Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2011  febbraio 12 Sabato calendario

QUANDO I RE D’EUROPA ERANO SOPRATTUTTO TEDESCHI

Le prove di esame di lingua italiana per stranieri immigrati mi hanno ricordato che in Inghilterra vi fu un re che per le sue origini tedesche regnò ad inizio del 1700 per tredici anni senza mai apprendere bene la lingua inglese tanto da delegare il governo della nazione a due suoi ministri: Walpole e Stanhole. Aveva 54 anni quando fu chiamato al trono col nome di Giorgio I, diventando capostipite della dinastia degli Hannover. Mi verrebbe da dire che quello che non valeva per i monarchi vale per i sudditi anche se adesso, per fortuna, si chiamano cittadini. Non è un curioso precedente storico che dimostra come sono stati sempre stretti i rapporti tra Inghilterra e Germania tanto da essere definiti Paesi anglosassoni?
Agostino Ghiglione
agostinoghiglione@libero.it
Caro Ghiglione, dopo la morte della regina Anna, nel 1714, la scelta cadde su Giorgio, principe di Hannover, perché era parente degli Stuart, ma apparteneva al ramo protestante della famiglia e saltò quindi tutti i discendenti cattolici che sarebbero stati, in teoria, più vicini al trono. Da allora effettivamente la famiglia reale del Regno Unito è stata in prevalenza tedesca, con parecchie gocce di sangue danese. Vittoria sposò nel 1837 Alberto di Sassonia Coburgo Gotha e la dinastia cambiò nome sino alla Grande guerra quando preferì anglicizzarsi e assumere il nome di Windsor. Edoardo VII, figlio di Vittoria, sposò Alessandra di Danimarca; Elisabetta, pronipote di Edoardo, ha sposato Filippo di Battenberg, divenuto per correttezza politica Mountbatten. Ma questi rapporti familiari fra la Gran Bretagna e la Germania non sono più intimi di quelli di altre monarchie europee, soprattutto nell’Ottocento, con le case principesche germaniche. La spiegazione è in parte culturale, ma anche e soprattutto politica. Il Sacro Romano Impero fu per molti secoli l’area europea con la più alta concentrazione di re, principi, granduchi e duchi, investiti, per grazia di Dio, di poteri sovrani su uno Stato, grande o piccolo: gli Asburgo, gli Asburgo Lorena, gli Hohenzollern, gli Hohenzollern-Sigmaringen, i Wittelsbach, gli Hannover, i Württemberg, i Sassonia Coburgo, i Sassonia-Coburgo Gotha. Erano imparentati con le altre dinastie europee, erano pratici del mestiere ed erano, come usa dire, disponibili. La loro fortuna venne con i moti risorgimentali dell’Ottocento. Quando la nascita di un nuovo Stato non era dovuta al successo di una dinastia locale (come accadde in Italia e in Germania) occorreva donare al neonato un principe o un re. Il Belgio ebbe in sorte, nel 1831, Leopoldo di Sassonia Coburgo. Alla Grecia toccò prima un principe di Baviera (Otto I dal 1832 al 1862), poi un principe di Danimarca; alla Bulgaria fu assegnato prima Alessandro Battenberg, poi Ferdinando di Sassonia-Coburgo. Queste scelte venivano fatte dalle grandi potenze ed erano motivate dalla convinzione che una monarchia avrebbe tenuto a bada le tentazioni repubblicane dei popoli. Il vivaio tedesco aveva un eccellente campionario e poteva soddisfare i gusti di tutti. Esiste poi, in questo quadro, il particolare caso della Russia. Se darà un’occhiata a un albero genealogico dei Romanov dopo Pietro il Grande, caro Ghiglione, scoprirà che contiene tutti i maggiori nomi della nobiltà tedesca: Mecklemburg-Schwerin, Brunswick-Wolfenbüttel, Anhalt-Zerbst, Baden, Sassonia Coburgo, Sassonia-Weimar, Württemberg, Hesse-Darmstad, Leuchtenberg, Hesse-Cassel, Sassonia-Altenburg. Con una bottiglia di vino, alcune caraffe d’acqua e due dozzine di bicchieri, Aleksandr Puskin dimostrò una sera ai suoi amici, in un salotto di Pietroburgo, che il sangue slavo della dinastia dei Romanov era stato progressivamente diluito dal sangue delle principesse tedesche, sposate nel corso dei secoli, sino a rappresentare soltanto una piccolissima parte di quello che scorreva nel corpo di Nicola I. All’epoca dell’ultimo zar, Nicola II, il sangue slavo dei Romanov era tutt’al più un’ombra di cipria sul volto della dinastia.
Sergio Romano