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 2011  gennaio 23 Domenica calendario

AL POSTO DEGLI ALBERGHI


Qualcuno lo ha definito
come il gioco più noioso del mondo. È meglio chiamarlo il Monopoli comunista. Non ci sono alberghi e casette da edificare a Parco della Vittoria ma si devono conquistare posti nella fila di fronte ai negozi per comprare cibo e altri prodotti. Insomma quello che accadeva quando il socialismo reale dominava l’Est Europa. In Polonia hanno così creato un gioco da tavolo di nome “Coda”, su iniziativa dell’Istitituto per la Memoria nazionale, organizzazione che investiga sui crimini del passato comunista e ricorda alla gente in quale terribili condizioni si vivesse sotto il regime.
L’iniziativa è rivolta soprattutto ai bambini, che oggi dispongono di quello che vogliono, ma devono comprendere il tipo di restrizioni a cui erano sottoposti i loro coetanei negli anni ’80, quando il collasso economico rendeva difficili da reperire anche i generi di prima necessità e alla gente non restava che aspettare pazientemente il proprio turno per comprare tutto.
Nel gioco ogni concorrente deve mettersi in coda per acquistare dieci articoli: fra cui pane, carta igienica, caffè e una guida turistica della Bulgaria. Non è facile riuscire a mettere le mani su quei prodotti: si deve prima superare una lunga fila, che ricorda quello che accadeva davanti ai negozi dei Paesi dell’Est. In certi casi c’era addirittura la compravendita dei posti e il lavoro di certe persone era quello di accodarsi fin dall’alba per poi vendere i metri conquistati al miglior offerente in un’asta improvvisata per strada.
Le regole di “Coda” sono molto simili. Ogni concorrente mette il proprio “segnalino” nella fila: si tratta di omini di legno della stessa grandezza ma di colori diversi. L’imprevisto più pericoloso è rappresentato dai furbi che rubano posizioni agli altri. Non solo, sempre nel gioco, come nella realtà ai tempi del comunismo, si può anche arrivare in fondo ma non trovare quello che si cerca a causa del razionamento a cui erano sottoposti quasi tutti i prodotti.
«Il gioco non solo rappresenta molto bene la realtà di quando si faceva la coda ma evoca anche l’atmosfera in cui vivevano le persone in quegli anni», ha detto Karol Madaj, dell’Istitituto polacco per la Memoria nazionale. Sono molte le similitudini col Monopoli: i concorrenti si muovono sulle caselle
che rappresentano le diverse code e c’è anche la possibilità di raccogliere una carta (simile a quelle nel mazzo delle Probabilità) che permette di saltare avanti e di arrivare direttamente a comprare gli articoli. Vince naturalmente chi per primo riesce a mettere in borsa i dieci oggetti.
Non è la prima volta che l’Istituto della Memoria cerca di insegnare la storia coi giochi da tavolo. Lo ha fatto anche con Squadrone 303, per ricordare i piloti polacchi che dopo l’invasione tedesca si erano arruolati
nella Royal Air Force per difendere i cieli britannici dalla minaccia nazista. Già in passato c’erano state versioni di Monopoli che si potrebbero definire “di sinistra”. Come l’Anti-Monopoli, il gioco dell’imprenditoria etica. Non ci sono però rivali rispetto alla versione “capitalista”.
Monopoli è stato giocato da circa 750 milioni di persone dal 1935, anno in cui Charles Darrow lo registrò, rendendolo il più giocato gioco da tavolo della storia. Da allora sono state vendute oltre 250 milioni di copie di Monopoli in 106 paesi e 40 lingue. Sono state pubblicate oltre 200 edizioni del gioco, ma la più popolare rimane la classica Numero nove che si basa sulle strade di Atlantic City ed è quasi identica alla versione originale presentata da Darrow ai Fratelli Parker. Sono 75 anni di storia sempre rinnovati: da semplice gioco in scatola è diventato applicazione per iPho-
ne tra le più scaricate, per pc, persino per non vedenti. Si calcola che dalla prima partita a Monopoli siano state costruite oltre sei miliardi di casette verdi e più di 2 miliardi di alberghi rossi. Nel 1998, il gioielliere Sidney Mobell ha creato la versione più costosa al mondo: un Monopoli tutto d’oro e pietre preziose dal valore di 2 milioni di euro.