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 2011  gennaio 21 Venerdì calendario

WALL STREET PRESENTA IL CONTO A FIAT

La Fiat, dopo i fuochi d’artificio, torna a terra. Almeno tra i recinti elettronici della Borsa dove ieri la casa torinese è stata la pecora nera del listino, con una perdita del 3,8 per cento a quot 7,325 euro. Peggio ha fatto l’Industrial, con un calo secco del 5 per cento sotto l’asticella dei 10 euro (ultimo prezzo a 9,925), nonostante che la banca d’affari Usa JP Morgan abbia iniziato la copertura del titolo con un dignitoso “neutral”.
Ma sono stati proprio gli analisti, ad una settimana dal consiglio di amministrazione che approverà i conti del 2010 (“meglio del 2009” ha già anticipato Sergio Marchionne), la causa principale del tonfo di Fiat.
Il motivo? Esaurito l’effetto speculativo generato dallo spin off e in attesa di capire le prossime tappe della scalata Chrysler, gli analisti finanziari tornano ad esaminare il Lingotto per quello che è oggi. Il risultato?
Per ora, scrive da Londra l’analista Alexis Albert ai clienti di Nomura, la società non è “appealing”. Nel 2010, dice Nomura, Fiat ha preso il volo per tre motivi: gli ottimi risultati del Brasile, che non sarà facile ripetere vista la concorrenza; l’effetto Chrysler e lo spin off. Ora, chiuso quest’ultimo capitolo, bisogna vedere se e in quale misura l’alleanza americana produrrà i suoi frutti in Europa. Ancor più severo il giudizio di JP Morgan che ha reso pubblico il suo studio sul settore auto. Il 2011, dice la casa Usa, sarà un anno buono. Per tutti, anzi quasi tutti.
Sarà un anno d’oro per la Volkswagen che, finita la paura per gli strascichi giudiziari sull’acquisto di Porsche, promette grossi rialzi (da quota 83 a 170, secondo gli obiettivi fissati dalla casa Usa) e per Renault (da 43 a 69). Ma la Fiat, in attesa di nuovi modelli per recuperare quote di mercato, è destinata a segnare il passo. Ovvero, per dirla con il gergo degli analisti, ad un prossimo futuro “underperform”, non oltre gli 8 euro. Insomma, anche gli osservatori professionali aspettano al varco la Fiat sul fronte del piano commerciale.
E in questo clima, forse, fanno più male le punture di spillo in arrivo sul fronte politico sindacale dove ieri sono scesi in campo due ex di prestigio.
Primo fra tutti Guglielmo Epifani, l’ex numero uno della Cgil che, per la verità, più che polemizzare con la Fiat (“Marchionne – ha detto – fa passare ‘idea di un sovrano che fa ciò che vuole con gente non altrettanto libera”) , ha voluto ricordare ai sindacati, prima fra tutti la Fiom, il prezzo che si paga in assenza di una linea comune. «La Fiat – ha detto – ha giocato con noi come il gatto con il topo. Quando i topi non si mettono d’accordo , il gatto è più forte».
Più acido con il suo successore al Lingotto è stato al solito Cesare Romiti. In un’intervista a “Left”, l’ex presidente della Fiat ha ribadito i concetti a lui cari: sbaglia Marchionne «a voler dividere il sindacato». Ma, soprattutto, Romiti ce l’ha con le stock options, milionarie. «Secondo me – dice – questa voglia di voler premiare a tutti i costi coloro i quali si occupano di aziende, soprattutto nel breve periodo, ha prodotto un grave sconquasso».
Difficile, assai difficile che Marchionne replichi a queste osservazioni. Del resto, ieri il manager ha incassato almeno un punto: il verdetto di Fitch. L’agenzia di rating ha fatto sapere che
non rivedrà al ribasso il rating di Fiat. Era questa la prima preoccupazione di Marchionne. In caso di retrocessione, dovuta al fatto che la casa, orfana di camion e trattori, assorbirà più investimenti ma con minori profitti per un bel po’, la Fiat si sarebbe trovata a fronteggiare un brusco peggioramento delle condizioni praticate dalle banche e dal mercato. Al contrario Fitch non esclude, nel caso che le promesse siano mantenute, una prima, prudente promozione delle prospettive di Fiat entro l’anno, da “negative” a “stabili”.
In questa cornice, la casa può festeggiare i primi tasselli per completare la squadra. A partire dal team che dovrà gestire il rilancio delle vendite Fiat. Andrea Formica, il responsabile dei marchi del gruppo in arrivo da Toyota, si è assicurato le prestazioni del suo vecchio capo: Thierry Dombreal, a suo tempo il dirigente europeo più importante di casa Toyota, grande protagonista dell’auto gialla nel Vecchio Continente.
Dombreval, 63 anni, è un pensionato di lusso che ha accettato di rimettersi in discussione per il Lingotto, convinto che, presto, arriveranno le munizioni per la ripresa. A partire dai prodotti che il gruppo presenterà al prossimo salone di Ginevra: la nuova Ypsilon, tanto per cominciare, o la nuova ammiraglia Lancia, versione europea della 300 C Sedan appena presentata al salone di Detroit che, novità assoluta per il gruppo, sarà offerta anche in versione ibrida. Saranno queste le avanguardie del nuovo esercito Fiat/Chrysler così come lo ha illustrato Marchionne agli analisti radunati a Flimms, nel cantone dei Grigioni: 34 nuovi modelli, di cui 13 prodotti oltre Oceano, più 17 interventi di restyling. Resta da capire quanta parte rigurderà Fiat e quanta Chrysler, che potrà contare sui 3 miliardi in arrivo dal Dipartimento dell’Energia Usa per sviluppare un nuovo motore ibrido. Di sicuro, in Europa la situazione di partenza non è delle più allegre: il calo delle vendite per i marchi Fiat, nel 2010, è stato tre volte peggiore che per la media del mercato (meno 17,4 contro 5,5 per cento). Un salasso che, per Max Warburton, analista dell’auto di Bernstein Research, si è tradotto in una perdita di almeno 800 milioni di perdite per mancate vendite.