell’Interno di riaprire al più presto il Centro di permanenza temporanea. Stessa richiesta da Laura Boldrini, portavoce dell’Unhcr, l’Alto commissariato dell’Onu per i Rifugiati.

• «Il centro di accoglienza di Lampedusa? Aperto, solo che non lo vogliono riempire». A denunciarlo è Giusy Nicolini, la direttrice della riserva naturale presente sull’isola. «Incomprensibile la scelta del ministro Maroni che non vuole utilizzare il centro di accoglienza. Anche perché forse non tutti lo sanno, ma il centro è aperto. Lo Stato paga la convenzione con una cooperativa per la gestione, paga il servizio di guardiania perché c’è un presidio militare sempre attivo e ha anche dato un appalto per la manutenzione della struttura a una ditta. Più che non aprirlo non vogliono riempirlo. E si vede gente che viene visitata all’aperto, costretta a spogliarsi protetta solo da qualche paravento ma al freddo. Dal punto di vista umanitario è inaccettabile».

• Circa 200 immigrati tunisini, di cui 50 minorenni, da Lampedusa sono stati fatti imbarcare a bordo del traghetto Siremar per raggiungere Porto Empedocle (Agrigento).

• Il precedente. Il 23 gennaio 2009, un gruppo di immigrati clandestini ospiti del Centro di prima accoglienza di Lampedusa decisero di forzare i cancelli d’ingresso e aggirare i controlli delle forze dell’ordine scappando per i campi. La rivolta dei clandestini durò più di un mese.

• Nel gennaio 2009 gli sbarchi – come accade negli ultimi tre giorni – erano a ritmo continuo. In poco tempo arrivarono sull’isola più di tremila persone e tutte, vennero rinchiuse nel centro di accoglienza di Imbriacola.

• Oggi il centro di Imbriacola ha serrato i battenti dopo l’accordo bilaterale firmato tra Italia e Libia nella primavera del 2009.

• Nell’inverno del 2009 centinaia di lampedusani scesero in piazza per dire no alla realizzazione di un centro di permanenza temporanea. I cittadini, guidati dal sindaco Bernardino De Rubeis (tuttora primo cittadino), non volevano trasformare l’isola in «una nuova Alcatraz», e si opposero al progetto annunciato dal ministro dell’Interno Roberto Maroni. Dopo l’accesa protesta il sindaco De Rubeis estromise la sua vice di allora, la senatrice della Lega Nord Angela Maraventano, la cosiddetta "pasionaria" di Lampedusa.

Isola Capo Rizzuto

• Le persone ospitate al centro Sant’Anna di Isola Capo Rizzuto, uno dei più grandi d’Europa, sono circa 1.250. La struttura è gestita dalla Misericordia e ha accolto, da giovedì, circa 600 immigrati provenienti da Lampedusa, ai quali si sono sommati i 32 migranti - turchi, afgani, iraniani e iracheni - sbarcati la notte scorsa a Le Castella (Crotone).

• Al centro Sant’Anna possono essere ospitate ancora alcune centinaia di persone. La Misericordia ha dato la disponibilità alla prefettura di Crotone per gli arrivi.

• Per oggi (sabato) è previsto anche un ponte aereo tra Lampedusa e alcuni centri di accoglienza in Calabria e in Puglia.

Bari

• Nelle ultime 36 ore i migranti arrivati nel Cara (Centro di accoglienza richiedenti asilo) di Bari sono più di seicento. Un altro centinaio è atteso nelle prossime ore.

• Hanno tutti fatto richiesta dello status di rifugiati e dovranno attendere adesso a Bari la risposta del ministero dell´Interno.

• Giovedì erano stati portati al centro di accoglienza barese altri ottanta tunisini. Martedì sessanta giovani under 30 e quattro minorenni tra 16 e 17 anni avevano raggiunto il capoluogo pugliese dalla Sicilia.

• In una settimana il numero di migranti presenti nel Cara di Bari è raddoppiato. Con gli ultimi arrivi la struttura di accoglienza ha superato la capienza consentita di 994 posti. Al momento nei prefabbricati adiacenti la struttura ci sono circa 1.200 stranieri in attesa di asilo.

Quello che dice la legge italiana:

Secondo la legge italiana (fonte ministero dell’Interno), possono chiedere asilo nel nostro paese i perseguitati per motivi di razza, religione, nazionalità, appartenenza a un gruppo sociale e per le proprie opinioni politiche.

• I richiedenti asilo. Sono persone che, trovandosi fuori dal paese in cui hanno residenza abituale, non possono o non vogliono tornarvi per il timore di essere perseguitate per motivi di razza, religione, nazionalità, appartenenza a un determinato gruppo sociale o per le loro opinioni politiche. Possono richiedere asilo nel nostro paese presentando una domanda di riconoscimento dello "status di rifugiato".

• I rifugiati. Coloro che hanno ottenuto il riconoscimento dello «status di rifugiato» in seguito all’accoglimento della loro domanda.

• Persone ammissibili alla protezione sussidiaria. La normativa europea prevede come «status di protezione internazionale» oltre lo «status di rifugiato» anche quello di «protezione sussidiaria». Tale status è riconosciuto a colui che pur non possedendo i requisiti per ottenere lo «status di rifugiato» non possa essere rinviato nel paese di origine o, per l’apolide, nel paese di residenza, in quanto sussiste il fondato timore che possa subire un grave danno alla sua vita o alla sua incolumità.

• La convenzione di Ginevra relativa allo «status dei rifugiati» (1951). Adottata a Ginevra il 28 luglio del 1951, stabilisce le condizioni per essere considerato un rifugiato, le forme di protezione legale, altri tipi di assistenza, i diritti sociali che il rifugiato dovrebbe ricevere dagli Stati aderenti al documento e gli obblighi di quest’ultimo nei confronti dei governi ospitanti.

• Esclusioni dall’applicazione della convenzione. Le persone costrette a lasciare il proprio paese a causa di disastri naturali, di calamità, di violenti rivolgimenti politici o di crisi belliche possono essere escluse dall’applicazione della Convenzione. In tali casi sono adottate misure di protezione straordinarie come per esempio la «protezione temporanea», come è accaduto quando sono stati accolti in Italia i cittadini della ex Jugoslavia, della Somalia o dell’Albania.

Numeri in Italia nel 2009 (ultimo dato utile, fonte ministero dell’Interno)

• Totale istanze esaminate: 23.944
• Status rifugiato: 2.230
• Protezione sussidiaria: 5.194
• Proposta di protezione umanitaria: 2.149
• Non riconosciuti + irreperibili: 12.410
• Altri esiti (rinuncia, Dublino, sospesi): 1.961

Principali paesi di provenienza richiedente

• Status rifugiato: Eritrea (411), Somalia (252), Afghanistan (214)
• Protezione sussidiaria: Somalia (2.193), Eritrea (914), Afghanistan (501)
• Proposta di protezione umanitaria: Nigeria (523), Turchia (140), Ghana (127)
• Negativi: Nigeria (4.643), Ghana (1.027), Pakistan (916)

I centri di identificazione e espulsione operativi al momento in Italia sono formalmente 13. A questi centri si dovrebbero aggiungere quattro nuove strutture in Campania, Toscana, Marche e Veneto la cui apertura è stata già annunciata già da tempo dal ministro dell’Interno Roberto Maroni, ma sinora non c’è stato il via libera delle regioni interessate.

Le strutture che accolgono e assistono gli immigrati irregolari e sono articolati in tre tipologie:

• Centri di accoglienza richiedenti asilo (Cara)
• Centri di identificazione ed espulsione (Cie)
• Centri di accoglienza (Cda)