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 2011  gennaio 22 Sabato calendario

I LIBICI SOCI IN FINMECCANICA CON IL 2%

-Il fondo sovrano libico Libyan Investment Authority (Lia) detiene il 2,01%del capitale di Finmeccanica. La notizia è emersa ieri, a Borsa chiusa, con Finmeccanica che riscuoteva un +4,5%, in seguito all’anticipazione dei dati 2010, ma la comunicazione alla Consob (Autorità di vigilanza sui mercati) del superamento del limite del 2%da parte del fondo era arrivata lo scorso 17 gennaio. Non è dato sapere quando il Lia abbia cominciato a entrare nel capitale di Finmeccanica, di certo la collaborazione tra il gruppo italiano, guidato da Pier Francesco Guarguaglini, e il fondo sovrano è iniziata nel luglio del 2009, una settimana dopo l’assegnazione a Ansaldo Sts, società di segnalamento del gruppo, di una commessa di 541 milioni che inaugurava una partnership prioritaria con le Ferrovie libiche. Sei giorni dopo Finmeccanica e il Lia siglavano un Memorandum of Understanding per sviluppare una cooperazione strategica in Africa e Medio Oriente nei settori aerospazio, elettronica, trasporti e energia. In quella sede s’ipotizzò che il Lia potesse prevedere investimenti di minoranza nelle attività nelle quali Finmeccanica è già presente, nei settori interessati dal memorandum. Ai tempi Guarguaglini disse che Finmeccanica era «disposta a valutare» un ingresso con quote di minoranza del Fondo in società del gruppo. Quanto a un ingresso diretto nel capitale di Finmeccanica, si era limitato a ricordare che le regole prevedono una dichiarazione alla Consob qualora si superi il 2%, come è avvenuto, e un’autorizzazione del governo italiano, qualora si intenda superare la quota del 3%. Sempre in quella circostanza si immaginò la creazione, entro un anno, di una joint venture paritetica tra Finmeccanica e la Lybia Africa Investment Portfolio (Lap), un fondo posseduto dal Lia, quale strumento per le iniziative congiunte. La società non è stata costituita, ma intanto Finmeccanica ha acquisito ulteriori commesse, come quella da 300 milioni per Selex Sistemi Integrati, e quella da 247 milioni per Ansaldo Sts e Selex Communications, mentre Agusta Westland ha aperto a Abou Aisha un impianto di assemblaggio elicotteri. Il fondo Lia ha già partecipazioni in Italia: risale all’agosto 2010 l’acquisizione del 2,07%di Unicredit. Una quota che, aggiunta al 4,99%detenuto dalla Banca centrale libica, diventa pari al 7%. Una situazione a limite dello statuto di Unicredit che stabilisce un tetto del 5%. I rapporti Italia-Libia annoverano poi, per l’Eni, presente in Libia sin dal 1959, l’impegno a investire circa 150 milioni di dollari nei prossimi anni per progetti sociali. Intanto dal 2009, per legge, Eni paga al fisco il 4%di Ires in più, in rate da circa 200 milioni annui, che vengono girate alla Libia come risarcimento dei danni della colonizzazione italiana. Si tratta di circa 4 miliardi di euro in vent’anni.
Antonella Baccaro