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 2011  gennaio 21 Venerdì calendario

Bertone: «Moralità e legalità, la Santa sede è preoccupata» - S’è mosso il segretario di Stato vaticano, ed ha messo ordine nella ondeggiante posizione dei vescovi, divisi tra una censura severa al premier e una cautela dettata da tante preoccupazioni, compresa quella di non destabilizzare equilibri politici su cui la Chiesa può contare, contraria com’è al voto anticipato, convinta di dover puntellare il governo, così come s’era deciso ad Assisi in novembre

Bertone: «Moralità e legalità, la Santa sede è preoccupata» - S’è mosso il segretario di Stato vaticano, ed ha messo ordine nella ondeggiante posizione dei vescovi, divisi tra una censura severa al premier e una cautela dettata da tante preoccupazioni, compresa quella di non destabilizzare equilibri politici su cui la Chiesa può contare, contraria com’è al voto anticipato, convinta di dover puntellare il governo, così come s’era deciso ad Assisi in novembre. Proprio per questo adesso l’imbarazzo e l’irritazione sono ai massimi, e il pressing della metà dell’episcopato, che chiede di esplicitare il forte malumore nei confronti dei comportamenti del Cavaliere, è stata raccolta dal cardinal Bertone. Ed è bastato un sì per condividere il turbamento di Giorgio Napolitano e allineare la Santa Sede al Quirinale. Una tenaglia che segna la distanza siderale tra le preoccupazioni di questi alti magisteri e il «mi sto divertendo» pronunciato dal Cavaliere a mo’ di sfida ieri l’altro. «La Santa Sede segue con attenzione e in particolare con preoccupazione queste vicende italiane, alimentando la consapevolezza di una grande responsabilità soprattutto di fronte alle famiglie, alle nuove generazioni, di fronte alla domanda di esemplarità e ai problemi che pesano sulla società italiana». La domanda cui Bertone ha risposto era sul caso Ruby, e dunque le allusioni sono riferibili a questo. Naturalmente, nei modi e nei toni che il Vaticano è solito usare: «La Chiesa spinge e invita tutti, soprattutto coloro che hanno una responsabilità pubblica in qualunque settore amministrativo, politico e giudiziario, ad avere e ad assumere l’impegno di una più robusta moralità, di un senso di giustizia e di legalità». «Credo - ha aggiunto il cardinale Bertone - che moralità, giustizia e legalità siano i cardini di una società che vuole crescere e che vuole dare delle risposte positive a tutti i problemi del nostro tempo». Le domande sul caso Ruby sono state martellanti, Bertone ha replicato con concetti volutamente generali ma di fatto assai poco generici. Spiegando ai cronisti che insistevano su Ruby che «la Santa Sede ha i suoi canali, le sue modalità di intervento e non fa dichiarazioni pubbliche». Lei condivide il turbamento di Napolitano? «Avete visto la nota (del Quirinale) pubblicata dall’Osservatore Romano». La fronda anti berlusconiana è potente, si dice muova 140 vescovi, e il Vaticano non poteva restarsene in silenzio aspettando muto l’apertura del Consiglio permanente della Cei, lunedì prossimo ad Ancona, lasciando a Bagnasco il compito di dare un improvviso altolà. Ora la linea è già corretta e segnata, e quando Bagnasco affronterà il tema dei problemi dell’Italia, non potrà che richiamare il governo alla necessità di affrontare i «veri problemi» della gente, la crisi, il malessere delle famiglie, ricordando che c’è un “comandamento” della Costituzione italiana, l’articolo 54, che fa esplicito riferimento all’etica pubblica, «i cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore...». C’è bisogno di questo e di «buoni esempi», come ha appena scritto il direttore di Avvenire, Tarquinio, perchè «i risultati dei cattivi esempi, dei cattivi maestri, della cattiva politica e della cattiva informazione sono sotto gli occhi di tutti». «Abbiamo bisogno di testimoni di un consapevole e alto senso del lavoro e della contribuzione al bene comune, che è fatta di impegno, di pulizia, di onestà e di equità in ogni ambito civile e politico, compreso quello fiscale». IL CONCORDATO Il Concordato è la seconda parte dei Patti Lateranensi del 1929 che furono recepiti nella Costituzione e poi revisionati nel 1984. Fra i punti più discussi, quello relativo all’insegnamento della religione nelle scuole. Il Concordato del ’29 lo voleva obbligatorio, salvo possibilità di esenzione su richiesta. Il testo dell’84 la trasformava in facoltativa restando fermo l’inserimento nel corpo docente degli insegnanti di religione.