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 2011  febbraio 12 Sabato calendario

«NO ALLA CRISI EXTRAPARLAMENTARE DI PM BUROCRATI»

Massimo Pini, lei ha scritto la biografia di Craxi. Vede analogie con il ’ 93? «Sì. Anzi, la situazione oggi è se possibile peggiore. C’è, come allora, un’operazione giudiziaria e mediatica: si diffondono aspetti dell’attività giudiziaria in un modo che va oltre la logica del processo» . Berlusconi parla di «iniziativa extraparlamentare» . Lei è d’accordo? «Nel ’ 92, in un’intervista con Minzolini che allora era alla Stampa, dissi che in Italia si preparava un colpo di Stato giudiziario. Questo è stato Mani Pulite. Anche Craxi se n’era convinto, e con il tempo pure Cossiga. L’unico paragone possibile è con i golpe sudamericani: uomini non investiti di alcuna rappresentatività esautorano gli eletti dal popolo e imprimono al corso delle cose un’altra direzione» . Lei cita il Sud America. Berlusconi la Ddr. Non pensa che state un po’ esagerando? «Berlusconi ha sbagliato, nel senso che la Ddr era uno Stato comunista dove gli organi di inquisizione facevano il loro mestiere. Qui c’è un ordine dello Stato che si muove di concerto con parte dell’informazione anche televisiva, per sovvertire il voto popolare. Fu così anche nel ’ 93. Le ricordo che l’anno prima il quadripartito Dc-Psi-Pli-Psdi aveva vinto le elezioni con un sontuoso 50%» . Perché dice che la situazione attuale è anche peggiore? «Perché allora accaddero cose tragiche ma grandiose. Finivano partiti secolari, morivano ideologie. E il crollo di Dc e Psi avveniva su un grande tema: il rapporto tra politica ed economia, tra i partiti e le aziende. Ora la crisi è boccaccesca. Carnascialesca. Viene fuori un mondo misero. Anche oggi ci sono grandi questioni: la crisi finanziaria, l’inflazione che riparte; la fine dei regimi arabi, i rischi per Israele. Ma la sinistra televisiva si occupa degli sms delle escort. I talk show sembrano un teatro seicentesco, una recita barocca, con il berlusconiano nella parte del cattivo» . L’altra sera il Tg1 militarizzato di Minzolini ha trasmesso un monologo berlusconiano di sei minuti. «La Rai di Bernabei era un elemento unificante della nazione. Questa Rai contribuisce a scavare il baratro in cui stiamo sprofondando. Se in un clima di tale mediocrità il Tg1 è militarizzato, mi pare un fatto positivo» . Ci sono altri precedenti di «iniziative extraparlamentari» nella storia repubblicana, secondo lei? «No. Certo, si avvertiva l’influenza di forze esterne — le due superpotenze, il Vaticano, l’Eni di Mattei — che però ricorrevano alla mediazione politica, avevano i loro parlamentari di riferimento. Qui invece dobbiamo chiederci fino a che punto arriverà il potere senza controlli dei magistrati. Che non sono rappresentanti dei cittadini, ma burocrati che hanno passato un esame» . La magistratura ha dato all’Italia Falcone, Borsellino e decine di altri servitori dello Stato che hanno pagato con la vita. «È vero. Ma Falcone non c’entrava nulla con i magistrati di Milano. Era diventato direttore degli Affari penali del ministro della Giustizia Martelli, e per questo alcuni colleghi di sinistra lo accusarono di tradimento, come la stessa Boccassini ha rinfacciato a Gherardo Colombo dopo l’attentato di Capaci. Il libro di Cicchitto sull’uso politico della giustizia ricostruisce bene l’involuzione di Magistratura democratica, che da laica e liberale dopo il ’ 68 diventa filocomunista o vicina alla sinistra extraparlamentare, in qualche caso persino a gruppi terroristi. Pure Violante riconosce che la politicizzazione della magistratura è andata oltre il limite» . Berlusconi ha ancora il controllo di se stesso? Non c’è il rischio che sia ricattato? «Per capire se Berlusconi è ricattabile si deve capire il quadro in cui si inserisce l’iniziativa della Procura di Milano. Quando un pm mette sotto accusa un premier, bisogna chiedersi quali sono le vere motivazioni. Per Craxi si pensò a Sigonella, che certo aveva irritato una parte dell’amministrazione Usa. Per Berlusconi può essere forse il legame con Putin» . Non penserà che la Boccassini indaghi sulle notti di Arcore perché Berlusconi è amico di Putin... «Il processo a un capo di governo non è mai un fatto puramente giudiziario. A Londra hanno messo sotto accusa Blair; ma per una guerra da migliaia di morti, non per una festa in casa» . Non è in discussione la libertà della vita privata, ma l’uso dei poteri dello Stato. Non le prostitute, ma la loro elezione negli organi rappresentativi. «Io la penso come Ostellino, quando distingue lo Stato giusto dallo Stato puro. E mi pare che i magistrati si accaniscano sulle debolezze di un uomo che la stessa moglie ha definito malato» . Appunto. Non crede che Berlusconi avrebbe dovuto cambiare i propri comportamenti? «Un uomo può reagire in vari modi alla malattia. Può rassegnarsi e chiudere la propria vita sessuale. Può cercare di prolungarla. L’importante è che Berlusconi abbia ancora testa e carattere. E mi pare proprio che sia dotato di entrambi. Sta dimostrando una tenuta straordinaria» . Il coté libertino lo accomuna a Craxi? «Craxi aveva un coté libertino, ma con due grandi differenze. Ha sempre rispettato la famiglia, la moglie. E aveva una forma di compartecipazione e di affetto per le donne. Quando, all’inizio degli anni 80, un’attricetta si gettò dalla finestra, Bettino era davvero furibondo con i funzionari Rai che considerava responsabili della sua fine. Berlusconi su questo punto mi pare un po’ più freddo» . — come finirà stavolta? «Vince Berlusconi. La Lega vuole il federalismo e quindi resterà fedele. L’opposizione è divisa e senza un leader. La maggioranza resiste e, se irritata, potrebbe ripristinare quell’immunità parlamentare che fu abolita nel ’ 93, quando presidente della Camera era Napolitano. Guardi, io non sono mai stato berlusconiano. Conosco Silvio da trent’anni, e conosco anche i suoi limiti. Ma credo che oggi la sua presenza sia un bene per il Paese: perché è lui a tenerlo insieme, a controllare la Lega. Quando finirà Berlusconi, rischiamo di finire come la Jugoslavia dopo Tito. E forse la pensa così anche Napolitano» .
Aldo Cazzullo