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 2011  gennaio 23 Domenica calendario

LO SCONTRO IN RCS (TRE ARTICOLI DA CORRIERE E GIORNALE)


1- DELLA VALLE: "NON MI PIACE L’ASSEDIO AL CORRIERE" (Corriere della Sera del 22/1)
A Diego Della Valle non piace «quest’aria continua di assedio che c’è intorno al Corriere e soprattutto non mi piace vedere che a metterla in piedi è qualcuno che non ha investito nulla e tenta di farlo vedere come cosa propria, magari per mantenere la sedia in altri posti» .

Il presidente del gruppo Tod’s e membro del consiglio di Rcs quotidiani, ha parlato ieri a margine della presentazione dell’accordo per il restauro del Colosseo. «Dobbiamo stare molto attenti - ha detto- affinché ciò non si verifichi ma sono convinto che con gli amici azionisti questa vecchia musica non funzionerà più» .

Della Valle ha anche sottolineato che «purtroppo c’è l’abitudine di considerare, da parte di qualcuno, la Rizzoli come un’azienda diversa dalle altre» . E questo, ha proseguito il presidente della Tod’s «è una cosa che mi sta scocciando molto e non solo me, ma molti altri azionisti. Credo che ci sia ancora- ha aggiunto Della Valle- qualche arzillo vecchietto, unto dal Signore, che bazzica nei nostri consigli e che pensa che la Rizzoli non sia un’azienda che vada gestita come tutte le altre, con efficienza, efficacia, un’azienda che ha bisogno di stimolare i propri uomini e non preoccuparli o impensierirli» .

Della Valle ritiene che «le aziende per essere libere devono andare bene e per fare ciò non bisogna mettere zizzania nel gruppo, nè fare del millantato credito, in modo che dall’esterno si pensi che qualcuno sia proprietario più di qualcun altro. Queste sono cose che non vanno bene» .

«Se seguiamo tutti insieme con un unico intento le regole più semplici che qualunque azienda adotta e non siamo invece a sentire qualche vecchio signore che pensa ancora si possano gestire il potere, le sedie e i posti con vecchie logiche bizantine, entro un anno o due, avremo un bellissimo gruppo» .

E sul futuro ha sottolineato: «per quanto riguarda me, Ferruccio de Bortoli rimarrà direttore. Non vedo perché no» . «Rimettiamo la barra al centro, il direttore è stato scelto da questo consiglio e va fatto lavorare, lo stesso vale per l’amministratore delegato» .


2- BAZOLI: NO COMMENT SU PAROLE DELLA VALLE (Corriere della Sera del 23/1)
«No comment» . Il presidente del Consiglio di sorveglianza di Intesa Sanpaolo, Giovanni Bazoli, non interviene sulle dichiarazioni di Diego Della Valle circa «l’aria d’assedio» attorno al Corriere della Sera. Della Valle, senza fare riferimenti, aveva parlato di qualche «arzillo vecchietto, unto dal Signore, che bazzica nei nostri consigli e che pensa che la Rizzoli non sia un’azienda che vada gestita come tutte le altre» .

3- DELLA VALLE: «CORRIERE SOTTO ASSEDIO»
Marcello Zacché per Il Giornale del 23/1

Tra i grandi soci del Corriere della Sera la maretta non si placa. Diego Della Valle, il patron della Tod’s che detiene il 5,5% di Rcs e siede nel patto di sindacato che controlla il 65%, ha ieri esternato senza peli sulla lingua: «Non mi piace quest’aria continua di assedio che c’è intorno al Corriere e soprattutto non mi piace vedere che a metterla in piedi è qualcuno che non ha investito nulla e tenta di farlo vedere come cosa propria».

Di chi parla Della Valle? «Credo - aggiunge - che ci sia ancora qualche arzillo vecchietto, unto dal Signore, che bazzica nei nostri consigli e che pensa che la Rizzoli non sia un’azienda che vada gestita come tutte le altre». Nel consiglio della Rcs Quotidiani, rinnovato di recente, siedono entrambi i «grandi saggi» del Corriere e della finanza italica: Gianni Bazoli, presidente di Intesa, e Cesare Geronzi, presidente di Generali, con il quale Della Valle (che siede anche nel cda di Trieste) ha avuto recentemente da ridire.

Ma la tirata di ieri sembra più rivolta a Bazoli, che al Corriere è vissuto come colui che ha raccolto l’eredità dell’Avvocato nel ruolo di primus inter pares, pur rappresentando una quota di capitale del 5%. Ed è a Bazoli che si imputa, a torto o a ragione, l’appoggio al direttore De Bortoli rispetto agli articoli critici pubblicati sulla Fiat che hanno contribuito a creare scontenti tra i soci. Per questo forse Della Valle - che negli ultimi tempi si è distinto per posizioni critiche tra i soci di via Solferino, fino a non votare il piano industriale - si riferiva a lui.

Di certo, per De Bortoli si tratta di un elemento di tensione esterna in più, con il quale dover fare i conti. Mentre come noto, all’interno, il direttore ha deciso di giocare tutte le sue carte proponendo alla redazione di organizzare un referendum per votare «sì» o «no» a un pacchetto unico che comprende: piano editoriale, piano di mediazione del direttore con l’azienda, e fiducia.

Una formula irrituale con la quale De Bortoli, che nel presentare la sua idea si è proprio fatto forte delle posizioni critiche del quotidiano contro alcuni grandi azionisti, a supporto della propria autonomia, punta a ottenere un mandato straordinariamente forte per trattare con l’azienda il futuro del quotidiano e dell’on-line.

In caso di sì, il direttore diventerebbe un tutt’uno con la redazione nel rapporto con l’azienda; in caso di no, si dimetterebbe. Ma la redazione, almeno negli umori registrati ieri, è molto perplessa sull’istituzione di un referendum, che sarebbe un precedente pericoloso di delega delle proprie prerogative sindacali al direttore. Se ne parlerà in un’assemblea di martedì, che si prevede particolarmente intensa.