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 2011  gennaio 23 Domenica calendario

LETTA SI SGANCIA DAL CAVALIERE E SI PREPARA PER IL NUOVO GOVERNO

(Dagoreport) -

Lo ha scritto "Il Riformista" giovedì scorso, lo ha ribadito il "Secolo XIX" il giorno dopo: l’idillio tra Silvio Berlusconi e il suo braccio destro di sempre, Gianni Letta, si è rotto. Complici gli scandali (ma non solo), che fiaccano l’immagine pubblica del premier e inevitabilmente rischiano di portarsi dietro anche l’eminenza azzurrina, il rapporto pare compromesso.

Ecco come veniva titolato lo scorso 20 gennaio un articolo di Alessandro De Angelis sul quotidiano arancione ora diretto dal sorprendente Stefano Cappellini: "Per evitare Letta premier, Berlusconi torna falco. Il premier sospetta dei servizi. I fedelissimi: ‘Hanno giocato di sponda con i loro referenti politici’. L`incubo che il sottosegretario non li controlli o che sia il terminale dei fautori del governo di transizione. E allora sceglie la controffensiva mediatica".

Il concetto viene ribadito il 21 gennaio da Angelo Bocconetti sul "Secolo XIX", con ulteriori particolari: Letta aveva messo in guardia il Cavaliere dalla vicenda della minorenne, non ascoltato. Scriveva Bocconetti: "Il ‘ciclone Ruby’ sta scavando un solco tra Silvio Berlusconi e Gianni Letta, tra i pochissimi esponenti della maggioranza ancora in grado di interloquire con le istituzioni.

Voci allarmatissime si rincorrono tra Palazzo Chigi e Montecitorio: Letta sarebbe pronto a fare lui il ‘passo indietro’ che Berlusconi si rifiuta di compiere; si sente stanco e imbarazzato; ha voglia di staccare la spi9na. Lui, da lunedì, ha quasi interrotto i rapporti con il presidente del Consiglio, se si eccettua il colloquio che entrambi hanno avuto con Napolitano".

Scrive Amedeo La Mattina su "La Stampa" di sabato 22 gennaio: "’Il cerchio si stringe e Berlusconi, che non si rassegna mai, non sembra rendersene conto. E` convinto di poter raddrizzare il piano inclinato in cui lui e noi tutti stiamo scivolando’.

Un ministro, che mai e poi mai abbandonerà la nave berlusconiana, confida questi sentimenti di scoramento che sono comuni a Gianni Letta, il «Grande Mediatore» che non ha più nulla su cui mediare. Bruciati i ponti con Casini; telefoni spenti con il Quirinale dove il Capo dello Stato è furibondo perché il premier non ha seguito i suoi consigli di difendersi davanti ai giudici di Milano: anzi si prepara a sollevare il conflitto di attribuzione e a scendere in piazza. No, la scimitarra non è l`arma di un Ciambellano abituato a sottigliezze e sfumature, ai passi felpati quando bisogna fare i conti con il Colle e la Chiesa.

Il gentiluomo di Sua Santità ha cercato di capire il senso profondo delle parole pronunciate dal cardinal Bertone e dal Papa. Ha telefonato al segretario di Stato vaticano e si è reso conto che dentro le cosiddette sacre mura la candela dell`inquilino di Palazzo Chigi si va spegnendo. Rimane invece sempre più acceso il cero di Giulio Tremonti, uno dei pochissimi ministri che il Santo Padre conosce e apprezza. Ne ammira le doti intellettuali. Lo chiama il «professor Tremonti»".

Nel nuovo governo Tremonti-Letta, l’Eminenza Azzurrina garantirebbe tutti quei settori che con Giulietto non hanno nessun dialogo. Innanzitutto il Terzo polo di Fini-Casini-Rutelli: tutti e tre con un rapporto personale forte con il sottosegretario, tanto che lo hanno proposto più volte come premier. Anche il mondo forzista di "Liberamente" (Frattini, Gelmini, Bondi, Prestigiacomo), che dal Tesoro si è visto tagliare tutti i fondi possibili ai propri ministeri, si sentirebbe garantito.

Da parte sua il titolare di Via XX Settembre si porta dietro l’appoggio incondizionato della Lega, dell’Europa, delle banche e fondazioni bancarie varie, ora anche del Vaticano. Il tutto sotto l’ala protettrice del Quirinale di Napolitano, che concederebbe subito la polizza assicurativa al nuovo esecutivo: il salvacondotto giudiziario per il premier con la nomina a senatore a vita.