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 2011  gennaio 22 Sabato calendario

GUERRA TEDESCA CONTRO LA FERRERO

Si è aperta a Berlino (fino al 31 gennaio) la Grüne Woche, letteralmente la Settimana verde, la più grande fiera dell’agricoltura al mondo. Sono attesi oltre 400 mila visitatori, a cui verranno presentati i prodotti di 1.600 espositori di 57 paesi. Il biglietto costa ben 12 euro, e in cambio ci si può abbuffare gratis con gli stuzzichini offerti agli stand: dai würstel alle frittelle marocchine, alla frutta esotica.

Sulla rassegna grava una nube di diossina, commenta Die Welt.

Il ministro dell’agricoltura, Frau Ilse Aigner, ha cercato di rassicurare i consumatori dopo il recente scandalo delle uova e dei maiali alla diossina, ma con scarso successo. «Bisogna capire», ha detto, «che i buoni generi alimentari hanno il loro prezzo. Non sempre è igienico cercare le offerte più convenienti». Produrre bene costa, ma si ha il dubbio che anche i costosi prodotti ecologici non siano garantiti. E bisognerebbe anche mangiare sano, raccomandano i liberali. L’Fdp, partito di governo, denuncia che i bambini in Europa sono troppo grassi, e in Germania ancora più obesi: un terzo dei maschietti e il 20% delle bambine è già sovrappeso. E si rischia di rimanerlo a vita. Meglio, dunque, non portare i figlioletti alla Grüne Woche.

Per i liberali, i piccoli tedeschi rischiano di essere contagiati dal male americano: mangiano troppo e preferiscono cibi dannosi.

Qualche deputato è arrivato a proporre di vietare ai minori le catene di McDonald’s: i burger e le patatine fritte, irrorate di ketchup o di maionese o di entrambe le salse, sono autentici attentati alla salute. Veleni per i minorenni. Un divieto che, ovviamente, è impossibile da realizzare in un paese democratico. I burger come la marijuana? Il fast food sarà ancora più dannoso, ma tocca ai genitori scegliere gli alimenti per i loro figli.

Su un’altra proposta l’Fdp ha più chance di imporsi. Il partito vorrebbe vietare che insieme con le confezioni di patatine o con le polpette vengano regalati giocattoli, le piccole figure in plastica di cui i ragazzini fanno collezione. Così si induce il bambino, sostengono i deputati liberali, a consumare sempre di più per completare la raccolta. Questa pubblicità al consumo non è corretta, soprattutto perché rivolta a consumatori immaturi che non si possono difendere. Il bambino farà pressione sui genitori per ottenere i gadget e non sfigurare innanzi ai compagni.

Il divieto varrebbe non solo contro le catene di fast food, ma contro ogni confezione messa in vendita con giocattoli. Una misura che finirebbe per colpire anche gli ovetti Kinder della Ferrero. La casa piemontese da decenni ha conquistato il mercato, riuscendo nel miracolo di far credere che i suoi prodotti, a partire dai Mon Chéri, siano un’invenzione tedesca. I pupazzetti inseriti nelle uova di cioccolata sono oggetto di collezione anche per gli adulti, e alcuni hanno raggiunto quotazioni da diverse centinaia di euro. Il divieto provocherebbe una sollevazione popolare. I liberali sostengono che le figurine di plastica sarebbero pericolose per i più piccoli, che potrebbero ingoiarle per errore. Ma finora non è mai avvenuto.