Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2011  gennaio 23 Domenica calendario

articolo + boxino - QUANDO HOLLYWOOD SMETTE DI RECITARE- Alfred Hitchcock guarda Tippi Hedren come il gatto fa col topo

articolo + boxino - QUANDO HOLLYWOOD SMETTE DI RECITARE- Alfred Hitchcock guarda Tippi Hedren come il gatto fa col topo. Sono sul set di Marnie. È in quel momento che lui sta pensando di regalare alla figlioletta di lei, Melanie Griffith, una Barbie simil-Tippi confezionata in una bara di legno? Paul Newman anche in pausa, sigaretta tra le dita, maglietta buttata via chissà dove, proprio non riesce a dismettere la posa da divo. Gregory Peck ripassa il copione de Il buio oltre la siepe con la piccola coprotagonista Mary Badham: sembra lo stesso onesto americano medio che incarna cento volte sullo schermo. Cary Grant, invece no, per stemperare la fama di gentleman, sputa l´acqua della piscina, davanti a Doris Day che non fa una piega. Nella Hollywood dei tempi d´oro, appena la macchina da presa si spegne, Leo Fuchs punta l´obiettivo. Sta lì a catturare i momenti morti, quei non tempi tra un ciak e l´altro, con le stelle che rileggono la parte, sbadigliano, ridono, fanno i capricci, telefonano a casa. Quando i genitori - pasticceri ebreo-polacchi - da Vienna ripiegano a New York, nel fatale 1939, Leo ha solo dieci anni e si chiama ancora Abraham Leon Springer. Poco dopo vende per cinque dollari un ritratto rubato della first lady Eleanor Roosevelt. Dimostra di avere subito carattere e idee chiare: quattordicenne, lascia la scuola per imparare il mestiere dei suoi sogni al Globe Photos. I primi lustrini che immortala sono quelli degli spettacoli di Broadway e giornali e riviste iniziano a contenderselo. Ma negli anni Cinquanta arriva la grande occasione: i set gli aprono le porte. È tra i pochissimi ad accedere ai dietro le quinte della mecca del cinema. Sono i tempi in cui gli attori, tenuti a bada dagli Studios, centellinano la loro immagine e la adeguano ai contratti firmati. Scrive Bruce Weber nel saggio che ora accompagna Leo Fuchs: Special Photographer from the Golden Age of Hollywood, raccolta di scatti memorabili e inediti pubblicata negli Stati Uniti da powerHouse Books a cura di Alexandre Fuchs, figlio del fotografo scomparso nel 2009 : «La naturalezza delle sue fotografie può paragonarsi solo con i ritratti informali di Spencer Tracy realizzati da Imogen Cunningham o con quelli di Cecil Beaton al giovane Marlon Brando. Gli scatti di Leo erano "la cruda realtà" o, come amano dire a Hollywood, "la realtà stessa"». La realtà nascosta dietro la celluloide. Appare troppo facile oggi guardare sotto un´altra luce la foto di Rock Hudson che cammina vestito di sola pelliccia sul set di Amore ritorna. Con lo sguardo tra l´annoiato e l´inquieto, non ha per niente l´aria di uno che sta girando una commedia. Avrebbe dovuto attendere altri vent´anni prima di poter fare coming out. Fuchs coglie con il suo obiettivo le ombre dei divi, ma senza il grottesco delle foto da rotocalco che sarebbero venute di lì a poco. Non è un paparazzo. Delle star conquista il rispetto, a volte qualche confidenza, che serba per sé o trascrive con discrezione senza l´inchiostro efficace e velenoso di un Truman Capote. Sul set dei Giovani leoni, dove si confrontano i due "ribelli" Marlon Brando e Montgomery Clift, annota: «Monty era un´"antenna", recettivo e sensibile a tutto e a tutti. Marlon, invece, aveva un approccio più intellettuale al suo lavoro». Fatto sta che, quando prova a mostrare a Brando alcuni scatti realizzati durante le pause, uno dei tirapiedi dell´attore gli si avventa contro: «Come osi avvicinarti a Mister Brando senza prima chiedere il permesso?». Da allora, Fuchs preferirà concentrarsi su Clift. Nel backstage di Irma la dolce, si divertirà di più, con gli sghignazzi e le smorfie rubate a Jack Lemmon e Shirley MacLaine. E con l´umorismo di Billy Wilder, che però sul set era serissimo: metodico fino all´ossessione, sistema lui stesso il vestito alle interpreti secondarie del film. Poi c´è Audrey Hepburn. «Non riuscivi a farle una brutta foto, nemmeno se ci provavi», ricorderà il fotografo. Lui la "cattura" in Congo, mentre gira La storia di una monaca di Fred Zinnemann. La Hepburn che sorride col costume da suora e si ripara dal sole con l´ombrello. La Hepburn al mercato locale, e tutto il mondo attorno che si ferma a guardarla. La Hepburn che legge un libro, o con una scimmietta sul braccio. E poi ancora: col volto incorniciato da foglie e tronchi di una foresta pluviale, ha un accenno di occhiaie. Forse è stanca, di sicuro in quella foto è Audrey e basta. boxino Cameron Diaz - attrice Appartengo alla categoria di attori convinti che recitiamo gratis e veniamo pagati per tutto il resto: interviste e pause Aggiungo: trovo crudele che sui set ci siano tutti quei popcorn Paul Haggis - regista Non amo aspettare, e neppure gli attori: dopo una scena vogliono rifarla subito Questo per dire che sui miei set ci sono poche pause, credetemi! Jeff Bridges - attore Fra un ciak e l´altro io fotografo: colleghi, trucco, troupe... Andy Garcia - attore Pausa? Per me non c´è né "azione" né "pausa". La vita va sempre avanti Anthony Hopkins - attore Non sono più i tempi in cui si staccava alle cinque, a meno che non lavori con Woody Allen o Clint Eastwood Io con Eastwood non ho mai lavorato ma mi dicono che è uno che alle cinque dice: bene così , pausa, ci vediamo domani! Stanley Tucci - attore Una volta un grande attore mi disse: "Io recito gratis, ma mi faccio pagare, e tanto, per le ore che sto lì ad aspettare un ciak di qualche secondo" Al Pacino - attore Se il film è impegnativo meglio chiudersi in camerino e prepararsi Ma per rilassarsi meglio ancora starsene a scherzare con la troupe Anne Hathaway - attrice Le pause possono anche essere molto faticose Sul set di "Love and Other Drugs" avevamo parecchie scene di sesso. Prima di ogni scena andavo in camerino a fare flessioni in modo compulsivo, come se potessi cambiare il mio corpo da un momento all´altro e una volta nuda potessi essere miracolosamente super Ero ossessionata. Del resto non sono mai stata tanto nuda come in quel film! Michele Gondry - regista Se c´è una pausa corro nel mio camerino e schiaccio un pisolino Ma non succede quasi mai... Colin Firth - attore Preferisco scherzare piuttosto che starmene chiuso in uno sgabuzzino Testi raccolti da Silvia Bizio