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 2011  gennaio 23 Domenica calendario

I PENNUTI ARRABBIATI SONO TRA NOI. L’OSSESSIONE DI UN VIDEOGIOCO

Una mania così collettiva da ribaltare il paesaggio di New York. «Prima il traffico pedonale era incessante ma scorrevolissimo - osserva il Wall Street Journal -: oggi le strade sono intasate da chi si ferma sui marciapiedi a consultare le applicazioni». Non solo quelle capaci di condurre al ristorante («Zagat»), o di individuare in quale punto della città si trovano gli amici («Four Square»). In occasione del traguardo dei 10 miliardi di download di programmi App Store da parte di 160 milioni di utenti, i mappatori di tendenze hanno individuato il nuovo rito collettivo: i videogiochi su smartphone e iPad, eredi dei vecchi (ma non desueti) Pac-Man, Tetris e Snake. Un nuovo modo di usare telefonino e tavoletta che prende piede anche in Europa e in Italia: il paese di naviganti e sognatori continua a prediligere le applicazioni con GPS per la guida, ma non disdegna una «partitella» in sala riunione o in fila al supermercato. A guidare la classifica è «Angry Birds», che ha da poco sfiorato quota dieci milioni di copie vendute solo per l’ iPhone e che nel primo giorno di uscita su piattaforma Android ha avuto un milione di download in 24 ore. Il successo - così grande da prevedere l’ uscita anche in formato console da salotto - poggia sul mix già collaudato di strategia e combattimento: un gruppo di pennuti vendica un’ invasione suina attraverso tiri di fionda che abbattono, mattone per mattone, la stalla del nemico. Puzzle game elementari, molti gratuiti, altri con un costo variabile da pochi centesimi a qualche euro, rapidi intermezzi durante i tempi morti in ufficio, in alcuni casi pensati proprio per «alleggerire» lo spostamento da una parte all’ altra della città. È il caso di «Doodle Jump», al sesto posto nella lista dei più scaricati, «adattissimo - dicono i project manager sui siti specializzati - a brevi partite da metropolitana o da autobus». Basta inclinare l’ iPhone a destra o a sinistra per far salire il protagonista sempre più in alto, facendolo rimbalzare sulle piattaforme. E se si ha la fortuna di avere anche l’ altra mano libera si possono sparare proiettili ai nemici. Con buona pace dei vicini di sedile. Più cervellotico e meno plateale, «Flight Control» è consigliato a giocherelloni dai nervi saldi: si tratta di gestire al meglio un aeroporto, evitando di far scontrare gli aerei che atterrano sulle piste. L’ affare videogame è stato già da tempo intercettato a Cupertino, dove gli sviluppatori di software al servizio di Jobs hanno creato 350 mila applicazioni, di cui 65 mila di genere ludico. Un fenomeno confermato dalle immancabili statistiche: circa il 30 per cento dei possessori di smartphone usa il cellulare per giocare. E anche le tavolette sono spesso convertite in maxischermi per videogame capaci di creare dipendenza. È il caso di «Cut The Rope» (una specie di albero della cuccagna dell’ epoca virtuale), terzo nella classifica dei più scaricati, talmente «frequentato» che ora sono in vendita le applicazioni con i trucchi per superare tutti i livelli. O «Paper Toss», il classico lancio (da ufficio) della pallina di carta nel cestino, giudicato un vero antistress dai suoi adepti, almeno fino a quando il ventilatore, la cui potenza e direzione variano da tiro a tiro, non devia (in modo assai stressante) la traiettoria. E siccome di gioco si tratta, non mancano all’ appello i bambini. Lo scorso Natale tra i regali più richiesti ci sono stati proprio i «telefonini da gioco». Tra le applicazioni preferite dai piccoli internauti c’ è «Talking Baby Hippo», dove al personaggio in 3D si può fare il solletico e dargli il ciuccio. Poi, appena adolescenti, si approda allo schema calcistico «Fifa 2011» e (di già) al lancio rilassante di «Paper Toss».
Michela Proietti